Difficile, se non quasi impossibile, rappresentare in poche righe questa stagione sportiva 2018-19 della Pallacanestro Cantù, così densa di episodi e di accadimenti che non basterebbero righe e righe per raccontare, descrivere, spiegare tutto quanto sia accaduto ad uno dei club più gloriosi ed antichi della nostra pallacanestro.
Ma condensandola in poco spazio, succintamente e senza soffermarsi sul perchè e sul per come, si comincia con l’arrivo in panca di coach Evgeny Pashutin, voluto fortemente dalla proprietà Gerasimenko, che mette in piedi un buon roster, potenzialmente in grado anche di fare bene in Europa ma l’allora Red October Cantù cade in settembre ad un passo dalla qualificazione alla fase a gironi della FIBA Basketball Champions League, per mano degli Antwerp Giants, squadra belga che poi ospiterà le Final Four disputandola pure, manifestazione vinta poi dalla Virtus Bologna.
Dall’inizio deludente in Europa però si parte bene in campionato, passando dall’esordio amaro vs Avellino in campo neutro e vincendone però poi tre di fila: vs Trento, a Cremona – addirittura si passa a Cremona vs la futura sorpresa del campionato – e poi in casa vs Reggio Emilia. Ma poi, a primi di novembre, si perde a Brindisi di netto e si intuisce che qualcosa inizia a non girare come si dovrebbe. A metà novembre infatti è ufficiale, Cantù è economicamente nei guai e pubblichiamo le “storie tese” di Dmitry Gerasimenko e le cose sul campo non migliorano: le sconfitte vanno avanti, incessantemente, sino a Natale o meglio, sino al match casalingo vs Pistoia del 30 dicembre in cui finalmente si blocca l’emorragia di sconfitte, arrivate ad 8 consecutive, record – poco nobile – di franchigia. Intanto dai primi di dicembre è arrivato un nuovo main sponsor, è l’Acqua San Bernardo che evita il tracollo economico del club ed i cui proprietari iniziano una trattativa con il patron russo per la cessione del pacchetto di maggioranza, in mano ai proprietari abruzzesi dello sponsor. Dopo la vittoria vs Pistoia, si vince anche a Torino per chiudere il girone d’andata fuori dalla Coppa Italia ma decisamente vivi, sebbene impazzino le polemiche sul come Cantù possa continuare a giocare in un campionato in cui sembrerebbe non essere in grado di pagare gli stipendi.

Nicola Brienza durante la partita del Campionato Serie A Campionato 2018/19 fra Acqua S.Bernardo Cantù e Segafredo Virtus Bologna by Gorini/PallCantu © All Rights Reserved
E nel girone di ritorno Cantù inizia una striscia straordinaria: cadono in successione Avellino, Trento, ancora la Vanoli Cremona e pochi giorni dopo coach Pashutin scappa letteralmente via adducendo strane ragioni ma rimpiazzato da Nicola Brienza che non molla per niente, anzi: si batte Reggio Emilia, Brindisi, Virtus Bologna e Pesaro.
Intanto la squadra subisce alcune modifiche nel roster – oltre che subire la fuga di Pashutin – anche per ragioni economiche: via due colonne come Ike Udanoh, che si accasa ad Avellino, e via Tony Mitchell che sbarca a Pistoia ma almeno arriva Tony Carr da Torino e quando si presenta l’ultimo arrivato, Tyler Stone, finalmente si dipanano le ombre sul futuro societario: è Tutti Insieme per Cantù che traina la rinascita del club brianzolo attraverso Angelo Passeri, che compie una vera e propria opera di cucitura tra le migliori risorse del posto che si riappropriano della loro squadra e della loro storia.
Dal campo intanto si parla addirittura di Playoff, risultato che avrebbe del clamoroso viste le perizie ma il 23 marzo Trieste riporta con i piedi per terra l’ambiente: -22 in casa. Ci sono gli ultimi sussulti, le belle vittorie nei derbies vs Brescia e Varese in casa e si finisce vincendo a Pistoia, la Serie A è salva ma quanta fatica!!!
Un anno intensissimo, difficile da dimenticare per tutto quanto accaduto ma, come non dare un plauso, un forte plauso ad esempio a coach Nicola Brienza? Giunto a sostituire Evgeny Pashutin non ha tremato, ha retto l’urto con la situazione ed ha lavorato molto bene, portando ai vertici del basket nazionale il suo gioco nel quale si sono esaltati Davon Jefferson, ala/centro statunitense che ha concluso l’annata in LBA realizzando 523 punti totali, 18 di media in 29 partite disputate.
Il lungo californiano, al 4° posto nella classifica dei marcatori del campionato è anche risultato il migliore, l’MVP da parte dei tifosi avendo ricevuto oltre 200 voti dai sostenitori della Pallacanestro Cantù, che – seppur per pochi click – lo hanno preferito a Frank Gaines, secondo con il 35% dei voti, contro il 42% del compagno di squadra.
Al termine di un sondaggio durato 24 ore tra le mattinate di martedì 21 e mercoledì 22 maggio, i tifosi dell’Acqua S.Bernardo hanno indicato Davon Jefferson dunque ed a completare il podio di questa stagione, invece, la guardia americana Gerry Blakes, terzo con il 5% dei voti. Per un soffio la virtuale medaglia di bronzo non è andata a Shaheed Davis, quarto con il 4%. A seguire la coppia Maurizio Tassone-Andrea La Torre, entrambi con il 3% dei voti.
Fabrizio Noto/FRED