La Virtus Roma si è presentata alla stampa. Bello, tutto molto bello. La location. L’accoglienza. L’organizzazione. La novità di un rinfresco alla giapponese – tanto si sa che i giornalisti vanno alle conferenze stampa solo per mangiare – la puntualità e la sintesi. Non c’è un ma. C’è caso mai un dispiacere che va al di là di come la si possa pensare sulla famiglia Toti: al tavolo dei relatori non c’era l‘ing.Claudio, ma nemmeno il figlio Alessandro tecnicamente e formalmente presidente in questo momento.
Due parole del tipo…“Mio padre vi ringrazia della vostra presenza così numerosa e spera di potervi incontrare al più presto per poter tornare a discutere con voi della Virtus” avrebbero dato un tono diverso a tutto il Media Day. Invece Alessandro è arrivato a cose fatte ed ha scelto un profilo basso. Va bene così però, ripeto, peccato.
Ha guidato la presentazione della Virtus che torna in serie A il Direttore del Marketing, il neo Direttore Marketing, Nicola Tolomei, in arrivo da Brescia e ancor prima dalla Federazione, socio di Dino Meneghin. Insomma uno che di mix tra pallacanestro e marketing, organizzazione eventi ne sa ed a cui tocca il compito di riportare l’attenzione della gente intorno alla società.
“Sono contento di vedere questa sala piena – ha esordito Tolomei dopo i saluti di rito specialmente al Presidente della Fip, Giovanni Petrucci – vuol dire che siamo partiti col piede giusto. La famiglia Toti ha deciso di riprendere quel discorso interrotto cinque anni fa, dimostrando che forse quella scelta dolorosa è stata anche corretta. AmoЯoma è il principio attraverso il quale la squadra torna a parlare al territorio e alle famiglie: vogliamo portare a palazzo i giovani, i bambini, con Virtus With Us insieme al Comitato regionale che ci metterà in contatto con 25mila bambini di 250 società del territorio, per poi arrivare anche alle scuole e alle università. Non è pensabile che i criteri di sostenibilità finanziaria sportiva siano solo in capo a una famiglia, dobbiamo puntare a fare molti più abbonamenti, per andare avanti abbiamo bisogno che tutti facciano un pezzo di strada con noi per aiutarci e dare supporto”. Giusto e bello.
Però. Come ha ricordato proprio Petrucci la città di Roma segue lo sport, persino il calcio che è nel DNA della Capitale, se le squadre offrono spettacolo e vittorie, a maggior ragione se le squadre che si offrono alla città non sono del calcio. Con questo non voglio mettere addosso tutta la pressione a Piero Bucchi ed alla squadra per carità. Ma così come giustamente Tolomei chiede pazienza per una valutazione sull’operato dell’ufficio da lui diretto, la stessa pazienza bisogna chiederla al pubblico di Roma del basket che ama la Virtus e che vuole tornare a riempire il PalaEur ma che ha bisogno per far questo “de ride” come si dice a Roma. Di essere coinvolta, di sentirsi parte di quel nome che è Virtus Roma, di sentirsi vicina alla Virtus, di sentirsi cercata e coccolata dalla Virtus.
A prescindere dai risultati che saranno i più lenti – forse ma speriamo di no! – ad arrivare.

Il tavolo dei relatori
“Se domenica 29 settembre con Brindisi in casa non ci saranno almeno 5mila persone la vedrei come una sconfitta personale; stiamo parlando del ritorno in Serie A, abbiamo fatto abbonamenti con politiche di prezzi contenuti, e oggi lanciamo la promozione BackToBack che darà il biglietto per Cremona al 50% a chi comprerà quello per Brindisi; faremo tutto l’anno queste formule incentivanti di ticketing dinamico“. Ha detto ancora Tolomei.
