Roma, 19 luglio – Si avvicina sempre la ripresa della stagione italiana con la prima palla a due che darà il via alla Supercoppa. Il 27 agosto si inizierà a fare sul serio. C’è chi ha già iniziato a prepararsi con gli scrimmage in palestra, come Umana Reyer Venezia e De’ Longhi Treviso. C’è chi, invece, è ancora alla prese con la definizione del proprio roster attraverso le vie infinite del Mercato LBA 2020-21.
E’ il caso della UnaHotels Reggio Emilia, che completa la sua opera nel reparto lunghi con l’acquisto di Justin Johnson. L’ala grande 24 enne di 201 centimetri, originaria del Kentucky, si giocherà il posto con Filippo Baldi Rossi costituendo una coppia competitiva e poliedrica sul piano tecnico. Magari con delle incognite difensive, ma nel caso con le spalle coperte dall’intimidazione vicino al ferro di Frank Elegar.
Come la maggior parte dei ragazzi statunitensi che approcciano con la pallacanestro, il suo percorso comincia dalla high school. Nella fattispecie, si divide tra la Sheldon Clark High School e la Perry County Central High School a Hazard, città dalla quale proviene.
E’ in quest’ultima scuola che spende i suoi ultimi due anni liceali e dove compie il grande salto di qualità. Chiude la sua esperienza con 21.9 punti e 17.6 rimbalzi nella stagione da senior e con la nomina nel primo quintetto dello Stato. Ci aggiunge 1832 punti e 1519 rimbalzi (sesto nella storia del Kentucky) complessivi per una doppia-doppia di media per l’intero cammino liceale.
Arriva più che pronto al salto nella NCAA insomma. Firma per Western Kentucky University e sarà proprio con i Hilltoppers che trascorrerà i quattro anni canonici, laureandosi in Sport Management. Farà seguito un Master in Athletic Administation, a testimonianza di un ragazzo brillante fuori dal campo almeno quanto sul parquet.
La stagione della svolta è la seconda. Tra il 2015 e la prima metà del 2016 parte in quintetto 26 volte nelle 34 partite disputate per 29 minuti di utilizzo medio. Guida la squadra per punti (14.9) e rimbalzi (7.9). Chiude con il 60.2% dal campo, secondo miglior dato nella sua Conference e top-20 della Nazione. Chiude in doppia cifra in 27 occasioni e sigla 10 doppie-doppie.
A questo punto, diventa un elemento irrinunciabile per Coach Rick Stansbury nelle due stagioni seguenti. Viene scelto nei titolari in 69 partite su 70. Condivide il parquet con due conoscenze recenti della LBA: Darius Thompson, playmaker di Brindisi, e Dwight Coleby, membro del Banco di Sardegna Sassari negli ultimi mesi della scorsa stagione. Soprattutto, alza costantemente le sue cifre per punti, rimbalzi e minuti giocati.
Le statistiche sono eloquenti nel mostrare un contributo che ha lasciato un segno tangibile nella storia dell’Ateneo, ma non solo. Nella stagione 2017-18, l’ultima, eguaglia il record di presenze in quintetto in singola stagione dell’Istituto (38). Viene nominato nel quintetto ideale della Conference USA. Con 9.4 rimbalzi a partita, guida la classifica della Lega citata per il secondo anno consecutivo. E’ il primo a riuscirci dopo Joey Dorsey tra il 2006 e il 2008 e non credo vi siate dimenticati che razza di montagna di muscoli fosse l’ex centro di Barcellona e Olympiacos tra le altre.
Qualora non fosse ancora sufficiente, è il decimo per punti nella storia di Western Kentucky (1715) e quinto nei rimbalzi (1057). E’ uno dei 5 giocatori nella storia del programma con almeno 1000 punti e 1000 rimbalzi nonché l’unico giocatore NCAA in attività con almeno 1700 punti e 1000 rimbalzi all’attivo, in quel momento.
E’ l’estate del 2018 ed è ora di fare il salto tra il basket dei grandi. Stefano Sardara fa il colpo portandolo a Cagliari, allora società satellite della Dinamo Sassari, prima del trasferimento della stessa a Torino. L’impatto è notevole, sulla falsariga della sua avventura liceale e, poi, universitaria.
