Il Banco di Sardegna è alla quinta vittoria di seguito in campionato, la nona considerando anche le ultime tre di Fiba Europe Cup : gli uomini di coach Gianmarco Pozzecco conquistano con autorità il lunch match con la Scandone Avellino battuta 105-84. Dopo un avvio in favore degli irpini, che dominano la prima frazione e chiudono avanti 23-30, i giganti si riportano in partita nel secondo quarto condotti da Polonara, Thomas e Pierre. La tripla di McGee manda le squadre negli spogliatoi a un solo possesso di distanza: al rientro dalla pausa lunga il Banco firma un parziale di pura autorità che scrive sorpasso e vantaggio biancoblu (32-17), complice una difesa arcigna che manda in burnout l’attacco della Scandone. Nell’ultima frazione i giganti mettono il sigillo sulla vittoria ricacciando indietro i lupi, con un super Cooley (23 pt, 5 rb), un ottimo Spissu (11 pt con 4/7 dall’arco) e un grande Rashawn Thomas (22 pt).
Il commento a caldo di coach Gianmarco Pozzecco: “Sono felice di questa vittoria, abbiamo incontrato l’ennesima squadra che se avessimo potuto scegliere avremmo preferito non incontrare perché una squadra con un cambio in panchina che ha sempre un grande impatto psicologico. Loro lo hanno dimostrato soprattutto in avvio, noi l’abbiamo controllato e poi sono venuti fuori i nostri ragazzi e gli abbiamo fatto capire che non ce n’era. Siamo stati bravi a cambiare e fargli capire che in questo momento vincere qui è difficile. Le vittorie ci hanno dato grande fiducia, ogni giocatore che entra in campo oggi da Magro a Carter ha la volontà di portare il proprio mattoncino. Questa è una grande vittoria. Purtroppo o per fortuna mercoledì giochiamo un’altra gara delicata dovremo essere bravi a resettare questo successo con Avellino che però non è circoscritto alla partita di oggi, stiamo vivendo un ottimo momento e, come si suol dire, siamo cazzuti. Navighiamo con un’isola intera e ci sentiamo forti perché abbiamo un popolo dietro che ci supporta e ci spinge“.
Il tecnico della Scandone Avellino Massimo Maffezzoli commenta così la partita dei suoi ragazzi: “Complimenti alla Dinamo che giocato una partita solida per 40′ che oggi, al di là dei nostri errori, avrebbe vinto con chiunque. Riguardo ai miei purtroppo all’intervallo avevo detto loro che mi aspettavo una Dinamo che al rientro in campo avrebbe alzato il livello di intensità e noi dovevamo farci trovare pronti. I dati ci dicono che è andata così, la Dinamo ha dominato il secondo tempo schiacciandoci sotto ogni punto di vista, ma non vado via con un mood negativo: ho visto segnali positivi e sono convinto che la squadra abbia risposto. Abbiamo un obiettivo chiaro in testa e da martedì torneremo in palestra per lavorare perché siamo consapevoli che solo 20′ di energia non sono sufficienti con nessun avversario. Sono ottimista e non esco con un mood negativo, sono convinto che siamo in fase di guarigione e siamo già focalizzati sulla prossima sfida“.
Il giocatore biancoblu Tyrus McGee: “Oggi siamo partiti piano, approcciando in maniera troppo morbida permettendo loro di portarsi avanti in avvio. Siamo stati bravi a non disunirci, ripartire e trovare il ritmo partita recuperando lunghezze chiudendo a un solo punto di distanza all’intervallo. Negli spogliatoi ci siamo guardati in faccia, ci siamo detti quanto fosse importante rientrare in campo con la giusta energia e il coach ci ha dato la carica. Poi è stato il campo a parlare per noi“.

Nicola Brienza coach Acqua San Bernardo Cantù
Dopo la bella vittoria casalinga su Brescia nel turno precedente, l’Acqua S.Bernardo Cantù cade al Palasport Taliercio di Mestre, arrendendosi all’Umana Reyer Venezia soltanto dopo un tempo supplementare. 94-90 il finale, al termine di un’avvincente battaglia sportiva durata 45’.
Ecco Walter De Raffaele coach dell’Umana Venezia
Di seguito il commento di coach Nicola Brienza, capo allenatore canturino.
