L’aria in casa Stella Rossa cominciava a farsi pesante perché le vittorie latitavano e l’ultimo posto si appropinquava inesorabile. Invece, come la Fenice, dopo tre risultati negativi, la squadra serba risorge dalle sue ceneri e va a vincere una complicatissima partita in quel di Kaunas.
Lo Zalgiris parte bene, e già nel primo quarto tocca il +7. La Stella Rossa non ci sta e recupera: l’aggancio avviene in chiusura di primo tempo. Si va all’intervallo sul 59-61.
Nella terza e quarta frazione i lituani ci provano, ma la partita è una battaglia, dove a prevalere sono le difese e il fisico sugli attacchi e la tecnica. (saranno 46 i falli commessi a fine partita). Nonostante tutto alla Zalgiris Arena i padroni di casa si trovano avanti di due lunghezze a 54″ dalla fine.
Tuttavia i delije decidono (“eroi” in serbo, il soprannome di cui amano fregiarsi i tifosi ndr.) di rendere onore al loro nome. Dalla lunetta Faye (5 punti, 7 rimbalzi e tanto lavoro sporco in quasi 28′) realizza due liberi di importanza capitale, e poi ci pensano Baron (14 punti e 4 rimbalzi) e Brown (12 punti, 5 rimbalzi e 3 assist). Quest’ultimo fa la giocata che vale il match: tiro di Jenkins (6 punti e 5 rimbalzi) corto, il pallone sembra scivolare tra le mani di Lekavicius, ma l’ex-Toronto -nonché campione NBA in carica- è più veloce ad agguantare la sfera e realizza un jumper da 2m tanto difficile quanto importante.
Alla giostra dei tiri liberi Grigonis e Brown fanno entrambi 1/2: il risultato è che lo Zalgiris ha nelle mani il tiro della possibile vittoria. Rimessa da fondo campo con 4″ a disposizione. Lekavicius (9 punti e 3 rimbalzi) si prende le sue responsabilità, ma il tiro si spegne sul ferro più lontano.
Per i serbi arriva una meritatissima vittoria che è essenzialmente linfa vitale per la loro stagione.
Lo Zalgiris dopo un ottima partenza in cui aveva raccolto gli scalpi di Real, Fenerbahce e ASVEL sembra un po’ impantanata nei bassi fondi della classifica “grazie” a quattro sconfitte consecutive. Quello che balza agli occhi di questa prestazione è lo scarso apporto dei tre statunitensi (Walkup, LeDay e Hayes).
Adesso entrambe le formazioni sono attese da appuntamenti alla loro portata: in Serbia arriva il Valencia, mentre lo Zalgiris vola a Berlino.
Zalgiris Kaunas – Crvena Zvezda 59-61
Parziali: 21-16; 10-17; 15-14; 13-14;
L’Alba Berlin è chiamata alla prova di maturità: deve dare seguito alle due vittorie di fila e dimostrare che non sono state due coincidenze. La squadra 8 volte campione di Germania però è rimandata in pieno. Non entra mai in partita e prende una meritata batosta. Gli unici “6” in un mare di insufficienze sono per Eriksson (16 punti) e Mason (15 punti e 3 rimbalzi).
Dall’altra parte c’è però un Olympiakos che non sbaglia nulla. I greci partono forte e sono sul +13 già a fine primo quarto, nella seconda frazione toccano il +22. Poco da aggiungere su un monologo a tinte biancorosse: Rubit fa 16 punti e agguanta 8 rimbalzi, Printezis ne mette 15 (6/9 dal campo), Papanikolau e Paul portano alla causa 12 punti ciascuno.
Nel prossimo turno la squadra del Pireo ospita la nostra Olimpia Milano. Starà a Messina trovare la giusta formula per trovare la seconda vittoria stagionale in quel di Atene.
Per l’Alba all’orizzonte si vede lo Zalgiris. La sfida assume i contorni di uno spareggio; per entrambe le squadre vincere significa provare a rilanciare una stagione fin qui fallimentare, mentre perdere vorrebbe dire affondare, forse, definitivamente.
Alba Berlin – Olympiakos 80-99
Parziali: 17-30; 21-25; 19-21; 23-23;
Dottor Valencia e Mister Hyde. Se esistesse un libro sulla stagione degli spagnoli non dubitiamo sarebbe questo il titolo.
In particolar modo in questa partita: la squadra scende all’inferno già nel primo quarto quando tocca il -16 dopo appena 5′. Inizia la risalita -durissima- per la squadra naranja.
Marinkovic (13 punti) suona la carica con una bomba ed in chiusura della prima frazione il Khimki è avanti di “soli” 7 punti. La svolta arriva nel terzo quarto quando i padroni di casa prendono stabilmente il comando della partita.
A nulla servono le doppie-doppie di Jovic (19 punti e 11 assist) e Booker (14 punti e 10 rimbalzi). La partita è decisa da Dubljevic (18 punti e 7 rimbalzi), dai 15 punti e 10 rimbalzi di Tobey e passa attraverso le mani di Colom (12 punti e 11 assist) che non tremano quando conta.
Allo scoccare della sirena finale il tabellone luminoso riporta 89-84.
Vittoria meritata per il Valencia che dopo una partenza-shock (5 sconfitte nelle prime 5 partite) sembra ora aver ingranato la marcia ed inanella la terza vittoria di fila, la quarta nelle ultime 5.
Dopo il fine-settimana la squadra di Ponsarnau affronterà la Stella Rossa nella loro tana. Se a Belgrado si dovesse presentare la versione Mr.Hyde sarà una sfida complicatissima. Se, viceversa, dovessimo vedere la versione Dott.Jekyll allora la sfida sarebbe ampiamente alla portata degli spagnoli.
Per il Khimki non più tardi di una settimana fa si parlava di una situazione rosea, ma la Spagna gli è stata amara. La doppietta fatale Real-Valencia porta due sconfitte in meno di 48 ore che fa scivolare i russi da un potenziale primo posto ad un concreto settimo posto (con il Pana che vincendo stasera a Monaco li aggancerebbe).
Il Khimki si prepara ad affrontare la terza trasferta consecutiva. Il 28 novembre alla Ülker Arena ad aspettarli ci sarà il Fenerbahce. Le speranze dei moscoviti sono riposti nella crisi apparentemente senza fine dei turchi; non dubitiamo che stasera staff e giocatori butteranno un occhio su ASVEL-Fener.
Valencia – Khimki Moscow 89-84
Parziali: 26-33: 25-15; 21-22; 17-24;
Emanuele Giorgi