Prima della partita in pochi avrebbero scommesso su una vittoria in trasferta della squadra campione d’Italia in carica. Personalmente pensavo che le possibilità che l’evento si verificasse non fossero ridotte al lumicino poiché ero e sono convinto che Milano al suo massimo sia capace di sbancare Mosca.
Invece è stata forte la delusione perché l’Olimpia non ha certo giocato al massimo,anzi. Né come individualità né come impianto di squadra, e non ingannino i 95 punti fatti; il Cska non ha nella difesa la sua migliore qualità (e per questo alle Final 4 rischierà grosso) e per di più per i moscoviti questa non era la partita nella quale spremersi più di tanto, consci che sarebbe bastata un accelerata per portare a casa la vittoria. E così è stato.
Ma allora, posto che per un posto playoff ci sarà ancora da lottare e parecchio, quanto è distante Milano dal primo livello di Eurolega, che uno squadrone come il Cska rappresenta perfettamente? Rispondere a questa domanda non è banale perché la risposta non è facilissima. A volte sembra che la distanza sia breve, altre invece vien da dire anni luce.
Per come la vedo io a questa squadra è palese come manchi tantissimo Gudaitis. A parte per la questione rimbalzi, proprio per avere un lungo pericoloso vicino a canestro anche da situazione statica e/o con palla in mano. Ed anche in difesa Arturas si faceva sentire con i suoi aiuti e le sue stoppate.
Oggettivamente il reparto attuale composto da Tarczewski (a proposito, facciamo un appello corale ai commentatori affinché tutti lo chiamino Tarceschi?), Omic e Burns è il più debole di Eurolega. Questa considerazione lascerà molti rimpianti in casa milanese nel caso di mancato approdo ai playoff, sia per la sfortuna che ha colpito il gigante lituano, sia per le vicende di mercato che non hanno completato il roster nella maniera più proficua.
Ad esempio ad oggi l’apporto di Omic non è stato significativo ed anzi ad ogni partita va in calando sempre più: Burns invece non può certo fare i miracoli. Quando invece vediamo che uno come Bolomboy, esattamente il profilo del lungo che servirebbe all’Armani Exchange, gioca 11 minuti dove va vicino a dominare allora lì capiamo la distanza che ancora separa Milano dal Cska.
E non è questione di budget ma proprio di mentalità, di voler da parte del front office allestire un roster quanto più vario e completo possibile, con giocatori (magari pescati dal sommerso) capaci di adattarsi al basket che si gioca nel 2019 ( i pivot grossi lenti sono praticamente spariti) ed alle richieste del coach.
Se invece lasciamo i singoli e valutiamo il lavoro di squadra devo dire che è in difesa dove i biancorossi sono mancati. Poco aggressivi, sempre in balia dell’avversario specie gli esterni, che han costretto i lunghi a brutte figure a rimbalzo a causa della loro scarsa propensione a tenere più di un palleggio avversario.
E sarà la difesa il reparto su cui lavorare nel futuro prossimo (ed anche meno prossimo): se si vuole fare il salto definitivo verso i piani alti della massima competizione europea è d’obbligo avere un impianto difensivo collaudato che sappia come sprigionare quei 4-5 minuti di assoluta intensità che servono a far girare le partite dalla propria parte.
Vi ricordate le top 16 dell’Olimpia 2013-14? Questa caratteristica era evidentissima, quando invece in attacco molto era sulle spalle del talento degli uomini più rappresentativi con poca organizzazione corale e tanto uno contro uno, situazione simile a quella odierna.
A conti fatti faccio fatica a giudicare la partita dei vari James, Nedovic, Micov e Nunnally. Non hanno demeritato tout court ma nemmeno fatto sfracelli, quando invece avrebbero potuto farli contro non difensori come De Colo o Rodriguez. Quel che è certo è che in vista di queste ultime 5 sfide della Regular Season devono elevare sia il loro rendimento individuale sia giocare meglio assieme.
Tra l’altro mi riesce difficile giudicare anche Jerrells stasera, in campo solo 10 minuti con qualche ottima giocata ma anche con i due tiri forzatissimi (con un Nedovic on fire bellamente ignorato) che hanno deciso il match purtroppo nella direzione sbagliata.
Detto delle difficoltà di Tarczewski e Omic acuite anche dalla forza avversaria (Hunter e Hines rappresentano la creme europea nel ruolo) voglio spendere due parole per Burns, fin qui utilizzato con il contagocce in Eurolega ed autore di 9 discreti minuti. L’ex Cantù ha giocato col piglio giusto dimostrando che a questo livello ci può stare, dando così ragione a chi lo vorrebbe in campo più spesso al pari del blocco italico formato da capitan Cincia e da Della Valle (che ricordiamo essere stato nel primo quintetto di Eurocup 12 mesi fa).
Ma ormai pare tardi per cambiare le gerarchie di questa squadra che adesso si giocherà tantissimo nella partita di giovedì prossimo contro l’Olympiakos ad Assago. Ne riparleremo lunedì con la nuova rubrica video Tripladoppia, anche perché proprio lunedì sera l’Olimpia è attesa a Reggio Emilia da una Grissin Bon invischiata nei bassifondi della classifica e lontana parente di quella finalista proprio contro i biancorossi guidati da Repesa e Gentile.
Son passati solo 3 anni ma di quelle squadre c’è pochissima traccia (a naso Cinciarini e Cervi più Della Valle che ha cambiato sponda), d’altra parte nel basket odierno scorre tutto troppo velocemente. Purtroppo.
Garbin Cristiano
@garbo75