“Abbiamo fatto un buon match. Tuttavia, per vincere partite contro squadre forti come Venezia, così come nell’ultima trasferta contro Milano, sono fondamentali i dettagli. Ovviamente ora tutti penseranno al fallo non speso nel quarto quarto, un dettaglio fondamentale che nel time out avevo chiesto. A questo, però, si devono aggiungere i tanti tiri liberi sbagliati e i problemi del quarto quarto. Avevo chiesto di portare palla in post up ma non ci siamo mai riusciti e non abbiamo mai avuto la freddezza di attaccarli e di andare lì dove loro erano in difficoltà. Ovviamente, si tratta di dettagli che costano e che fanno perdere una partita. Il supplementare è andato meglio. Avevamo capito cosa dovevamo fare ma, anche qui, i dettagli hanno fatto la differenza. Ovviamente c’è tanto rammarico ma anche tanta consapevolezza. Abbiamo giocato due buonissime partite contro le due migliori forze del campionato, giocandoci entrambe le gare negli ultimi secondi di gioco. Siamo ottimisti e vediamo se saremo bravi ad andare ai playoff. Tuttavia, ci servirà più freddezza e attenzione ai particolari”.

Jamil Wilson, Fiat Torino
Una tripla di Hobson a 33 secondi dalla fine condanna la OriOra alla sconfitta contro Torino e segna in maniera pesante il campionato dei biancorossi. Al PalaCarrara fanno festa i piemontesi, che si impongono 81-78 al termine di una partita tiratissima e si mettono in tasca un bel pezzo di salvezza. Pistoia paga un inizio difficile, rientra bene in partita fra la fine del primo e l’inizio del secondo quarto, riesce a prendere anche sei punti di vantaggio nel terzo periodo, ma, come già successo contro Reggio Emilia tre settimane fa, paga un ultimo quarto difficile, in cui la fatica e la paura di sbagliare hanno annebbiato le idee e paralizzato le gambe a Della Rosa e compagni.
L’analisi di Paolo Moretti coach della OriOra Pistoia:
“E’ stata una partita molto equilibrata decisa da una decina di episodi sui quali c’è oggettivamente poco da recriminare. Penso ai rimbalzi finiti nelle mani dei tuoi avversari, o a una tripla presa in faccia, dopo che i tuoi giocatori hanno lottato arrivando a un passo dal recuperare la palla… Negli ultimi cinque minuti questi episodi sono stati diversi e purtroppo sono andati tutti in un’unica direzione. Peccato, perché la partita è stata, com’era prevedibile, tirata, anche se abbiamo sofferto all’inizio tantissimo la loro fisicità e il loro atletismo e questo ci ha costretto a rinunciare all’arma dei quattro piccoli, anche perché senza Mesicek le nostre rotazioni erano più limitate“.
Nel finale, Pistoia ha pagato anche un evidente calo: “Nel quarto periodo sono emersi i vizi del nostro attacco, ma secondo me -spiega Moretti- siamo andati in crisi anche a livello energetico. Non ci muovevamo più e giocavamo solo con palla in mano e questo, a maggior ragione contro difese così fisicamente forti come quella di Torino, lo paghiamo. Stasera però abbiamo superato l’impatto della pressione del risultato e l’impatto emotivo di un pubblico straordinario, che fra l’altro ringrazio per l’accoglienza che mi ha tributato: non c’è un singolo giocatore che non abbia dato il massimo e questo ci tengo a sottolinearlo“.
A chi fa notare che a livello di aggressività Pistoia in alcuni momenti è mancata, Moretti risponde: “Questa è una squadra che non ha nel DNA la rabbia e il giocare sempre al limite del fallo: i ragazzi hanno lottato, ma i limiti individuali, i limiti collettivi, la poca profondità nel roster, contro una formazione talentuosa, grossa e profonda come Torino, li paghi. Purtroppo, dopo ventisei giornate, possiamo dire che questa squadra deve resistere all’aggressività avversaria, buttarsi per terra, muovere molto la palla e allora vengono fuori le qualità positive, ma difficilmente potrà vincere una partita picchiando più degli altri“.
Nel finale, poi, il coach getta uno sguardo sulle prospettive: “Si deve continuare a lottare, perché ci sono ancora quattro partite. Siamo lì: un giorno di riposo, perché la gara di stasera è stata comunque molto dura, e poi da martedì si riparte. Stasera due aspetti non mi hanno soddisfatto: le troppe palle perse e i troppi rimbalzi offensivi concessi specialmente a Jaiteh, due aspetti che hanno permesso tanti punti facili a Torino e, come detto anche prima della partita con Bologna, noi certe cose non ce le possiamo permettere. Ma, in ogni caso, abbiamo due squadre a due punti da noi: dobbiamo giocarci le nostre carte fino in fondo. Con due o tre vittorie nelle ultime quattro partite -conclude Moretti- possiamo ancora dire la nostra: tocca a noi provarci, a cominciare dalla trasferta di sabato a Trento. Non è nella mia indole mollare, quindi guai ad alzare le mani“.