Roma, 13 febbraio 2019 – C’è una situazione strana nella città da Roma, ormai da qualche giorno, alla luce dei risultati del fine settimana scorso nel 6° turno del girone di ritorno della Serie A2 Ovest. Alla vigilia di questa stagione infatti in molti pronosticavano un campionato potenzialmente denso di soddisfazioni per la Virtus Roma in missione, pronostico azzeccato alla luce di un campionato che la squadra di Piero Bucchi sta cavalcando da primatista sin dal 4° turno del girone d’andata e che forse, se non fosse inciampata goffamente in qualche gara di troppo tra il dicembre ’18 e l’inizio del gennaio ’19, avrebbe potuto quasi già aver chiuso, aggiudicandoselo addirittura con qualche giornata in anticipo.
E sempre la stessa platea di commentatori e giornalisti di vario lignaggio vedevano in ottima posizione, non per competere con la Virtus Roma in missione per la promozione diretta bensì per disputare un buonissimo campionato con logico piazzamento nella zona Playoff l’altra squadra romana, al secolo la Leonis Roma, desiderosa di crescere e di posizionarsi anche lei nel minor tempo possibile nel gotha del basket che conta.
Oggi invece, alla vigilia imminente del 7° turno del girone di ritorno e con ben 9 giornate ancora da giocare, la parte storicamente più popolata nonchè forte e legata alle vicissitudini (più che alle vittorie), della Virtus Roma gongola, in modo particolare dopo l’esito da infarto della vittoria del PalaFerraris con il tiro da tre vincente allo scadere di Andrea Saccaggi, mentre la parte emergente, quella dell’outsider dell’Eurobasket rivive giorni poco sereni, quasi come quelli dello scorso anno ma forse in modalità anche più torva rispetto a 12 mesi fa, anche dopo aver disputato un girone d’andata dai risultati importanti, alle soglie della storica qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia LNP.
Dunque due squadre cittadine logicamente e fieramente rivali, divise da un sanissimo spirito di competizione ma anche da un sottile senso di competizione che va oltre i rapporti di buon vicinato. Al momento è chiaro che la Virtus Roma in missione stia in una botte di ferro. Cinque vittorie di fila, testa della classifica ritrovata in solitaria sebbene abbia alle spalle una damigella come la Zeus Energy Group che non appare proprio come l’ultima arrivata (lo si scoprirà sabato 16 febbraio alle 19:00, match al PalaBianchini vs la Benacquista Latina più forte di sempre), ed alla quale sembra giri tutto bene. Oddio, proprio tutto non si direbbe proprio, considerando che proprio ieri gli accertamenti clinici hanno sentenziato la rottura del tendine rotuleo del ginocchio destro del play arrivato in novembre, Ogo Adegboye, nei primi minuti del match vinto domenica scorsa all’OT vs Tortona. Un brutto colpo per i sabini perchè Ogo era realmente quella pedina che mancava allo scacchiere della Zeus Energy Rieti, non proprio un giocatore smaccatamente offensivo (10,9 p.ti/gara con 2,5 assist), semmai più difensivo nel sistema di coach Alessandro Rossi, che così bene ha fatto finora.
Non solo, ma coach Alessandro Rossi in cuor suo (anche se non lo ammetterà mai), era ben contento di poter avere a disposizione il play britannico al posto del più effervescente ma meno “giocatore di squadra” J.J. Frazier, ingaggiato in estate e che aveva fatto vedere grandi numeri personali, reduce dal miracolo di Treviglio di pochi mesi prima: il suo arrivo coincise con la rinascita della Blu Basket che da febbraio ad aprile vinse quelle gare che le consentirono di disputare per la prima volta nella loro storia i Playoffs. A Rieti J.J. Frazier è ancora ad oggi il miglior realizzatore di squadra in media (18,3 p.ti), avendo giocato però solo 4 gare prima dell’infortunio. Cosa accadrà adesso che potrebbe essere di nuovo in campo? I meccanismi difensivi così ben oliati dal team reatino come reagiranno con il suo potenziale rientro?