Mostra una disponibilità e uno spirito di adattamento encomiabili. Gioca a lungo anche da centro in virtù delle difficoltà iniziali della squadra e di alcuni aggiustamenti in corsa del roster. Nulla che gli impedisca di completare una stagione di assoluto spessore nel girone est con 16.7 punti (54% da due, 38% da tre e 71% ai liberi) e 9.2 rimbalzi di media in 32′ di utilizzo.
Si posano su di lui gli occhi di alcune società di Serie A. Tra queste, la più convinta è Pistoia, che infatti lo firma con un contratto annuale e gli dà la chance di compiere un ulteriore salto di qualità. Come tutti ben sapete, la stagione è stata terribilmente complessa per il sodalizio toscano. Prima un campionato in cui la squadra di Coach Michele Carrea non è mai stata troppo competitiva, culminato con il terz’ultimo posto prima dell’interruzione. Poi con la definitiva rinuncia all’iscrizione alla prossima LBA per le mancate coperture economiche e il conseguente e auto-indotto ritorno in A2.
Avrete avuto modo di capire che ragazzo speciale sia Justin Johnson, anche perché totalmente devoto alla squadra e concentrato esclusivamente sul dare tutto nei 40 minuti di gioco. In questo contesto si mette ancora una volta in evidenza. 13.4 punti, 6.9 rimbalzi e 0.8 assist le sue cifre al primo anno di LBA con career-high fissato a quota 21 nella sfida in casa della Germani Brescia del turno 12. Una delle 4 prestazioni sopra i 20 punti peraltro, in un anno in cui ha chiuso in doppia cifra 16 volte in 21 partite.
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Le sue qualità sono solo una delle ragioni che hanno spinto la società reggiana a investire su di lui, ma stanno alla base anche di un aneddoto che spiega bene le origini della sua importante fisicità.
Tra l’estate e l’autunno del 2017, cioè prima dell’ultima stagione di college, ha giocato nella squadra di football della sua Università per sei mesi. Da tight end, per la precisione, e gli appassionati di questo sport sanno come sia uno dei ruoli che maggiormente necessitano di forza, oltre a mani salde ovviamente. Grande altruismo dietro la scelta, necessaria per liberare una borsa di studio e per permettere a coach Rick Stansbury di implementare con linfa giovane la squadra di pallacanestro. Una recidiva di un piccolo problema alla caviglia lo ferma. Rientrerà a settembre, e con una borsa di studio, favorito dalle scelte di altri giocatori, che hanno cambiato le carte in tavola.
E’ anche in questa maniera che Justin Johnson è diventato un grande agonista, che non disdegna di farsi largo a spallate nel pitturato prendendo posizione profonda per la ricezione in post-basso. Non fraintendete però: resta giocatore dalla buona tecnica e dai polpastrelli morbidi, tanto che tende a finire il movimento sulla mano forte, la destra, con un gancione che parte da altezze importanti, rendendolo difficilmente stoppabile grazie a una buona estensione delle braccia.
Giocatore dalla doppia dimensione, galleggia tra il 33 e il 40% nel tiro con i piedi oltre l’arco. Dimostra particolare intelligenza nel comprendere il timore dei difensori della sua efficacia nel fondamentale, sfruttandola a suo vantaggio attaccando il close-out mettendo palla per terra con perizia e attaccando dal palleggio.
E’ un guerriero e non ci sono dubbi che metterà questa attitudine a disposizione di Coach Antimo Martino anche nella metà campo difensiva. Le sue doti atletiche potranno essere utili a rimbalzo e sul piano del recupero e degli aiuti al ferro. Da questa parte del campo risiede anche la principale incognita sul suo conto. In una pallacanestro dove è sempre più adottato il cambio sistematico, la sua rapidità non eccelsa potrebbe portarlo a soffrire finendo in marcatura contro esterni o ali particolarmente rapide lontano dal canestro.
Essendo debolezza anche del suo compagno di reparto, l’ex virtussino Filippo Baldi Rossi, sarà compito di Antimo Martino trovare gli equilibri migliori. Potrà però giocarsi la carta Josh Bostic con discreta fiducia. L’ex Caserta e Sassari è elemento in grado di cambiare sia sulle guardie che su ali più stazzate, risultando un fondamentale equilibratore.
Tuttavia, complessivamente si può giudicare come la miglior presa del Mercato da parte di Reggio Emilia potenzialmente.