Bello anche questo e nonostante qualche dubbio, è realistico chiedere ad una città come Roma che alla partita evento del ritorno in serie A ci siano 5mila persone. Ma bisogna che tutta Roma sappia, che quella fascia di 2mln e poche decine di migliaia di persone comprese nella fascia d’età fra i 16 ed i 56 anni a cui ha fatto riferimento proprio Nicola Tolomei sappia che domenica 29 settembre alle 17:30 la Virtus Roma ospita la NBB Brindisi nella gara del rientro in serie A.
La città, i tifosi, la stampa non hanno responsabilità dirette, tocca alla Virtus Roma fare di tutto perchè all’inizio ci sia “un atto di fede” e poi una convinzione assoluta che la strada intrapresa sia quella giusta. La prima svolta sembra essere buona. La stampa deve certamente amplificare il lavoro di una società che in qualche modo sta rinascendo. E con le migliori intenzioni.
La dichiarazione del presidente Petrucci dice molte cose in questo senso:
“Il basket è più importante se sta nelle grandi città, e Roma è ovviamente una grandissima città, nevralgica per il basket, il calcio ha tanto successo anche perché queste città le tocca tutte. Personalmente devo fare un monumento alla famiglia Toti, perché da quando sono nel basket hanno investito tantissimo e come federazione la devo ringraziare. Ho apprezzato la scelta coraggiosa di tornare al Palazzo dell’Eur, e mi fa piacere vedere così tante persone qui, è un elemento che dà coraggio. Sono contento dell’arrivo di Nicola Tolomei alla Virtus, che ho conosciuto per il grande lavoro fatto in FIP e a Brescia ed è l’uomo ideale per pensare in grande insieme a Francesco Carotti, la famiglia Toti, e un coach di livello come Piero Bucchi. La Virtus oggi è una bella realtà e mi auguro che possa andare bene perché è una società storica, importante, e dobbiamo tifare per questa realtà; vivendo a Roma la Virtus ce l’ho nel cuore. Sostenendo Roma possiamo portare la cultura del basket in città oltre il calcio”.
In quel passaggio finale “…Sostenendo Roma possiamo portare la cultura del basket in città oltre il calcio” c’è tutto il senso di una grande operazione alla quale è chiamata la Virtus Roma.
E la squadra? Parola a Piero Bucchi:
“Per noi professionisti essere a Roma è molto bello ed emozionante, per me è la seconda puntata qui e quando mi hanno chiamato sono venuto con entusiasmo perché Roma è Roma. La città deve essere nel panorama cestistico nazionale e cercare di starci a lungo, questo è l’obiettivo con la squadra quest’anno perché essendo una neopromossa non è scontato e cerchiamo un passo alla volta di conquistare prima di ogni cosa la salvezza. Garantisco tanto impegno e entusiasmo per tutto lo staff, la squadra ora deve allacciare le cinture e andare al massimo in vista dell’esordio”.
Che squadra vedremo in campo?
“Una squadra che ha già dimostrato di essere disponibile a difendere e questo essendo la base della pallacanestro è fondamentale. E poi che ha una notevole predisposizione a passarsi la palla e questo mi piace molto perchè in linea col tipo di pallacanestro che piace giocare a me“.
Ecco, qui bisogna applicare un concetto molto importante che non sempre questa città – che prima del calcio ha nel DNA un impero, il papato, il governo, i ministeri e dunque tante cose importanti – non sempre riesce ad esprimere: PAZIENZA. Ci piacciano o meno i giocatori, ci piaccia o meno Piero Bucchi – che è il vero valore aggiunto – ci piaccia o meno il colore della canottiere, bisogna dare a questa squadra nuova, piena di esordienti nella pallacanestro che conta, il tempo di capire che quelli con la maglietta dello stesso colore sono compagni di squadra e quindi gli si può passare la palla – fidarsi di loro-aiutarli in difesa ed in attacco. Capire in che mondo sono capitati e perché gli arbitri fischiano colì invece che colà. Giudicare, valutare questa squadra prima di qualche mese sarebbe ingiusto e scorretto.
Noi di All-Around lo faremo partita per partita tanto per l’insieme quanto giocatore per giocatore.
In bocca al lupo Virtus Roma, per tutto.
Eduardo Lubrano