Mestre (VE), 18 giugno 2019 – Una Reyer Venezia spietata ed acuminata come la punta di una lancia d’acciaio batte in #Gara5 della Finale Scudetto Playoff 2019 forse la peggior versione della Dinamo Sassari versione post season per 78-65. Una vittoria che pesa come un macigno a questo punto nell’economia della Serie e che vede i lagunari a questo punto in vantaggio per 3-2 e con la chance, tra 48 ore, di poter tornare sulla cima d’Italia due anni dopo il trionfo di Trento il 20 giugno del 2017. Sarà una coincidenza che appunto dopodomani al PalaSerradigmi, quindi ancora in trasferta, la Reyer Venezia possa vincere il suo 2° scudetto in tre anni?
Con la cabala non si vincono gli scudetti bensì con una difesa da primato. E proprio aggrappandosi alla propria, granitica difesa, questa sera i ragazzi di Walter De Raffaele hanno surclassato nelle fasi iniziali, così come in #Gara3, una Dinamo Sassari apparsa lenta questa sera, impacciata, vittima di questa morsa letale in cui Julyan Stone ha fatto di tutto, suonando virtualmente la carica per gli orogranata: una difesa personale su chiunque gli capitasse a tiro in qualsiasi zona del campo, che non solo ha messo tanta sabbia nell’ingranaggio sardo ma che ha caricato psicologicamente ogni compagno. I suoi numeri non sono da MVP, quello se lo dividono equamente forse il solito Austin Daye (20 p.ti e 7 rimbalzi), e Rashwan Thomas (20 p.ti e 10 rimbalzi, per una doppia doppia inutile), ma se è vero che Ettore Messina lo vorrebbe all’Olimpia Milano per ripartire da lui, fatevi qualche domanda e datevi la risposta!
La Dinamo Sassari è quindi nuovamente rimasta impigliata nelle maglie dei veneti, che hanno tolto sin da subito spazio e luce sia a Jack Cooley quanto a Dyshwan Pierre, evitandogli i consueti numeri vicino a canestro che li han resi leggendari in questa stagione. Il risultato è stato eccellente per la Reyer: soltanto 4 p.ti a testa per i lunghi sardi che, non trovando il solito sbocco offensivo nei pressi del cotone avversario, sono andati sovente in affanno, affidandosi come riportato prima ad un Rashwan Thomas esemplare e ad un Marco Spissu commuovente per spirito di dedizione (17 p.ti con 3/5 dalla lunga).
Una vittoria netta quindi, condotta dalla Reyer Venezia in testa dal primo possesso sino al tracimante +13 finale, in cui i ragazzi di Gianmarco Pozzecco han dovuto anche lamentare l’assenza di Stefano Gentile, acciaccatosi per un colpo fortuito nel secondo periodo vs Mitchell Watt. Ma a penalizzare Sassari è stata anche una pessima percentuale da tre (6/23 per un 26% negativo), che ha avuto spesso ad esempio un Tyus McGee solo al tiro in almeno quattro circostanze e che ha visto l’ex di turno chiudere con uno 0/5 non da lui dalla lunga. Eppoi è difficile espugnare il Taliercio mettendo dentro solo 65 punti finali, vincendo nel computo dei parziali solo il secondo (17-20), subendo poi nei tre restanti la possanza fisico-atletico della Reyer Venezia.
La gara è vissuta sul primo break iniziale dei padroni di casa (7-2) grazie ad uno spumeggiante MarQuez Haynes, come spesso è capitato in questa Finale Scudetto, in cui i veneziani sono scappati avanti senza mai voltarsi indietro, subendo però come logico la reazione della Dinamo che non ha mai dato la sensazione di poter agganciare gli avversari, se non alla fine del secondo periodo, dopo il libero di Rashwan Thomas del momentaneo 34-32 del 19′ di gioco.
