Se siete nostri affezionati lettori vi verrà in mente quanto letto da questi schermi negli ultimi tempi: il calcio al secchio di latte ad esempio, ne avevo parlato nell’articolo post sconfitta al Pireo. I miei timori erano fondati, e quel calcio al secchio è puntualmente arrivato ed a darglielo ci hanno pensato i serbi belgradesi, che sono sì una buona squadra ma niente che un Olimpia in salute non avrebbe potuto battere.
Il problema è proprio questo: Olimpia e salute son due parole che in questi anni non possono stare nello stesso foglio. Certo, la sfortuna ci vede benissimo si suole dire ma se è aiutata anche dalla non preveggenza allora fa ancora più danni.
Mi spiego: che Nedovic, per dirne uno, non fosse un Ironman alla Riccardo Pittis (primatista, se ben ricordo, di gare consecutive giocate in LBA), era risaputo da tutti. Quindi i suoi infortuni non possono essere classificati come “Dea bendata contro Milano”.
Gudaitis, l’altro infortunato eccellente, è un armadio di 115 kg che doveva recuperare dall’infortunio peggiore per un cestista. Ad agosto lo si sapeva ed il buonsenso avrebbe potuto suggerire che una ricaduta o altri infortuni dettati dall’inattività non sarebbero stati eventi poco probabili.
Quindi l’ingaggio di un ala-pivot al posto del leggero White sarebbe stata auspicabile (e da me auspicata qua, il 28 luglio). Questo per dire che ad oggi il mercato fatto in estate si sta rivelando insufficiente, numericamente parlando (ma non solo).
Bisogna anche prendere coscienza che il tentativo di affrontare due campionati con lo stesso roster non può essere più sostenibile, se mai lo è stato. Io ricordo una delle ultime versioni della Mens Sana Siena, che in Europa puntava dichiaratamente alle Final 4, avere un roster a 18 e in Euroleague si giocavano le #Top16, giocando la metà delle partite odierne (con la metà dei viaggi…).
E’ giunta l’ora di varare due roster distinti, una AX Europe e una AX Italy. Certo, bisognerà alzare il budget, ma meglio spendere 30 ed ottenere risultati soddisfacenti che 24 e non ottenerli.
Ma torniamo al presente: tanti infortuni certamente ma anche troppi giocatori dal rendimento inferiore alle aspettative. Sulle cause, tutti adesso ne stanno scrivendo. Noi invece andiamo diretti alle soluzioni: se per White a mio parere il destino non può essere che quello del taglio, per Mack la situazione è diversa anche per l’infortunio a Nedovic. Messina difficilmente sconfesserà una sua scelta, anche se le dichiarazioni in sala stampa farebbero pensare il contrario.
Per chi scrive vanno lette in un tentativo di pungolarlo dal punto di vista mentale, vedremo se funzionerà: rimane la mia convinzione che un innesto si rende necessario. Le caratteristiche poi le deciderà ovviamente il coach-president, io consiglio un esterno con punti nelle mani.
Mi limito a fare tre nomi del sommerso (ma mica tanto): Josh Gray, capocannoniere in G League, un folletto di 185 cm che sa segnare in mille modi. E Kyle Guy, una combo guard bianca di 193 cm che attualmente sta facendo la spola tra Sacramento Kings e G League.
Il terzo nome viene dalla vecchia Europa e precisamente dalla Francia: segnalatomi dal mio compagno radiofonico Luciano Pizzi, si tratta di Rob Gray, anche lui un piccolo folletto con tanti punti nelle mani capace di cambiare ritmo alle partite e già esperto di cose europee.
Al posto di White invece molti vorrebbero un 3 tendente al 4 da alternare a Brooks. Per me invece sarebbe meglio prendere un 4 tendente al 5 , perché con il Tarczewski odierno e senza Gudaitis le altre squadre hanno troppo vantaggio sotto canestro. Ed a Scola non si può chiedere di fare la prima punta offensiva e di essere efficace in difesa e a rimbalzo.
La ricerca in questo caso è più difficile, se devo sparare un nome compatibile con le idee di basket di Messina, con le casse societarie e che non rompa troppo gli equilibri in squadra dico Jarred Uthoff anche se forse è poco 5 e tanto 4 perimetrale. Già visto allo Zenit in Eurocup ha nel tiro da 3 la sua arma migliore, comunque è un giocatore di sistema che potrebbe piacere a Messina.
Se invece devo indicare un nome che prenderei (o meglio, tenterei di prendere), qualora fossi GM, allora dico Jonah Bolden che a Philadelphia non va quasi mai nei 15, e coi quali ha firmato un triennale.
Potrebbe essere interesse di tutti farlo venire a Milano a giocare per riprendere ritmo e fare esperienza visto che ha 23 anni e dopo la stagione col Maccabi il campo l’ha visto sempre pochino.
Ma a parte il mercato bisogna anche che lo staff tecnico faccia aggiustamenti, sia per i minutaggi, sia per modo di giocare. Dice bene Messina quando sostiene che non si può vivere solo di pick and roll.
E allora, dico io, mi aspetto di vedere altre situazioni: che fine hanno fatto, nelle ultime partite, i blocchi per le uscite di Roll? E, a parte i primi 3-4 possessi, i post basso di Scola?
Perchè non coinvolgere fin da subito in attacco Kaleb anche dandogli la possibilità di qualche uno contro uno (sapendo che non è il suo pane e che potrebbe non essere produttivo in termini di punti, ma è un investimento “morale”)?
Perchè non sfruttare il tiro dalla media di Biligha? E perchè non tentare di “recuperare” Moraschini come è stato fatto con Della Valle?
Tutte domande che giriamo all’ex coach degli Spurs, certi che da qui possa avvenire una rinascita in tempi brevi di un Olimpia che non vogliamo vedere, come ogni anno, brillante ad ottobre e fiacca a Natale nonché eliminata da tutto a Carnevale.
Cristiano Garbin
@garbo75