Vostro Onore (il pubblico di All-Around.net),
devo con questa mia, chiedere scusa per le diverse sciocchezze che nella presentazione di Banco di Sardegna Dinamo Sassari-Virtus Roma di venerdì 1 novembre, ho detto in video alla presenza del Direttore del nostro giornale online, Fabrizio Noto. Qui trovate quella registrazione, ed al minuto 15.15 della stessa assisterete alla mia tronfia dissertazione di come la Virtus Roma non sia squadra da prendere ceffoni o imbarcate imbarazzanti in termini di divario finale…
Più avanti troverete – se aveste ancora voglia di vederla una volta conosciuto il risultato e l’andamento della partita del Palaserradimigni – anche una mia asserzione di totale fiducia sulla capacità di Amar Alibegovic di stare in campo quasi come un veterano pur essendo un esordiente assoluto in serie A. Il tutto dando per scontato che la coppia di cosiddette “star” Dyson-Jefferson non potesse essere messa in discussione, salvo ovviamente serate storte che possono capitare a tutti. Ma individualmente, Uno alla volta.
Non cerco scuse Vostro Onore (sempre il pubblico di All-Around.net), rimango convinto di quel che ho detto, ma certo sono sorpreso dalla orribile serata che la squadra nel suo complesso ha prodotto al cospetto di una magnifica Dinamo che ha certamente contribuito ad annichilire la Virtus ed a metterne in mostra i limiti, ma che la stessa Virtus ha sulle spalle come atteggiamento. Fatta eccezione con la E maiuscola per Tomàs Kyzlink e Giovanni Pini, unici combattenti razionali e con le palle mentre la nave affondava.
Colpevole io, Vostro Onore, ed in futuro sarò più prudente nelle disamine pre gara, colpevoli i giocatori della Virtus, fatta Eccezione per i due su citati, perché l’atteggiamento proposto è stato da subito arrendevole e rassegnato come se fosse logico che di fronte ad una squadra così forte come la Dinamo dovesse finire con una sconfitta. Il che è anche accettabile. Quello che è intollerabile è la pesantezza della sconfitta :108 a 72 vuol dire 36 punti che vuol dire quasi 40 punti di distacco, anzi vuol dire 40 perchè ad un certo punto ce ne sono stati anche 44 punti di distacco. Vada per l’eccezionalità della serata ma visto che è la seconda scoppola rimediata dalla Virtus in 7 giornate di campionato (63 ad 87 con la Happy Casa Brindisi in casa al PalaEur) forse due paroline bisogna dirle.
Una ai giocatori più rappresentativi: se mollano loro molla tutta la squadra e si va in giro per l’Italia a fare brutte figure perché per adesso la squadra, quella vera che può andare in campo in modo competitivo è composta da SETTE GIOCATORI SETTE e cioè Dyson, Jefferson, Buford, Kyzlink, Alibegovic, Baldasso e Pini. E forse Rullo che a Sassari ha dato segnali di vita anche se deboli. Di questi sette Alibegovic, Baldasso e Buford sono alla prima in serie A con tutto quello che vuol dire e Buford è nel bene e nel male il tipico esempio di giocatore di squadra. Nel senso che se la squadra lo innesca può essere devastante col suo tiro, altrimenti fa fatica (vedi con Milano e appunto Sassari). Baldasso sta capendo cosa vuol dire il lavoro del playmaker in serie A ed Alibegovic è alle prese con una crescita esponenziale che può subire battute d’arresto impressionanti evidentemente come contro la Dinamo.
Sto dicendo che è colpa di Dyson e Jefferson? No, assolutamente no. Perchè evidentemente in una squadra tutto è responsabilità di tutti ma certamente loro due sono quelli con più classe ed esperienza e se non la mettono in campo allora tutti sono nei guai. Quindi loro hanno una percentuale di responsabilità maggiore rispetto agli altri perché sono i leader.
Le altre paroline vanno alla società Virtus Roma: il ritorno in serie A è stato difficile, l’estate è stata complicata da mille situazioni che adesso non serve esplorare. Il budget a disposizione è evidentemente quello di una squadra che deve salvarsi e poco più. Se c’è un più e se c’è la volontà di aggiungerne un altro di più urge mettere a disposizione di coach Bucchi un giocatore da serie A che sia immediatamente in grado di tenere il campo al quale bisogna solo spiegare gli schemi e basta. Per allungare le rotazioni, per dare un’opzione in più all’attacco per rendere ancora più forte il concetto di squadra anche dalla panchina.
Chiudo Vostro Onore dicendo che troppa distanza ho visto tra la squadra che si è battuta con l’Olimpia Milano solo sei giorni prima – andando a 27 secondi dalla vittoria – e quella morbida e inconsistente che dopo 10 minuti e 55 secondi “l’ha data su” come dicono a Milano, alla Dinamo. E quindi non voglio credere a questa seconda versione e a Desio con l’Acqua San Bernardo Cantù mi aspetto nuovamente la Virtus delle quattro gare pre Sassari. Lo spero davvero. Grazie Vostro Onore
Eduardo Lubrano