Ma tornando sulla capolista Virtus Roma in missione, quinta vittoria consecutiva dopo la sudatissima trasferta a Casale Monferrato e morale alle stelle. Nonostante si sia cercato quasi di perderla la gara, con un inizio match in cui la Junior avrebbe potuto fare il parzialone letale che spesso ha inflitto nelle precedenti esibizioni interne alle avversarie, i ragazzi di coach Piero Bucchi hanno risposto “da” squadra e “di” squadra. “Da” squadra perchè sono rimasti mentalmente lucidi e fermi nel proprio piano gara nonostante appunto una partenza poco proficua, preoccupandosi first-of-all in tutta la partita di presidiare bene i tabelloni battendoli al rimbalzo, dettaglio statistico in cui i piemontesi eccellono dall’inizio della stagione e sul quale hanno edificato molte vittorie grazie al trio Martinoni–Pinkins–Cattapan (quest’ultimo fermo ai box). “Di” squadra invece perchè accodandosi ad un eccellente (a dir poco), Henry Sims che ha fatto le onde da solo, i suoi compagni si sono alternati (finalmente), nelle soluzioni offensive come si sperava e ci si attendeva, risolvendo le situazioni più complesse: Massimo Chessa, Marco Santiangeli e soprattutto Andrea Saccaggi (al momento con 93% ai liberi, sebbene ne tiri meno di uno a gara…), hanno dato quel valore aggiunto indispensabile per vincere partire importanti e delicate come quelle del PalaFerraris.
Importa allora che Nic Moore, dopo un buon avvio, abbia ancora “litigato” con la terna arbitrale facendosi fischiare in quasi 6′ del terzo periodo 3 falli di cui l’ultimo, l’antisportivo, che lo ha costretto a lasciare la sfida al 26′ del match? Beh, questo è forse l’unico neo al momento in casa Virtus Roma in missione, e cioè la discontinuità di rendimento del play ex-Brindisi che potrebbe spaccare le gare, come già visto e che invece spesso incappa in queste giornate poco ortodosse. Importa semmai che Nic Moore prenda coscienza che da martedì 19 febbraio vs l’Orlandina in casa dovrà evitare serate come al PalaFerraris, considerando infine che sarà ancora assente il Marine della squadra, quel Daniele Sandri che sta fornendo quest’anno delle prestazioni importanti sia da primo difensore sull’avversario solitamente più difficile da marcare nonchè d’attaccante bidimensionale, da dentro e fuori dall’arco (40% per lui dai 6,75…). Ma aldilà di tutto il team di Piero Bucchi sembra aver ritrovato quel filo umorale e fisico interrottosi in dicembre, iniziato con la sconfitta interna vs Rieti e forse chiusosi a Cassino, oggi in attivo con 5-vittorie-5 e che prevede altre tre gare molto delicate (in casa vs Orlandina, a Trapani e poi di nuovo in casa vs Tortona), prima di giocarsi il #BigMatch del 17 marzo al PalaSojuorner di Rieti, sono queste quattro gare che diranno realmente se la missione potrà compiersi o meno.
Euforia quindi alle stelle in casa Virtus Roma, anche se in modo sereno e non eccessivo e depressione abbastanza evidente invece in Via dell’Arcadia. L’ultima vittoria della Leonis Roma risale al 29 dicembre scorso, battuta Siena 76-73, dopodicchè ben 7 sconfitte consecutive, l’ultima in casa sabato vs Treviglio tra l’altro vs una squadra buona ma, onestamente, niente di trascendentale se non abbastanza viva nel suo correre e nel suo atletismo. Via Nick Zeisloft, via Momo Tourè, via Fabio Corbani, ecco Franko Bushati, Andre Jones ma soprattutto Luciano Nunzi in panchina che sta cercando di riconnettere qualche ganglo nervoso di troppo spezzatosi o non più irrorato del sangue necessario per funzionare al meglio.
