L’altra faccia della medaglia di Jerome Dyson e Davon Jefferson: insopportabili ed irritanti a Sassari, decisivi – per la Virtus Roma – a Cantù in casa dell’Acqua San Bernardo per la vittoria, 74 a 76. Una partita che ha cambiato padrone almeno 40 volte come i minuti giocati e quindi non ne ha avuto mai uno se non il tiro da 3 del quale Cantù ha abusato, 7 su 30, e Roma ne ha fatto un uso più morigerato e più efficace, 9 su 20.
La gara è iniziata al ritmo di corsa di Cantù ma con la vena del grande ex, Davon Jefferson autore di 8 punti e di Dyson che aiutati da Kyzlink e Buford hanno issato Roma fino al vantaggio di 4 punti alla fine dei primi dieci minuti, 19 a 23. Perchè se il tiro dalla lunga di Cantù non è esistito, il gioco interno ha funzionato bene ed anche quello in transizione con Pecchia in grande spolvero, imprendibile per la disattenta…diciamo così difesa…diciamo così… capitolina.
I minuti dal 11° al 20° sono stati un piccolo show di Cantù grazie alla super partenza offensiva di Simioni che in avvio di periodo ha messo in crisi chiunque di Rima gli si parasse davanti: 6 punti in un amen che hanno innescato la rimonta canturina concretizzata dalla seconda tripla della serata, quella di Collins per il 30 a 29 e per la quale Bucchi ha chiamato time out a 5’54 dal termine. Buford ha rimesso davanti Roma ma poi l’attacco dei padroni di casa si è rimesso in moto molto bene con Pecchia, Wilson, Young e Burnell che in chiusura di quarto ha scherzato con Jefferson che sembrava esser lì solo per onor di firma, in difesa almeno. Metà gara sul 47 a 40 con molte e legittime speranze per Cantù: potremo mai continuare a tirare così male da oltre l’arco?
Sì, si può continuare a tirare così male ma il fatto è che negli spogliatoi Bucchi deve aver trovato le parole giuste per mettere nella testa dei suoi che senza difesa le partite si perdono. Risultato: aggressività e concentrazione nella propria area per quelli della Virtus, aggancio e sorpasso dopo 3’50” sul 53 a 50 con una tripla di Dyson. A quel punto è tornato a segnare anche Jefferson, Giovanni Pini è stato monumentale a rimbalzo in attacco toccando mille palloni per altre occasioni ed il vantaggio di Roma si è consolidato intorno ai 4 punti. Dall’altra parte Cantù che non ha più appoggiato il pallone sotto canestro ha faticato tantissimo a circolare la palla ed a correre ed ha messo insieme la miseria di 13 punti per la buona vena di Young e qualcosina di Clark che però viaggiava con uno spaventoso 0 su 7 da tre. Dopo trenta minuti 60 a 64 con legittima impressione che Roma avesse le mani sulla partita.

Corban Collins vs Virtus Roma
Impressione confermata dai primi cinque minuti dell’ultimo quarto nei quali Dyson – devastante nel segnare e mettere a disagio la difesa avversaria con le sue iniziative – Baldasso, Pini e Kyzlink hanno portato la Virtus sul più dieci, 62 a 72. Però qui ci deve essere stato qualcuno che ha staccato l’interruttore della formazione di Bucchi e riattaccato quello dei ragazzi di Pancotto. Pecchia ha lasciato di sasso Baldasso su una rimessa sotto canestro, Clark ha trovato dall’angolo destro dell’attacco canturino la prima tripla della sua partita, poi un altro canestro da due inframezzato da uno di Pini e ancora la seconda tripla di Clark: 72 a 74 con un minuto da giocare. Un confuso attacco romano ha prodotto una palla vagante a terra sulla quale si sono buttati tutti – una scena stupenda di agonismo e voglia di vincere in realtà – e che Pecchia ha conquistato per lanciarsi in contropiede. E’ stato fermato da Baldasso con un fallo che ha mandato il numero 32 di Cantù in lunetta a 32 secondi dal termine. due su due ed attacco di Roma: Dyson – che in precedenza aveva forzato un paio di conclusioni da lontano – si è inventato una penetrazione contro la difesa schierata ed ha prodotto un sottomano ad olio che solo uno come lui poteva pensare ed ha segnato, 74 a 76. Rimessa in zona d’attacco per Cantù. Clark viene indirizzato da Dyson verso il centro dell’area dove Jefferson ha trovato il tempo giusto per stopparlo. Fine della partita e tutti con qualche chilo in meno per la tensione.
Sala Stampa
Cesare Pancotto
“È stata una partita ad altalena. Un up and down continuo dal +7 al -10. Questa sera abbiamo commesso troppi errori per eccesso di fretta. Abbiamo avuto poca lucidità, soprattutto quando abbiamo costruito il vantaggio, non riuscendo a crearne di più, e nei momenti di recupero. La migliore lucidità ti consente di cercare il miglior tiro, invece, ci siamo accontenti del tiro da tre e se devo guardare i numeri, la partita si vince là. In difesa abbiamo aspettato e non aggredito. Contro una squadra che ha giocatori di talento, come Dyson e Jefferson ma non solo, bisogna cercare di aggredire, non aspettare. Se tu aspetti l’onda, l’onda ti travolge, se tu le vai incontro, la scavalchi. Quando li abbiamo aggrediti, abbiamo creato il vantaggio del secondo tempo e il recupero nel secondo tempo. Dobbiamo migliorare gli uno contro uno, soprattutto sul perimetro. Dentro l’area ce lo aspettavamo e siamo stati più che dignitosi. In alcune situazioni poco bilanciamento nel contropiede. Di positivo mi prendo la grande volontà che abbiamo dimostrato di avere e la tanta energia che abbiamo messo nel recupero, sul -10, nonché il fatto che abbiamo giocato un buonissimo primo tempo, sia in attacco che in difesa. Abbiamo perso e ora, come quelli che perdono, ci rimbocchiamo le maniche e ripartiamo: noi siamo pronti a ripartire”.
Piero Bucchi
“Devo dire bravi ai ragazzi per aver disputato una partita molto intensa, con un ottimo primo quarto, mentre nel secondo abbiamo sofferto in difesa concedendo diversi contropiede e subendo qualche punto di troppo; nel secondo tempo abbiamo messo in campo un’ottima difesa, lasciando a Cantù solo 27 punti. Abbiamo avuto una buona circolazione di palla per quasi tutta la partita, che nel complesso è stata molto buona visto anche che eravamo reduci dalla gara di Sassari dove avevamo preso due pugni in faccia, quindi bravi i ragazzi per aver ripreso la strada lasciata dopo Milano, hanno fatto una partita di grande generosità“.
Acqua San Bernardo Cantù-Virtus Roma 74-76
Parziali: 19-23; 47-40; 60-64; 74-76
Eduardo Lubrano