Da dove iniziare? Dal tabellino? Va bene…Accettabile se non buono quello del Blu Basket Treviglio che ha giocato una partita notevole per chiarezza di intenti, per precisione nell’esecuzione del piano partita, per puntualità nel recapitare il pallone nelle mani del giocatore giusto al momento giusto.
Orribile – il tabellino – quello della Virtus Roma soprattutto alla voce tiro da 2, 19 su 44, specie sommando quelli personali di Amar Alibegovic, il migliore, 4/6, Henry Sims, 5/10 ed Aristide Landi…3/11 = 12 su 27 da dentro l’area pitturata. Poco per vincere? Risposta esatta. Anche perché a questo va sommata la rarefatta partita di Nic Moore il cui referto personale riporta 15 punti ma 12 di questi sono arrivati nel secondo quarto e 3 a fine partita. Senza quei 12 punti la Virtus Roma non si sarebbe arrampicata fino a…Cominciamo da capo.
Partenza incubo della Virtus Roma che nonostante la preparazione della gara durante la settimana ha lasciato che la Blu Basket facesse ciò che a sua volta aveva pensato il suo coach Vertemati: aggredire la gara. Dopo 2’20” punteggio 12 a 2. Pecchia, Caroti e Nikolic a segno comodamente. Di qua Landi ha sbagliato 3 conclusioni a contatto col ferro che in genere non sbaglia e poi Jacopo Borra si iscrive a referto, 16 a 4 con due canestri di Sims per Roma. Bucchi con già gli occhi fuori dalle orbite ordina tre cambi contemporaneamente: fuori Moore, Santiangeli e Landi e dentro Baldasso, Saccaggi e Alibegovic. Il quale ripaga subito con 4 punti ma il ritmo della musica non cambia subito. Quando anche Baldasso e Sandri si mettono a lavorare con i punti la cosa cambia un pò aspetto, 21 a 13 ma qualcosa si muove.
Il secondo quarto è di Nic Moore. I suoi 12 unti con qualche scossa di Chessa, Alibegovic e Santiangeli portano l’elastico della partita ad accorciarsi, 25-21, e riallungarsi perché Treviglio non fa una piega fino al 41 a 36 dell’intervallo lungo.
All’inizio del terzo periodo si decide la contesa. Landi segna i suoi primi due punti, 43 a 41 dopo due minuti. Poi la Virtus Roma si sfalda. Ecco la successione: Santiangeli commette fallo in attacco; Roberts segna il 45 a 41; Sims commette il suo terzo fallo e subito dopo sbaglia da due una cosa per lui agevole; Sandri commette il terzo fallo e Pecchia fa 47 a 41; Santiangeli pesta la linea laterale in attacco e nella successiva azione offensiva della Virtus, Moore non segna e siamo al 5°. Pecchia fa 50 a 41, Bucchi chiama time out ed in uscita Landi e Moore sbagliano due tiri ma Sims fa 50 a 43. Chessa fa 50 a 46 e Roberts subito dopo 53 a 46. Moore pede un pallone e sulla rimessa Caroti segna da tre 56-46 con Bucchia costretto ancora al minuto di sospensione. In uscita Nikolic piazza la tripla del 59 a 46 con 2’30” da giocare. Finisce qui la “garra” della Virtus Roma che non è più riuscita a scendere sotto i dieci punti di distacco arrivando a prenderne 17 che onestamente sono davvero….lasciamo perdere.
Ecco Piero Bucchi:
“Sapevamo come Treviglio fosse una buona squadra, ed eravamo consapevoli dell’ottimo momento di forma che sta vivendo. Siamo stati troppo nervosi sin dall’inizio, non abbiamo approcciato il match con serenità e questo ci ha portati a giocare una brutta partita”.
Dunque? Nulla di compromesso. Domenica la Virtus Roma riceve Scafati e Capo d’Orlando che ha disposto a suo piacimento di Tortona va a Latina poi trasferta a Legnano per Roma ed ultima in casa per l’Orlandina con Trapani. Però…
Dopo 12 giornate del girone di andata la squadra romana aveva vinto 10 partite con una sconfitta in casa – Rieti – ed una in trasferta a Bergamo alla seconda di campionato. In mezzo cinque vittorie lontano dal PalaLottomatica: Biella, Latina, Capo d’Orlando, Tortona ed Agrigento. Nel ritorno dopo 12 partite, 7 vittorie 5 sconfitte. Fuori casa 2 vittorie, con la Leonis a Ferentino ed a Casale e quattro sconfitte a Cassino, Rieti, Trapani e Treviglio.
Io non credo sia un problema fisico. O meglio certamente le gambe adesso tremano perché adesso si avvicina il momento della verità, quello nel quale bisogna vincere il campionato. Quello nel quale bisogna finire il lavoro che tutti dicono che la Virtus Roma può finire dall’estate scorsa. Attenzione non sto giustificando i giocatori della Virtus Roma, sto cercando di spiegare. Nessuno di loro ha mai vinto qualcosa. Nessuno di loro, nemmeno gli americani. Nemmeno Henry Sims che ha certamente giocato l’NBA dove però non c’è questo tipo di pressione, magari è di più ma è diversa, è un’altra cosa. Improvvisamente questo gruppo si trova davanti una montagna da scalare che si chiama emotività, adrenalina. Si chiama freddezza nel momento di far dare gli ordini giusti al cervello perché li passi ai muscoli. Una montagna che si chiama mentalità e che è più difficile da affrontare di Michael Jordan, Steph Curry &C. per intenderci.
Un passo che trasforma i giocatori da normali a vincenti. Vedremo.
Eduardo Lubrano