Una situazione oggettivamente impensabile solo, appunto, alla fine dello scorso anno o quantomeno anche dopo la sconfitta di Latina che ha sancito l’esclusione dalle Final Eight: è stato forse questo l’effetto scatenante una deriva così pericolosamente inquietante? Forse sì, a giudicare poi dalle prestazioni successive in casa vs Trapani (pessima…); discreta ma sempre perdente a Voghera vs una Tortona che tra l’altro adesso incombe in classifica; con poco nerbo, come sempre in trasferta, ad Agrigento; l’umiliante sconfitta in casa nel derby vs la Virtus Roma; ed infine i 108 punti a Scafati e la sconfitta casalinga vs Treviglio testè citata.
Veramente poco da salvare, del resto una striscia così pesante non la si può giustificare o spiegare con due frasi e mezze, eccezion fatta per l’assenza molto pesante di Alessandro Piazza, l’unico giocatore in campo con doti spiccate di leadership offensive per delle trame costruite con un certo livello di razionalità. Ovvio che a questo punto qualcosa non sia andato bene sin dal principio, in un roster tra l’altro zeppo di giocatori di grande esperienza ma che forse sono poco omogenei nel coesistere. Forse le vittorie del girone d’andata hanno nascosto quello che già trapelava? Mi pare di dissentire, le vittorie del girone d’andata sono spesso state decise, nette, alcune anche perentorie come atteggiamento e voglia di darsi da fare. Ok, il gioco non è mai stato esaltante ma allora bisogna cercare altrove le chiavi di questa disfatta, ora come ora.
Ad esempio, ha avuto senso assoldare uno straniero così “specialista” in Serie A2 come Nick Zeisloft, che ha lasciato la Leonis anche con numeri buoni tutto sommato (in 17 gare 24,8 minuti con il 47% da due ed il 39% da tre)? Un giocatore del genere è meglio integrabile in un team in cui esce dalla panchina e può cambiare la storia di un match, con la sua capacità di mettere dentro tiri a raffica come il 6/6 di Casale nel terzo periodo ma è chiaro che va innescato in un certo modo, non certamente non dal suo palleggio e senza ritmo. Ha avuto senso assoldare un Alessandro Amici, giocatore dal talento offensivo forse anche cristallino ma dal pari, difficile carattere tale da farsi fischiare un tecnico a partita e tale da cambiare squadra ogni stagione? Ha avuto senso mettere sulla graticola del mercato sino a dicembre ora Hollis (a ragione eh, a giudicare alcuni suoi atteggiamenti in certe gare da “zero difesa”), ora Zeisloft senza mai smentire per mezzo stampa le voci incontrollate che giravano e che sicuramente qualche guasto han prodotto?

Luciano Nunzi adesso coach in Leonis Roma
Infine, aldilà di tutte le illazioni e le congetture che si possan fare, sicuramente il dover giocare a Ferentino ha, a lungo andare, portato con se un qualcosa di destabilizzante nell’ambiente che, nel mentre concludeva un girone d’andata positivo proprio in casa, fuori casa invece ha spesso offerto prestazioni deludenti, nelle quali anche a Cassino, al momento l’unica vittoria lontano dalle mura amiche, ha dovuto ricorrere ad una magia in difesa di Piazza ed in attacco di Amici: poco, troppo poco da un gruppo di giocatori solidi, esperti, temprati e non certo composto da timide educande.
Adesso la missione della Leonis Roma è ovviamente salvarsi. Purtroppo il calendario non sembra proprio pendere dalla parte dei biancoblu con 5 trasferte e 4 gare in casa. Le cinque gare in trasferta saranno tutte vs squadre che lottano o che lotteranno per un obiettivo, a partire da quella di domenica a Legnano vs un’Axpo in crescita. Forse la trasferta di Siena del 14 aprile potrebbe arrivare in un momento in cui i toscani potrebbero aver dato addio al campionato per le ben note vicende economico-societarie (caliamo un pietoso velo qualora accadesse un altro fatto del genere…), ed ovviamente ci sarà anche il match in casa vs Cassino. Ma più di ogni calendario interno od esterno è categorico vedere in campo una squadra che torni a combattere, che torni a difendere come potrebbe e dovrebbe fare (in questo senso l’arrivo di Nunzi può essere un fattore positivo), e che torni a lottare su ogni pallone. Caso contrario lo scenario Playout non sarebbe un qualcosa di così remoto, anzi.
Fabrizio Noto/FRED