Un vecchio adagio recitava che le strisce vincenti sono fatte per essere interrotte, e così è avvenuto per quella di sei vittorie europee dell’Olimpia Milano che si è fermata in quel di Lione contro un Villeurbanne in salute nonostante qualche assenza e nel momento migliore della sua stagione.
E lo si è visto subito, nei primi minuti nessuno faceva canestro a causa di due difese forti, fisiche ed organizzate. Quella francese poi era impostata su un anticipo furioso su i due dioscuri del gioco milanese, al secolo Punter e Delaney.
Questo, in contumacia Rodriguez, ha fatto faticare i due mori e li ha resi più stanchi in fase realizzativa: nove punticini a testa infatti sono un bottino troppo povero per gli equilibri di squadra.
Sommati poi alla pessimo giornata di Datome e al nulla offensivo offerto da Moraschini, hanno mandato in crisi l’attacco di solito spumeggiante di Milano. E dalla panchina sono mancati anche i punti che di solito offre Micov, oltre che le giocate di energia di Brooks.
Con il senno di poi forse qualche minuto a Cinciarini o Biligha poteva essere dato, sia per non far calare la pressione difensiva, sia per preservare i vari Shields, Leday e Delaney per il finale.
E’ una sconfitta che non fa male dal punto di vista della classifica perché hanno perso tutte le squadre vicine ai biancorossi e, forse proprio per questo, c’è doppio rammarico per questa sconfitta. E comunque dopo quella contro Trieste è la seconda in fila…Meglio non iniziare un trend negativo.
Ma va dato atto ai francesi di aver giocato una buona partita, di aver limitato i danni quando non entrava il tiro da 3, di aver messo un (bel) po’ di sabbia negli ingranaggi milanesi.
Yabusele prima e Cole poi hanno messo a ferro e fuoco tutto l’impianto difensivo messiniano, ma poi è stato Howard a sparigliare le carte con due tiri da 4 punti (il mio TeleBeam personale ha calcolato la distanza dal ferro in circa 9 metri). Onore a lui.
Ora dopo il riposo in LBA arrivano le Final 8 al Forum, appuntamento da non fallire assolutamente. Eurolega accantonata per un attimo, come è giusto che sia e come faranno anche le rivali europee.
Asvel Villeurbanne – Olimpia Milano 78-69
DIAMO I NUMERI
265 – il peso in libbre dell’ex Celtics Yabusele: in kg fanno 120, troppi per i lunghi milanesi, in particolare Leday, che lo hanno subito nel primo tempo. Poi nel secondo tempo ha giocato poco, forse perché coach Parker aveva bisogno di difesa, non esattamente la specialità della casa. Stupisce come abbia potuto durare così tanto con coach Stevens a Boston….
30 – i tiri da due punti sbagliati (su 48) dall’Olimpia Milano. Decisamente troppi, sia i 30, che i 48. La presenza di Fall avrebbe dovuto suggerire di girare al largo dall’area e affidarsi di più al tiro dalla lunga, invece sono stati bravi gli esterni dell’Asvel a togliere il tiro da 3 e a concedere solo il mid range. Risultato: il 2/17 di Punter e Delaney è a mio avviso Il motivo della sconfitta biancorossa.
7 – voto in pagella al mio MVP dei milanesi, il redivivo Kaleb. Gioca una partita tutta sostanza, difesa rimbalzi ed intimidazione. Fa km su km per bloccare su tutti i portatori di palla e fa a sportellate contro il gigante Fall; il quale mette si a segno un 12 + 8 nonostante la goffaggine, ma sono numeri di cui Tarczewski è poco responsabile. Nella difesa 1vs1 ha quasi sempre prevalso, poi se gli esterni non tengono il primo passo dei Cole e dei Lighty arrivano i disastri…
13 – i punti nell’ultimo quarto segnati dall’Olimpia Milano. Pochi, pochissimi per vincere in trasferta. Vero che mancava il Chacho ma insomma…Si poteva fare meglio. E forse, quell’idea di cui ogni tanto vi dico di ingaggiare un altro esterno che possa creare dal palleggio e che funga da microonde in uscita dalla panca, anche per pochissimi minuti non è così malsana…Invece pare che si monitori il mercato dei lunghi. Bene, ma io opterei per il doppio ritocco.
3 – i missili terra aria sganciati da Howard da distanze che sembravano infinite (cit. musicale) che hanno dato una bella mano ai francesi per portarsi a casa il referto rosa. Interessante questo 27enne francese che partito da Limoges per l’America sognando la NBA si è trovato a svernare in GLeague in attesa di una chiamata dal piano di sopra. Che non è mai arrivata sostanzialmente e quindi eccolo di ritorno in patria. Certo che poteva starsene ancora qualche mesetto ai mitici Rio Grande Valley Vipers…
SALA STAMPA
Ettore Messina
“I miei complimenti a Coach TJ Parker e i suoi giocatori, sono stati aggressivi e fisici in difesa per tutti i 40 minuti e questo probabilmente è il motivo per cui hanno rimontato e vinto nel quarto quarto.
Noi abbiamo giocato bene per tre quarti ma non è mai stato facile contro la loro aggressività in difensiva e forse alla lunga eravamo anche stanchi. La difesa sulle situazioni di post up è stata un problema per tutta la sera. Ci hanno attaccato con Yabusele all’inizio.
Poi nel periodo finale David Lighty ha creato sia per se stesso che per i compagni e in quel frangente hanno vinto la partita. Ci dispiace ma può succedere. Lo sforzo non è mancato, ma non è stato sufficiente.
In attacco abbiamo forzato troppo la palla sul lato forte ma loro sono così grossi e atletici che muovere la palla da un lato all’altro è indispensabile.
Nel quarto periodo soprattutto negli ultimi sei o sette minuti non l’abbiamo fatto. Ora pensiamo a recuperare qualche giocatore e prepararci alla prossima sfida di EuroLeague e in generale al resto della stagione”.
Cristiano Garbin
@garbo75