Quello della foto è uno dei momenti più felici della storia del Gruppo Stanchi Athena. Era l’autunno scorso quando la squadra si presentò alla stampa ed alla città in Campidoglio con l’Assessore Daniele Frongia. In quel momento le speranze e le convinzioni di tutto il club erano di fare un campionato di “battaglia” con l’obiettivo della salvezza diretta. Il campo ha detto che per raggiungerla – la salvezza – bisognerà passare per i playout il cui primo impegno è rappresentato dalla Fassi Albino.
Edoardo Stanchi, AD e Vice presidente della società, ci siamo, sabato 4 maggio alle 21 si comincia. Che ne pensa?
“Sono categorico: ci salviamo. E’ un altro esame che dobbiamo affrontare ed io so che la mia squadra è in grado di superare gli esami. Ho sempre detto che non contano le dimensioni o la grandezza di una società, altrimenti l’elefante sarebbe il Re della savana. Invece il re è il leone. Adesso più che mai servono sicurezza, grinta, concentrazione e determinazione“.
Dunque lei pensa ad una trasformazione delle sue Principesse – come le ha sempre chiamate – in leonesse?
“Esattamente. Ed alla fine dei playout quando saremo salvi, diventeranno delle Regine. E’ arrivato il momento del conto ed il nostro conto ha il prezzo di rimanere in serie A2. In silenzio, senza chiacchiere, lamentele o altre sciocchezze. La differenza tra la serie B e la A2 che ho notato che in B si pensa in un secondo, in A2 in mezzo secondo e questo le ragazze devono imparare a farlo da subito e per il futuro. Perché tra le due categorie cambiano le attrici e dunque cambiano i tempi di reazioni e la velocità del gioco. Per vincere i playout secondo me è obbligatorio fare questo salto mentale“.
Pensa di parlare alla squadra prima della palla a 2 di sabato sera?
“No. Ho parlato con le ragazze diverse volte quest’anno nei momenti difficili quando pensavo che fosse necessario sistemare alcune cose. La prossima volta che parlerò con loro sarà in un momento facile. Anche perché per il 19 o 26 maggio (date eventuali della fine dei playout,ndr) il progetto societario del prossimo anno sarà completo in ogni sua parte, il futuro è programmato. Compreso il progetto del Palazzetto tutto nostro sul quale stiamo già a buon punto“.
Un appello al pubblico, argomento al quale lei tiene molto
“Il basket femminile deve crescere molto in questo senso, come le giocatrici avviandosi sempre più verso quello che è un atteggiamento professionistico. Certamente deve esserci da parte del nostro pubblico come da parte di quello di Albino il calore e la passione per le rispettive squadre. Ma anche sportività e disciplina, correttezza. Vorrei chiudere con un riferimento storico: nel Il Gladiatore, Massimo Decimo Meridio dice “C’era un sogno chiamato Roma…”. Io voglio dire “C’è un sogno chiamato Athena, onoriamolo!”.
Eduardo Lubrano