Per carità, Milano può ancora vincere 4-3 la serie con la Virtus Bologna ed azzeccare lo slam italiano, aspettando che imiti Conegliano volley femminile, vincitutto. In realtà questo l’abbiamo scritto a caldo, dopo lo 0-3 e poi l’abbiamo ritoccato su richiesta del direttore, Fabrizio Noto, che, ovviamente distante dalla nostra mentalità, ha una visione più equilibrata.
Ora non andiamo a consultare wikipedia, sarebbe troppo facile, andiamo a memoria.
In quasi 20 anni di Armani, anche soltanto da sponsor, a Milano sono passati i migliori allenatori d’Italia, vari ds, ottimi giocatori eppure l’Olimpia ha perso, più che vincere. O vinto con straordinaria fatica.
Come #Gara7 contro Siena, che stava per essere espropriata di alcuni titoli.
Milano, dunque, ha visto passare primattori che nel tempo abbiamo assaporato e che vi abbiamo proposto proprio qui su All-Around.net come intervista, tanti finiti off line con la chiusura del nostro primo canale YouTube, alcuni re-intervistabili e altri no.
Preferisco Scariolo, universale, a Pianigiani finito in Asia, dopo Israele. Preferisco Sergio perchè con me è sempre stato disponibile e anzi dovrei fargli un’intervistona video, mi aveva già dato l’ok un anno fa, in lockdown, Simone mi rispondeva al telefono solo per spiegarmi il no, da ct, mentre da allenatore di Milano mi rispondeva in maniera sprezzante, in conferenza stampa, a Reggio, quando ancora ero Tuttosport.
Piero Bucchi ecco, con me è sempre stato disponibile, con Pesaro mi permise addirittura di riprendere 5′ di cena, al Best Western Hotel a San Maurizio, verso Modena, dove alloggiano tutte le squadre di ogni sport che vengono a Reggio.
Flavio Portaluppi, l’ex ds, altro disponibile. Lupo Rossini non ne parliamo, Livio Proli.
Claudio Limardi no, ecco, sarò felice per lui, se vincerà Bologna, dal momento che egli prima di tutti ha capito il pericolo che costituisce vannizagnoli.it escludendomi dagli accrediti a Milano a prescindere, persino quando Reggio Emilia era in finale scudetto e facevo Tuttosport, e poi nell’anno e mezzo di Messaggero, eredità di Carlo Santi.
Mi spiace tanto, e solo, non avere più l’intervista a Claudio, che mi raccontava la sua livornesità e il suo Superbasket.
Se Milano perderà, resterà comunque un gran stagione, con le due coppe come Supercoppa e Coppa Italia ma pure la quasi finale di Eurolega con le emozioni provate alla radio, attraverso la leggenda Massimo Barchiesi.
Saremo contenti per Giampiero Hruby, uno dei tanti a cui non sono simpatico, al punto che mi fermò l’intervista ad Andrea Bassani, nel 2017, alla presentazione del campionato di serie A nell’Imolese, realizzata poi per Ilmessaggero.it.
Giampiero Hruby, dunque, c’è una vicenda curiosa, finita in tribunale, sulla scaramanzia, per questo merita la nostra difesa, assoluta, resta la situazione risibile di cui è stato involontario protagonista.
Milano, dunque, è organizzatissima e con tanta gente persino inutile, come diceva Fabio Capello nel calcio, appena sbarca un presidente, gli fanno spendere tanto e inutilmente e poi rinsavisce.
Claudio Limardi un po’ sorrideva all’idea che volessi intervistare Giorgio Armani, fra Libero, Giornale, Avvenire, magari lo stesso Messaggero, o per Style, il mensile de Il Giornale.
Ecco, Giorgio, piacentino, è sprecato, per il basket, non capisco perchè non abbia preso il Milan, diventato americano, o l’Inter, asiatica, o almeno il caro, vecchio, Piace, il Piacenza, appunto, che ho assaporato negli 8 anni di serie A, molti dei quali senza stranieri, inebriante.
Armani è super, avrebbe cambiato la storia di qualsiasi società, l’avrei visto bene dopo il basket non è mai esistito, a Sondrio, ecco, oppure a Como o a Bergamo, dove non è mai stato centrale.
