Siamo alle solite. Sembra di essere tornati indietro di qualche settimana quando ci siamo occupati della Mens Sana Basket Siena 1871. Ricordate una delle frasi contenute nel rapporto dell’ispettore della Fip inviato ad osservare cosa sarebbe accaduto durante Siena- Biella?
Eccola testuale:
“Ritenuto pertanto che ci si trova di fronte ad una palese alterazione della uguaglianza competitiva delle squadre in campo, alterazione che si ritiene strumentalmente e fraudolentemente posta in essere dalla Società Mens Sana Basket 1871 SSD A RL al fine di disputare forzatamente la gara in questione e le prossime partite di campionato e non incorrere in una seconda formale rinuncia che comporterebbe la sanzione della esclusione dal presente Campionato”.
Già, l’eguaglianza competitiva…Quanto è piaciuto alla Fip questo concetto per riempirsi la bocca e i documenti per scaricare la Mens Sana con quel provvedimento abnorme di cui parlammo in questo post. Ma non contenta di non aver vigilato sulla situazione di Siena . che tutti conoscevano – la Federazione non ha vigilato nemmeno sulla situazione dell’Auxilium Torino, della quale anche tutti sapevano molto, se non tutto. Al punto che in questa settimana, tra martedì 16 e mercoledì 17, pare si siano allenati in quattro e cinque: Giuseppe Poeta, Simon Anumba, Mouhammadou Jaiteh, Marco Portannese e Vincenzo Guaiana. Bravissimi loro, professionisti fino in fondo.
Non si può dire niente di negativo a quelli che non si sono allenati perché se non ricevono lo stipendio promesso e pattuito che dovrebbero fare?
Ma il dubbio adesso è questo: sabato la squadra dovrebbe giocare ad Avellino alle 20:30. A questo punto della stagione – mancano quattro giornate alla fine della stagione regolare – che una squadra si presenti al meglio delle sue possibilità è obbligatorio per non alterare quella famosa “uguaglianza competitiva“. Perdere o vincere di tanto o poco con la Fiat a seconda di chi si presenta in campo per motivi extra sportivi per Avellino, Cremona, Cantù e Pesaro può fare tutta la differenza visto che ognuna di queste formazioni ha un obiettivo che sia playoff o retrocessione.
E’ chiaro che la responsabilità primaria è della proprietà, la famiglia Forni, su questo non ci sono dubbi. Ma se neanche dopo aver chiuso la stalla, il sistema basket non riesce a controllare quello che accade allora forse è davvero il momento che chi occupa le stanze di via Vitorchiano torni a casa, definitivamente.
Eduardo Lubrano