Al PalaDozza sponda Pompea Fortitudo Bologna non ce n’è per nessuno: la Virtus Roma è stata battuta 95 a 92 ed è stata la 9^vittoria su 11 in casa per i ragazzi di coach Antimo Martino. Che nel finale hanno fatto di tutto per fare avere una crisi di nervi al suo allenatore “mollando” la partita quando ancora si era ancora lontani dalla sirena finale.
Perché giunti sull’85 a 72 con 3’35” da giocare con un canestro di Daniel quelli in maglia bianca padroni di casa hanno alzato i remi in barca ed hanno permesso la rabbia della Virtus Roma – guidata da un Baldasso in versione point guard – di piazzare un parziale di 10 a 20 che ha messo un pò in crisi il risultato perchè quando erano 11 i secondi da giocare Alibegovic ha messo dentro la tripla del meno 4, 93 ad 89. I liberi in serie di Aradori hanno chiuso ogni discorso ma…
Sin lì ci si era arrivati dopo due quarti di parità (41 a 41 al 20°) perché alla vena di Robertson ed Aradori ed alla ritrovata vena da 3 del Professor Martin Leunen, la Virtus Roma ha opposto un Alibegovic clamoroso a segno da tre, da sotto, in penetrazione, arresto a tiro, con semigancio e via dicendo. Un vero rebus irrisolto per la difesa, non impeccabile, della Fortitudo. Per il figlio di Teo 17 punti in due quarti.
La Pompea nel terzo quarto, evidentemente strigliata dal suo coach nell’intervallo lungo, è rientrata in campo con la “faccia da PalaDozza” ed ha attaccato in modo impeccabile con Sims che rifornito finalmente di buoni palloni ha ingaggiato un bel duello con Jefferson, Leunen che ha continuato a metterla e dispensare assist ed Aradori praticamente perfetto ogni volta che ha preso la mira. Tutti aiutati dalla difesa Virtus che già è rivedibile di suo, figuriamoci poi di fronte a gente che fa canestro spesso e volentieri. In pù proprio la fase offensiva di Roma si è inceppata perchè tranne Jefferson ed un paio di lampi di Buford non ha più cercato Alibegovic come nei primi venti minuti e Dyson ha mostrato i limiti del suo stato psico-fisico attuale. Un solo canestro in questa fase per il numero 11 della Virtus che poi è stato messo in panchina e non è più rientrato.
Chiusi i trenta minuti sul 68 a 57 la F bolognese ha cercato all’inizio del quarto di dare la spallata definitiva ma un primo ruggito romano guidato da Baldasso dopo due minuti e 5 secondi ha rimesso le cose quasi in equilibrio sul 71 a 57. Svegliati dal loro allenatore, Fantinelli e compagni hanno ritrovato le loro linee di passaggio e con 8 punti di Robertson sono riscappati avanti, 80 a 69, in pieno controllo della partita. Baldasso non ha mollato e si è trascinato dietro un pò Jefferson ed un pò Buford che ha giocato a tratti. Fino a quesi secondi finali descritti all’inizio.
Tirando le somme. La Pompea si è scrollata di dosso la brutta sconfitta di Treviso ed ha consolidato la sua posizione nella griglia dei playoffs dimostrando ancora una volta che per vincere in casa sua bisogna fare molta roba, tanta roba.
La Virtus Roma, all’ottava sconfitta consecutiva invece deva porsi una domanda alla quale rispondere nelle prossime 48/72 ore: che fare di Jerome Dyson? Tagliarlo sembrerebbe l’opzione più sensata a questo punto. Perché nonostante la sconfitta la squadra a Bologna è parsa avere una quadratura migliore rispetto agli altri rovesci subiti e se Dyson è quello che s’è visto da Trento (ultima vittoria) ad oggi, beh forse se ne può fare a meno. Oppure fare con lo stesso giocatore un discorso da società vera: o cambi registro in tutto, in campo e fuori oppure alla prossima a casa. Alla ripresa del campionato la Virtus affronterà Milano, Sassari, Cantù e Pesaro e dalle ultime due passa forse la questione salvezza. C’è tempo sia per inserire un nuovo playmaker. Ma forse anche per recuperare un giocatore che classe e leadership ne avrebbe da vendere. Ma che le ha perse.
Pompea Fortitudo Bologna – Virtus Roma 95-92
Parziali: 22-18; 41-41; 69-57
Sala Stampa
Piero Bucchi
“Abbiamo fatto bene i primi due quarti, siamo stati in equilibrio, poi abbiamo preso quel parziale nei primi minuti del terzo quarto e lì si è spaccata la partita anche se poi eravamo riusciti a riavvicinarci sul -4. Dyson ha avuto un infortunio giovedì, si è gonfiato il piede pur se non è nulla di grave, ha provato a giocare ma ovviamente non era al massimo. Abbiamo fatto anche tante cose buone ma quel break è stato fatale, in trasferta è difficile recuperare un parziale del genere”.
Eduardo Lubrano