Roma, 21 giugno 2019 – Nel primo giorno dell’estate 2019, il solstizio d’estate ci ha portato una splendida #Gara6, l’infinita Finale Scudetto tra Dinamo Sassari ed Umana Reyer Venezia, ovvero le regine che (non) temevano il caldo…
Alla vigilia della decisiva #Gara7 di domani sera, sabato 22 giugno, mi partono tutte quelle considerazioni e parallelismi con l’amata Virtus Roma, che seguo sin da quando il basket non conosceva la linea del tiro da tre.
Di grandi imprese ne ho viste, giocatori tanti, alcuni buoni, ottimi pochi e qualche campione.
Anche sconfitte e retrocessioni ma sempre con il cuore rimasto a quei campionati del Bancoroma 1983, con la Coppa Campioni e la Coppia Intercontinentale, la lunga pausa priva di vittorie sino a quella della Coppa Korac ed infine la SuperCoppa italiana.
Questo era la Virtus Roma.
Poi, la settimana scorsa a Sassari per #Gara4 ho rivisto quello spirito garibaldino ma non improvvisato dei “figli adottivi” del Poz, in quel catino chiamato PalaSerradimigni che con la sua atmosfera mi riportava alla bolgia sempre composta del Palaeur.
Li mi è sorta la considerazione di un parallelismo tra Sassari e Roma, che volentieri condivido con gli amici di All-Around.net compagni di viaggio nelle sorti della Virtus Roma.
Sassari e Roma, Dinamo e Virtus, divise da uno specchietto di mare, ma in realtà…Da anni luce di capacità manageriale sportiva.
Prendiamo ad esempio solo gli ultimi anni, quelli che vanno cioè dal 2010 ad oggi. Da quel lontano giugno duemiladieci in cui Sassari veniva su tra le big del campionato italiano, dopo aver respinto dalla Serie A2 gli assalti dei giallorossi ciociari di Veroli.
Cosa faceva nel 2010 la Virtus Roma? Andate a vedere.
La Dinamo Sassari nella sua storia in Serie A, da quel lontano 2010, ha partecipato a 6 finali: Supercoppa, Coppa Italia, Scudetto, FIBA Eurocup. Il totale dice 5 trofei portati a casa per i biancoazzurri.
E quell’anno che ci fece divertire con il fantastico triplete con Meo alla guida, vittorie su vittorie sino a farsi denominare “I Giganti”.
Poi ha sofferto il distacco forzato da Meo, il loro idolo Meo. Sembrava morta, la Dinamo Sassari di gente come Jerome Dyson, di David Logan e Meo, dei sardi tutti e dei sassaresi. Ma sono risorti ed eccoli qua, a contendersi uno scudetto in #Gara7 domani nel caldo catino della laguna veneta, contro una squadra dal budget due volte piu grande ed un roster del genere.
E Roma? La Virtus Roma? Che ha fatto in tutto questo periodo la Virtus Roma?
Non è mai risorta.
E ancora fatica a risorgere.
Arrivare anzi, tornare in Serie A1, non vuol dire di per se risorgere semmai riprendersi quello che si è tolta, da sola per giunta!
Un parallelismo Sassari e Roma, Dinamo e Virtus.
Troppo crudo? Troppo cinico? Fate Voi.
Oppure una semplice attestazione di come si possa lavorare (bene/meno bene), nel mondo manageriale del professionismo sportivo?
Gabriele Marini
GabMarini