Dopo il fragoroso tonfo di 48 ore fa contro l’Unics Kazan l’Olimpia Milano conclude la doppia trasferta russa in casa del temibile Zenit San Pietroburgo degli ex Gudaitis e Kuzminskas, squadra che ha perso fin qui solo contro Cska, Barcellona e Real Madrid non certo quindi le ultime della pista.
Entrambe scontano assenze pesanti, Delaney e Mitoglou per i milanesi e Napier per i russi. A risentirne di più è certamente la squadra di Messina, sia per la struttura del roster, sia per il maggior bisogno di forze fresche nel campionato nazionale.
La partita ha visto Milano avere tutt’altro atteggiamento rispetto a Kazan, ma anche aver perso quella brillantezza che l’ha contraddistinta fino a poche giornate fa. Non sarà causa esclusivamente degli infortuni, io credo che anche i minutaggi e gli sforzi profusi la domenica possano avere inciso, come del resto un roster lungo solo all’apparenza.
Alla resa dei conti, tolto lo zoccolo duro, ci si sta rendendo conto che qualche scelta estiva la si sia forse sbagliata. E non parlo solo dell’estate 2021. Disarmante ed illuminante è stato il confronto tra i due ex compagni Gudaitis e Tarczewski con quest’ultimo confermato per il suo atletismo ma è stato in campo 7′ e tutti all’inizio, sintomo che ormai ha un impatto veramente flebile su questa squadra.
Di certo non confrontabile con il buon Arturo, che si divide il ruolo con Mickey (altro mio pallino e sondato da Messina in estate), allestendo un reparto pivot di prim’ordine. Cosa che all’Olimpia Milano continua a mancare, aggrappata ad Hines come un naufrago ad una boa. Ma Kyle non può essere al top sempre, bisogna centellinarlo.
Quindi auspico al più presto un intervento sul mercato che con un giocatore solo copra la falla Mitoglou ma che al rientro del greco sappia alternarsi con Hines da 5. Qualche candidato già c’è, ne parlerò in separata sede e seguirà dibattito.
E dopo questa trasfertona in Russia bisognerebbe anche fare un punto della situazione su Daniels e Grant: il primo sta a mio parere perdendo punti nella considerazione del coach ed anche fiducia e quando entra tende sempre a strafare. E il n.e. collezionato oggi non è certo un bel segnale.
Grant invece piano piano si sta conquistando minuti con la difesa e le sue mani veloci: davanti rimane piuttosto spaesato, da fuori non segna mai ma almeno qualche cenno di ripresa si intravede.
Anche qui però il tempo delle valutazioni sta finendo e incomincia quello dei bilanci: sono adatti a questo roster? Quanti margini di miglioramento hanno? Sono giocatori che possono stare in campo al massimo livello europeo?
A voi la risposta, so che avete idee discordanti in merito.
Adesso le note positive: Rodriguez ottimo (32 minuti in campo, domenica deve riposare per forza a costo di mettere Tarcisio play), un Ricci concreto e solido, una difesa di squadra che quando vuole mordere è una delle migliori in Europa. Certo fa rabbia pensare che tutto è stato vanificato alla fine da 4-5 canestri facili lasciati lì, sbagliati per mancanza di aggressività a mio parere.
E a sbagliarli son stati spesso Melli e Datome, due giocatori di esperienza che forse mancano proprio nell’aggressività a finire nel traffico o in contropiede. Nik è sempre stato questo, credo sia nel suo DNA anche se rispetto agli esordi è migliorato molto, mentre Gigi credo per un calo atletico che lo costringe a subire dai pari ruolo americani.
La competizione comunque è lunga e Messina farà sicuramente tesoro di queste due battute d’arresto. Ora arriva Treviso in campionato, altra partita non semplice da gestire con tutta la stanchezza di due battaglie più il viaggio. E’ arrivato il momento per Messina di risparmiare chi ha più speso in termini di energie fisiche e mentali, a rischio di perdere partita ed imbattibilità. Mi ascolterà?
IL TABELLINO: ZENIT SAN PIETROBURGO – OLIMPIA MILANO 74-70
DIAMO I NUMERI
10 – i rimbalzi in più catturati dai giocatori di Xavi Pascual. Non pochi in una partita finita con uno scarto di 4 punti, ed è un dato che deve fare riflettere lo staff milanese.
25 – la percentuale nel tiro da 3 punti dello Zenit, a dimostrazione che si può ancora vincere senza metterla sempre da dietro l’arco (con l’aggiunta di un saldo perse/recuperate che recita meno 12). Per farlo però bisogna tirare col 60 da due punti, dominare a rimbalzo, avere qualche aiutino arbitrale e guardare i rivali sbagliare canestri già fatti.
17 – i tentativi da tre punti dell’Olimpia contro i 37 da due punti. Mi pare che sia Kazan che lo Zenit abbiano preparato la partita con lo scopo primario di togliere le conclusioni sul perimetro ai vari Shields e Datome (1 tentativo in due), lasciando che altri avessero opportunità alle quali non sono abituati. Tipo Melli, che non guarda mai il canestro quando prende la palla in punta (1 solo tentativo anche per lui da 3), concentrato solo a fare dei semi inutili consegnati. Visto che Nik sa tirare, bisognerebbe incoraggiarlo a punire questo lassismo programmato delle difese, altrimenti poi va a finire come stasera.
0 – le partite giocate finora in Eurolega dal mio pupillo maximo Shabazz Napier, colui che indicai ad inizio anno come possibile MVP della regular season. Considerando che lo Zenit vince tranquillamente anche senza di lui bisogna stare attenti alla compagine sponsorizzata da Gazprom in primavera, darà del filo da torcere a tutti.
SALA STAMPA
Ettore Messina
“È stata una battaglia, tutte le due squadre hanno combattuto, a noi sono mancati un paio di tiri, che abbiamo sbagliato, e abbiamo concesso qualche possesso supplementare alla fine, negli ultimi tre o quattro minuti, ma dobbiamo essere orgogliosi di come abbiamo lottato, dello sforzo fatto, anche per merito della difesa dello Zenit. Complimenti a Coach Pascual e allo Zenit per la vittoria”
Cristiano Garbin
@garbo75