Milano, 5 agosto 2020 – Prosegue il giro di presentazioni ufficiali dei nuovi acquisti della AX Armani Exchange Olimpia Milano. Dopo il bentornato a Gigi Datome di lunedì, è toccato al grande colpo dell’ultimo mercato biancorosso, l’ex centro del CSKA Mosca Kyle Hines e a Davide Moretti rispondere alle domande dei giornalisti presenti all’Armani Teatro.
Il primo approccio è quello di due giocatori decisi e dalle idee chiare, sia su cosa aspettarsi dall’esperienza nel capoluogo meneghino che riguardo al tipo di contributo che potranno offrire alla causa.
Come di consueto, è stato il General Manager Christos Stavropoulos a esordire nell’introduzione dei due nuovi arrivati: “Sono estremamente felice nel dare il benvenuto a Kyle Hines, un giocatore che ha fatto la storia della pallacanestro europea, un vincente. E’ motivato e ci aiuterà a far crescere il progetto. Davide Moretti è un giocatore giovane con carattere e determinato sul quale abbiamo puntato a lungo termine. Vogliamo aiutarlo a crescere e lui aiuterà noi a fare altrettanto”
Quando si parla di Hines e di Stavropoulos si parla anche di Olympiacos. Inevitabile una piccola digressione sugli anni vincenti vissuti insieme al Pireo:
“Con cui ho ricordi personali importanti che ci legano. Ero impressionato dalla sua grinta e dalla sua voglia di vincere quando è arrivato ad Atene e ancora oggi vedi lo stesso nei suoi occhi. E’ migliorato con l’esperienza accumulata in tutti questi anni, sono felice di averlo con noi e spero di vivere ancora i trionfi degli anni all’Olympiacos”
Tanto orgoglio e soddisfazione per la scelta compiuta in estate nelle parole di Kyle Hines, ma anche molta sicurezza sui passi che l’Olimpia dovrà fare per invertire la tendenza rispetto al recente passato:
“Ettore Messina e il suo staff hanno fatto un grande lavoro nel mettere insieme una squadra molto profonda e versatile, in grado di giocare in tanti modi diversi. Le squadre che hanno fatto meglio negli ultimi dieci anni sono quelle che potevano variare spesso e noi possiamo farlo sia in attacco che in difesa. Abbiamo tante partite davanti, un percorso lunghissimo, tanto lavoro da fare. Contento di essere tornato in Italia, dove la mia carriera è cominciata”
“La miglior cosa da fare è dimenticare il passato e concentrarsi sul futuro. L’Eurolega ha un lunghissimo tragitto. Meglio concentrarci su obiettivi a breve termine, migliorare ogni giorno e lavorare per costruire una mentalità e un gruppo forte“
Gli stimoli, in tal senso non mancano:
“Il mio obiettivo è vincere titoli, è il motivo che mi anima e per il quale sono qui. E’ ciò che ho tentato di fare per tutta la mia carriera. Far parte di un gruppo di alto livello per riportare milano alla gloria di un tempo è una motivazione ulteriore”
L’ex Capitano del CSKA ha segnato l’ultimo decennio di Eurolega. Periodo nel quale il gioco ha vissuto una fortissima evoluzione:
“Oggi si gioca a ritmi molto più alti e il gioco è sempre più sbilanciato sulle point-guards, hanno tanta palla in mano. Si giocava molto di più a metà campo prima. Io ero uno tra i primi centri undersized quando sono arrivato a Bamberg e, all’Olympiacos, tutti si chiedevano perchè mi avessero firmato. Adesso tante squadre hanno un centro con caratteristiche simili alle mie oppure molti giocatori senza un vero ruolo”
La massima competizione continentale è sempre più riconosciuta anche come la lega dei grandi allenatori e chi meglio di Hines può confermarlo:
“Sono d’accordo. Sono stato fortunato ad aver giocato per coach leggendari nella mia carriera, con grande mentalità e personalità dentro e fuori dal campo come Itoudis e Messina, con il quale voglio stabilire un forte rapporto, imparare e lavorare ogni giorno. E’ uno dei motivi per i quali sono venuto a Milano. Non vedo l’ora che inizi la stagione”
C’è spazio anche per una battuta con una buona dose di cabala sullo sfondo. La prossima sarà la seconda stagione che il numero 42 si troverà ad affrontare senza Coach Zelimir Obradovic tra gli avversari. La prima volta capitò nel 2011-12, annata in cui Hines vinse la sua prima Eurolega della carriera:
“Abbiamo combattuto grandi battaglie. Tutti ne sentiremo la mancanza anche se rispettiamo la sua decisione. Spero che la storia si ripeta”.
E a chi gli fa notare l’età media elevata della squadra negli elementi cardine, dedica una risposta perentoria:
“Siamo nel paese del vino, che migliora invecchiando. Miglioreremo anche noi. Le squadre di successo hanno sempre avuto giocatori di esperienza, da questa deriva il QI cestistico. L’età non sarà un problema”
Apparentemente timido davanti al microfono, Davide Moretti nasconde, invece, il carisma e la consapevolezza dei propri mezzi che mostra a tutti sul parquet:
“Sono un giocatore che punta molto sulla forza mentale. Posso essere un realizzatore come cercare di far girare la squadra da playmaker. Mi porto dalla NCAA la voglia di vincere e migliorare ogni giorno dando il 110% in allenamento e in partita per aiutare la squadra in ogni modo. Fin dal primo giorno ho potuto sentire l’alto livello di questa organizzazione. Farò del mio meglio per aiutarla a vincere il più possibile e sono orgoglioso di far parte di questo progetto”
Dopo tre anni di college a Texas Tech, per lui è tempo di tornare a giocare in Serie A dopo averla assaggiata a 16 anni, oltre che conoscere l’Eurolega e dover marcare i migliori attaccanti in Europa, ma…
“Io non ho paura. E’ qualcosa di stimolante, una situazione dove bisogna prendere il meglio e far nascere dentro il fuoco che ti porta a migliorare. Ho giocato contro tante grandi guardie forti al college. Devo studiarle il più possibile e farmi trovare pronto”
Sul suo primo approccio con Ettore Messina:
“Giocare per un allenatore importante come lui è motivo di orgoglio. Stiamo costruendo un rapporto, ma fin dalle sue prime chiamate ho percepito il suo carisma e la sua voglia di vincere, convincendomi a sposare questo progetto. Sono a sua disposizione. Farò quello che mi chiede”
Così, invece, spiega la preferenza accordata a Milano rispetto alle altre ipotesi:
“E’ stata un’opportunità presa come un nuovo inizio, un trampolino di lancio. Avevo le idee ben chiare, poi i miei piani sono cambiati. Tra Aprile e Maggio ho ascoltato tutte le offerte e ho pensato che Milano fosse la scelta giusta per me, con tanti giocatori di alto livello da cui imparare. E’ stato difficile lasciare dopo tre anni Texas Tech, dove sono stato benissimo, ma ho pensato che fosse una proposta che non potevo rifiutare”
Foto: Olimpia Milano