La macchina Olimpia corre, inserisce la quinta marcia e sembra non volersi fermare. Gli interrogativi di inizio stagione sull`impegno effettivo profuso dai giocatori di Milano nel nostro campionato appaiono uno sbiadito ricordo, ora che contro la Dolomiti Energia Trentino è arrivata la quinta vittoria consecutiva.
Un cambio di mentalità collettivo, una barra della concentrazione sempre alta, come indicato da Ettore Messina nella conferenza stampa post-partita, questa la prima ragione del passo da fuoriserie dell`Olimpia, finalmente in grado di recitare il ruolo assegnatole da inizio stagione, in primis dagli avversari.
Non c`è mai realmente partita al Mediolanum Forum, nonostante Alessandro Gentile provi a mettere il suo talento al servizio della causa (con qualche forzatura di troppo a dire il vero) e Aaron Craft sia ultimo a mollare (non una novità di certo)
Milano tiene costantemente sotto controllo partita e dispendio energetico, con dodici giocatori a referto ed entrati sul parquet e nessuno sopra i 24 minuti di Sergio Rodriguez a velocità di crociera, comunque autore di una prestazione da 10 punti e 9 assist. Voglio dire: di cosa stiamo parlando? un marziano sul pianeta degli umani.
Trento, nonostante il continuo e generoso accompagnamento alla partita di Nicola Brienza e Lele Molin, non ha minimamente quella consistenza difensiva che ha reso l`Aquila una terribile outsider per tutti nelle precedenti stagioni: davvero troppe le distrazioni e le pause per poter pensare di essere squadra da playoff al momento. Trieste non esce dai box e non alimenta pensieri più pressanti di classifica per ora, ma bisogna cambiare registro per non trovarsi in pericolo più avanti.
L`Aquila ha bisogno anche di un contributo ben diverso da parte dei suoi americani: il Justin Knox dominante e bidimensionale di inizio stagione sembra essersi perso sulle Dolomiti e ricopre un ruolo marginale nel match (2 punti in 15′), Blackmon si sveglia nella ripresa e chiude a quota 16, ma gioca una pallacanestro tutta sua che non crea alcuna connessione cestistica con i compagni, George King è sempre battuto in 1vs1 mentre Rashard Kelly mostra di essere un atleta interessante a tratti, ma deve lavorare sul dare significato a ogni singolo possesso. Come si suol dire, lo staff tecnico bianconero ha le mani piene.
Tornando alle vicende dei padroni di casa, per la seconda volta in tre giorni il terzo quarto rappresenta il turning point della partita biancorossa, questa volta con un parziale di 19-9 che permette di scappare sul +15 e di staccare un po` la spina in vista della prossima sfida di Eurolega contro il CSKA Mosca, svuotando la panchina con gli ingressi di Paul Biligha e Christian Burns.
A inizio stagione avevo indicato nell`intensità dei cambi difensivi e nella rapidità delle rotazioni il termometro della AX Armani Exchange ed è stata proprio questa la chiave di volta che ha consentito ai biancorossi di sfruttare il contropiede e mettere a tabellone punti abbastanza comodi, dopo un primo tempo nel quale si è combattuto e non poco nelle due aree.
L`altro aspetto focale è sempre stato il movimento di uomini e palla, indispensabile per una squadra che non ha nella capacità di crearsi canestri dal palleggio e in autonomia la principale virtù, come invece accadeva alla Milano del Pianigiani bis. Nelle ultime due partite si sono registrati dei decisi passi in avanti, anche se il controllo delle palle perse (15) rappresenta tuttora un cruccio.
Spostandoci sul piano delle prestazioni individuali, il primo quarto ci ha mostrato la versione migliore di Aaron White nel capoluogo lombardo: vivo, presente mentalmente nella partita, gioca con l`intensità giusta e produce un paio di anticipi in difesa, tirando giù anche 4 rimbalzi. In attacco punisce la scarsa considerazione trentina sugli scarichi, anche se ancora non è parte integrante della manovra e si vede. Eppur si muove…
Amedeo Della Valle sta tornando. Dopo la fastidiosa infiammazione alla fascia plantare ha faticato a ritrovare il ritmo-partita, ma appare decisamente in ripresa così come Arturas Gudaitis sotto canestro, cui bastano 14 minuti per scrivere un 9+6 che non racconta sufficientemente il dominio che è in grado di esercitare negli ultimi due metri di campo. Intanto la condizione atletica migliora ed è elemento che cambia la vita, sua e di Milano.
Il suo compare Kaleb Tarczewski alterna un primo tempo con le solite amnesie che attentano allo spirito natalizio di Ettore Messina e tifosi con una ripresa tutto sommato solida, anche se non c`è il reale bisogno di produrre gli effetti speciali. Più Gudaitis cresce al suo fianco, maggiore risulta la sua serenità nel tenere il campo.
Riccardo Moraschini si fa sempre apprezzare per impegno e approccio alla professione, ma non si possono per questo mettere da parte le difficoltà che sta vivendo al tiro. Per carita’, sono momenti che si presentano nelle carriere di tutti i giocatori, fenomeni alla Rodriguez esclusi, e sono sicuro che il ragazzo moltiplichera’ gli sforzi per correggere un movimento attualmente in modalità Torre di Pisa.
Sul Chacho ormai si rischia di essere tremendamente banali, non possiamo che ripetere ciò che pensiamo di lui, ovvero che sia un fenomeno pienamente con le chiavi dell`autobus in mano, come voleva Messina in sede di presentazione della stagione. Un privilegio enorme poterne descrivere le gesta. E il 29 sarà faccia a faccia con un altro esemplare di scienziato del gioco, Milos Teodosic. Avanza pure un certo Stefan Markovic, il professor Vlado Micov e, probabilmente, Nemanja Nedovic.
Domenica 29 Dicembre, Fiera di Bologna Virtus Segafredo Arena: dopo il turno di riposo, l`appuntamento è da segnare con il circoletto rosso in casa Olimpia, con vista sulla vetta della classifica, dopo la caduta delle V nere a casa della Dinamo Sassari.
Photo by Olimpia Milano e Alessandro De Giorgio
Francesco Sacco
@sacco94