Resta un mistero tutti quei trofei lasciati, con i migliori, con azzurri che altrove sono protagonisti e a Milano danno pochino e con stranieri cambiati, escluso Kaleb Tarczweski, di cui volutamente non controllo la grafia.
E’ testimone Francesco Pioppi, firma reggiana e non solo de la Gazzetta dello sport e di Carlino, detesto Milano ma molto meno della Juventus in Italia, a ruota di Milan e Inter.
Tengo contro il Brasile e persino contro il dream team, contro i più forti, persino contro la Ferrari quando vinceva sempre. Preferisco le favole, anche straniere. Sogno una finale scudetto fra una squadra ligure e una molisana, ecco, non scherzo!
Resta un mistero, poco gaudioso, come mai Milano abbia faticato così, per anni, in Eurolega, come il basket italiano avesse toccato bei picchi, da mezzo secolo a una decina d’anni fa, con l’ultima Final Eight di Siena.
Mi ripeto. Devono uscire dagli albi d’oro le società sportive con ombre, i personaggi con ombre, non i giornalisti che hanno idee, dagli accrediti, dai palazzetti.
Volevo dire la fonte, diciamo che un ottimo allenatore che conoscevo come pochi, quando ancora non folleggiavo in video, mi disse: “Vedi, Vanni, Caserta paga in nero e piange miseria”. Due anni dopo venne radiata e lì sfumò la possibilità di vedere in A Arcidiacono, che poi ho perso di vista.
Non dovendo scrivere se non qua, non guardo mai le partite, leggo anche poco, da mesi, i grandi giornali, abbastanza però per rimpiangere il passato. Mi chiedo se la Virtus Bologna di Michael Ray Richardson, che io volutamente non chiamo Sugar, fosse superiore a questa, se Gamba critichi anche Ettore Messina.
Quando avrò voglia, pubblicherò qua la video gallery di ore con Enrico Prandi, l’ex presidente di Reggio Emilia e di Lega, che mi raccontava come qualcuno in FIP volesse controllare anche gli arbitri.
Gandini è un uomo gradito alla FIP, adesso non ci sono più baruffe fra Lega e Federazione, preferivo il notaio Bianchi. Intervistato quando ancora non ero fermato ovunque, da Maurizio Bezzecchi e da Aloi. Mi sembrava più vero, ancorchè di Siena.
Ah, nell’inverno del 2019, con mia moglie Silvia Gilioli andammo a Siena, raccontiamo i palazzetti, la sala dei trofei, vidi un allenamento di basket, una partita di volley, purtroppo è nel materiale perso, fu emozionante.
Mi inchino davanti alla vecchia Mens Sana, di George Bucci, meno davanti ai trucchi di Minucci. Ancor meno di fronte a Calisto Tanzi, che peraltro sono andato a trovare nei giorni peggiori, in cui una figlia di giornalista mi aveva detto di avermi denunciato alla polizia per i messaggi audio su whatsapp, lunghi.
I furbacchioni devono stare fuori dallo sport fra arbitri, procuratori, presidenti, in 50 anni (che compirò a luglio), ne ho visti troppi e molti intervistati, su una bella passante, per Libero, scorso decennio.
Sto un po’ meglio, fra depressione e disoccupazione, ansia e paura, sono felicemente evitato. La prossima stagione magari comprerò il biglietto, se non passa l’accredito perchè disturbo con riprese di persone e di luoghi.
Voglio andare a Pistoia e a Brindisi, a Sassari non perchè costa troppo, l’aereo, a Brescia e insomma dove non sono mai stato o dove non ho più nulla. Ero stato a folleggiare a Trieste, a Treviso andai 22 anni fa per il volley e anche nelle ultime stagioni, per le donne di Conegliano.
Presto andrò a raccontare le minors almeno nella provincia di Reggio Emilia, come impianti. E poi folleggerò in video tramite skype, per esempio raccontando il Burghy Modena di Michelini, con Giovanni Noli. Modena ha tanto, nello sport, mai però un gran basket.
Raramente seguo l’Nba, a fine anni ’80 impazzivo per Adrian Dantley e per Isiah, per Stockton e per Lambeer, solo perchè era stato a Brescia.
