Milano, 12 ottobre 2019 – Recitava un vecchio detto che una maratona inizia dal primo passo, e un grattacielo dal primo mattone. Questa vittoria contro uno Zalgiris profondamente rinnovato rispetto a quello miracoloso degli anni scorsi, ha tutta l’aria di essere il primo passo biancorosso verso una costruzione di un qualcosa di grande.
Ma, come ben sanno gli ottomila presenti (peraltro un pò pochini, ci si era abituati ad altri numeri…), il passo l’Olimpia ha rischiato di farlo all’indietro, dopo il primo KO a Monaco di Baviera.
Certo è che quando inizi con un parzialone di 23-7, non facendo segnare gli avversari nei primi 5 minuti, devi avere il killer instinct di chiudere subito la partita. Invece, dopo un primo quarto ottimo ma con la complicità lituana, Milano si è persa piano piano, ed ha trovato solo nel finale le certezze che potessero accompagnarla fino ad una vittoria che vale molto più dei semplici 2 punti.
Vale per il morale, perché vincere aiuta a vincere. Vale per la classifica, perché una sconfitta sarebbe stato un mezzo disastro, il fatto di rimanere a zero punti avrebbe innescato polemiche e creato ansia.
Così non è stato, nonostante un Walkup mai visto su questi livelli prestazionali. Nel terzo quarto ha fatto a fette la difesa milanese sul pick and roll continuando a spezzare il raddoppio del lungo, finendo poi in penetrazione con buona tecnica ed un insospettabile atletismo. In questa partita non ha fatto rimpiangere Walters, anche se da fuori lo 0/1 lascia comunque un po’ perplessi.
La squadra dell’ex play di Maccabi e Barcellona è parsa un po’ troppo povera di talento per poter competere solo con tattica ed organizzazione: se Landale ha già convinto (ma l’avevamo visto ai mondiali in Cina che era buono come il pane), e Leday probabilmente ha solo sbagliato partita, gli uomini in meno rispetto al passato si chiamano Perez ed Hayes.
Perez sembrava uno juniores e do tempo altre 2 partite prima di assistere al taglio in favore di un piccolo americano che crei dal palleggio; Hayes invece mi è sembrato bisognoso di tempo per adattarsi al gioco lituano.
In casa Olimpia testa e spalle su tutti Jeff Brooks, sempre più a suo agio nel ruolo di 3 dove riesce a dare fisicità ed atletismo in difesa e a rimbalzo anche se poi in attacco non bisogna pretendere che crei palla in mano ma accontentarsi che crei attacco battendo i close-out avversari.
Rodriguez ha giocato invece un altra partita sontuosa, alternando soluzioni individuali dal palleggio immarcabili ad una capacità di trovare l’uomo libero innata.
Bene Scola che al solito ha fatto vedere movimenti ormai desueti in questo basket moderno: semiganci morbidi come la seta e piedi perni da far invidia a tutti i pivot del mondo; i 4 rimbalzi offensivi invece sono un inno al mestiere, alla furbizia e al rapacismo (brrrr…) di cui il buon Luis è dotato in quantità industriali.
Partita dell’ex per il buon White che ha finalmente dato segni di vita. Sarà stata la recente paternità che l’ha scosso dal torpore, ma rispetto alle prime uscite ha messo in mostra tutt’altra vigoria fisico-atletica (che poi è la sua “standard”), fondamentale per il suo stile.
Nonostante i 5 rimbalzi in meno han giocato una buona partita i due centri, specie Biligha. Tarczewski ha avuto problemi di falli come spesso gli accade e deve imparare a convertire in canestri con maggior cattiveria le opportunità che gli si presentano sotto canestro.
L’ex Venezia invece è stato autore di giocate importantissime per il momento in cui le ha fatte e per il peso specifico che hanno avuto: il buon Paul sta accrescendo la considerazione presso staff tecnico e tifosi, ed anche chi non lo considerava di questo livello si sta ricredendo.
Buon rientro di Micov dopo lo stop, mentre Roll nonostante le difficoltà palesate contro l’ottima zone press lituana ha comunque stampato un paio di canestri da cineteca. L’impressione comunque è che faccia fatica a dividere gli spazi con Micov, ma diamogli e diamoci tempo, in fondo questa squadra deve ancora allenarsi a ranghi completi.
Il pacchetto italico ha dato il suo mattoncino per portare a casa il referto rosa: il Cincia sacrificandosi in difesa, Della Valle con un canestro e due liberi che a conti fatti hanno inciso. La nota negativa stavolta ha le sembianze di Ricky Moraschini: sconclusionato e pasticcione, sembra soffrire la differente fisicità che c’e’ in campo europeo ma anche per lui va fatto il discorso di cui sopra. Tempo al tempo.
Mi sono piaciuti molto i quintettoni proposti da un coach Ettore Messina, meno l’attacco contro la zone press. Questa difesa ormai non si vede più sui campi nostrani: bravo Jasi a proporla con efficacia e devo dire che mi sarei aspettato anche una 3-2 contro certi quintetti milanesi.
Sono, e penso che lo sarete anche voi lettori, sempre più curioso di vedere questa squadra al completo con Mack, Nedovic e Gudaitis. Curioso di vederla all’opera ma anche di vedere che tipo di minutaggi e rotazioni vi saranno. Purtroppo però bisognerà aspettare ancora un pochino, sperando nel frattempo di non lasciare troppi punti per strada.
Cristiano Garbin
@garbo75
Photo by Alessandro De Giorgio