C’è voluto un pò per capire se fosse una notizia vera o uno di quei tremendi scherzi di qualche idiota che si diverte a mettere in giro notizie incredibili. Ma poi quando sul sito del New York Times o del Los Angeles Time la notizia è apparsa sulla home anche io ho capito che era drammaticamente vero. Kobe Bryant è morto a 41 anni in seguito ad un incidente col suo elicottero.
La famiglia del basket è in lutto: ho letto centinaia di messaggi su Facebook, su Twitter, Instagram di persone che dopo aver chiesto conferma hanno reagito in mille modi. Dolore, stupore, rabbia in qualche caso. Quasi che ad una leggenda non fosse permesso morire. O perlomeno non così. Non così giovane. Ragazzi di 24, 25 anni mi hanno scritto su wapp per avere conferma da me se fosse vero. Eppure loro Kobe Bryant l’hanno visto alla fine della carriera – si è ritirato nel 2016 – eppure…
Eppure Black Mamba era entrato sotto la pelle di tutti quelli che in qualche modo hanno a che fare con lo sport più di altri personaggi internazionali. In Italia abbiamo avuto con lui un rapporto speciale perché il papà Joe ci ha deliziato con il suo gioco bellissimo a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia, ultima tappa. Dai 3 ai 13 anni Kobe è stato nel nostro Paese ed ancora oggi ne parlava in modo romantico, da innamorato vero con un accento fantastico ed un italiano davvero bellissimo. Qui sotto un’intervista a Radio Deejay del 2011
Oggi in un momento così drammatico per tutti noi è difficile e forse sbagliato aggiungere parole. Ricordo solo che una notte di Natale di qualche anno fa, era il 2004, tornai a casa dalla solita festa post pranzo perchè in televisione c’era Lakers-Heat ed era la prima volta di Bryant contro Shaquille da avversari dopo gli anni dei successi a Los Angeles. Io volevo vedere Kobe.
Allora come si fa ad andare avanti? Quelli della mia generazione, ho 57 anni, hanno visto Julius Erving, Magic Johnson, Larry Bird. E poi Michael Jordan dopo il quale pensavamo dia aver visto forse il Tutto su un campo di pallacanestro. Poi è arrivato Kobe. Ed allora prendo a prestito una frase del mondo del rugby che dice “Un rugbista non muore mai al massimo passa la palla“. Kobe non è morto, ci ha passato la palla a tutti noi. Cerchiamo di prenderla.
Eduardo Lubrano
https://youtu.be/Zg3j6anDU6U