Vorrei intervistare Pietchawitz e Mark Iavaroni, Jack Sikma e doctor J, Allen Iverson, ecco, mi faceva impazzire.
Se mia moglie lavorasse meno e fosse appassionata, girerei l’Italia e l’Europa per i palazzetti e le bacheche. Mi apposterei agli allenamenti, fuori, come ogni tanto faccio a Reggio.
Posso essere impietoso. Maria Licia Ferrarini in 21 anni di basket mi ha sempre negato la sua storia, anche quando facevo radio Bruno – ma andavano al massimo 40 secondi – e Tuttosport – rari i miei pezzi, extra partita -, l’azienda di prosciutti ha incontrato enormi problemi economici, inattesi. Capisco la sua insofferenza.
La realtà è che le società di tutti gli sport cercano mandolinari, come avrebbe detto Gianmaria Gazzaniga, su Il Giorno e poi su Libero e al Processo del lunedì.
Sapete a chi mi ispiro? A Claudio Pea, ecco, alla sua libertà intellettuale. Io però sto anche con Tranquillo, al netto dei suoi gorgheggi a cui faccio il verso, preferisco gli allenatori di basso profilo, come Pino Sacripanti.
Ma esigo che Scariolo e Messina diventino capi allenatori in Nba, che lo stesso Pianigiani rientri in Eurolega. Meo Sacchetti ha 68 anni, tanti…Vorrei i numeri di Bob Hill e di Bob McAdoo, di Joe Barry Carroll e di Clarence Kea, di Cornelius Thompson e di Stefano Rusconi, dei parenti dei grandi, di Giancarlo Primo e di Tracuzzi.
Ah, un giorno piazzerò Claudia Giordani, la figlia di Aldo, 45′, spero, in video, forse meno, è schiva, ma ora vicepresidentessa del Coni. Sono cresciuto a pane – no, a gnocco, erbazzone e pizza – e salumi, a bibite gassate e gelati – tuttora ne abuso – e Superbasket. I finitimi e la kukkozia, la sparakkazia e i pallini. Era un genio, Aldo. Forse l’ho visto una volta a Reggio Emilia, con la nazionale, ma non credo. Una volta venne a Reggio la nazionale e vidi Gabriele Tacchini e Piero Guerrini, mio sopportatore a Tuttosport.
Spero di intervistare Paolo Bartezzaghi, Andrea Barocci non me la fa. Piazzerò molti giornalisti assieme, anche qui.
E, quando vorrà, farò una bella intervista a Tromba. Che a me fa pensare a quel gesto atletico, proprio…
Ah, se volete parlo di sesso, come le Iene, ma poi non mi farebbero neanche più entrare comprando il biglietto, nei palazzetti.
Credo che, nonostante tutto, il basket sia di brava gente. Presto farò il direttore d’orchestra dei cori. Ho voglia di urlare, persino di insultare chi mi è antipatico, dalla tribuna. Non fa parte di me, ma la rabbia e il rancore sono sordi. Al di là di questo, mi pregio di avere conosciuto, intervistato, anche solo salutato un generazione di straordinari personaggi. Quaranta anni o quasi di basket. Da Guido Cenderelli, riserva di Reggio, a Ettore, per Libero, quando era al Cska Mosca.
Sono stato fortunato, da Pieve Modolena, Reggio Emilia, e ora a Migliolungo.
Ah, preferisco l’hockey, al basket, a rotelle e soprattutto prato. Mai vista una partita di hockey prato dal vivo.
Invece, vorrei vedere tutte le provinciali italiane vincere una coppa. Reggio ha preso l’Eurochallenge, è stata in semifinale di Eurocup, sempre con Menetti, aspetto un trofeo a Brindisi – ho voglia di palaPentassuglia – e a Trento, a Brescia e a Pistoia – mi spiace sia giù -, a Udine. Ci sono riuscite anche Torino e Cremona, naturalmente la Fortitudo Bologna. Ho voglia di intervistare Jay Jay Anderson e Piero Mandelli, la Firenze al top. E la figlia di Dado Lombardi. Ce la farò?
Un abbraccio, da Reggio Emilia