Andati al riposo sul 38-34, con quindi i lagunari già in contro-parziale da 4-0 sino allo scadere del 20′ di gioco e con la Dinamo ferita ma non morta, il terzo periodo segnava definitivamente l’esito del match con la Reyer Venezia che rientrava in campo assatanata come non mai, marcando un parziale da 10-0 (48-34, +14 al 23′), siglato da una delle tre triple totali messe a segno da un Michael Bramos silente ma efficacissimo (11 p.ti per lui alla fine, 3/5 dalla lunga). Il tempo chiamato da coach Pozzecco rimetteva in parte le cose a posto grazie a Marco Spissu (48-44, contro-parziale da 0-7 dei sardi), ma un diligente quanto prezioso Andrea De Nicolao prima da sotto (8 p.ti per lui), ed il solito Austin Daye da tre rimetteva a distanza di sicurezza Venezia, senza mai mollare un centimetro in difesa (53-46 al 28′). Si chiudeva sul 60-53 il terzo periodo per la Reyer, grazie ad un pungente Stefano Tonut bidimensionale ed al solito Andrea De Nicolao da tre.
Nel quarto periodo la fatica si faceva sentire, la Dinamo trovava i primi (ed unici), 4 punti consecutivi da parte di Dyshwan Pierre per il 60-57 ma due triple consecutive di Austin Daye ed Andrea De Nicolao ricacciavano indietro gli ospiti che, sul 66-57 al 35′, accusavano il colpo, confermando che questa #Gara5 fosse in mano agli orogranata. Anche Jack Cooley metteva dentro consecutivamente i suoi unici 4 punti di tutta la partita per la speranza dei sardi di rientrare in gara (66-61), ma la fatica con cui i biancoazzurri riuscivano a trovare la via del canestro indicava che la difesa veneziana stesse reggendo alla grande, con il solito Julyan Stone a tappare quasi ogni falla, specie vicino al proprio ferro. E quando Jamie Smith metteva dentro la sua seconda ed ultima tripla del match (68-64 al 36′), ecco ancora sempre lui, Austin Daye a ripagarlo con egual moneta (71-64 al 37′), e successivamente a mettere dentro due liberi del 73-64 a poco dal termine. E quando MarQuez Haynes, approfittando della scivolata sul parquet umido del suo controllore Marco Spissu, andava dritto per dritto nel cuore della difesa sarda schiacciando a due mani il canestro del 75-64 negli ultimi 100″ di gioco, la gara era pressocchè decisa per il tripudio del popolo ororgranata e la costernazione biancoazzurra.
Quindi ora si giocherà tutto in #Gara5, Sassari per restare ancora nella Serie e la Reyer per il suo scudetto che, sebbene in molti avessero pronosticato alla vigilia del campionato e sottolineato durante la prima parte della regular season, in pochi avrebbero creduto proprio per il modo con cui Walter De Raffaele & Co. si erano presentati all’inizio di questo Playoff Scudetto 2019. Non è mica finita, pensare quindi che la Dinamo nella propria tana possa risorgere dalle ceneri fumanti di questa sera non è follia, anzi, sarebbe nella logica di questa Serie avvincente come da copione. Ma la sensazione lasciata sul campo questa sera è che Sassari probabilmente stia soffrendo la maggiore esperienza dei lagunari, con i suoi capitani di lungo corso come Julyan Stone, Michael Bramos, Gasper Vidmar, MarQuez Haynes ed Austin Daye, un manipolo di gente che ha già vinto in carriera e che stia avendo la meglio vs la freschezza, l’agilità ed un pò l’inesperienza dei propri avversari, Poz compreso. Un Poz a nostro avviso anche dalla parte della ragione, arrabbiato a fine gara per le condizioni climatico-ambientali in cui si sono disputate questa gare al Taliercio. Ma lo era forse per le dichiarazioni di Walter De Raffaele di ieri, che lamentava i tanti liberi concessi alla Dinamo in #Gara3 e #Gara4 e che stasera avrebbe condizionato i grigi?
Glissando poi sul fatto che in questa #Gara5 il gioco dei sardi sia apparso scontato e incartapecorito, non è una colpa essere inesperti e sfacciati ma sovente, in certi contesti, conta sapere cosa fare e come farlo perchè lo hai già fatto in passato. D’altronde se Sassari dovesse perdere questa Serie Scudetto 2019, lo dovrebbe al modo in cui si è fatta riprendere e superare in #Gara1 e per come abbia subito l’impatto iniziale in #Gara3 in casa e questa sera, credete sia poco? Ma non è ancora finita…
Sala Stampa
Gianmarco Pozzecco by Giuseppe Malaguti
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Walter De Raffaele
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Umana Reyer Venezia – Banco di Sardegna Sassari 78-65
Parziali: 21-14; 17-20; 22-19; 18-12
Fabrizio Noto/FRED