Che non fosse facile vincere era chiaro anche a chi nella vita non abbia mai guardato un minuto di pallacanestro, d’altronde dici Real Madrid e tutti sanno che son forti. Certo però che perdere così non fa che aumentare i rimpianti, e in questi 40′ di gioco se andiamo a vedere bene ce ne sono stati e parecchi per Milano.
A partire dai tiri liberi: 6 punti lasciati lì alla fine decisivi (anche se il Real ne ha sbagliati 7…), ma soprattutto una sensazione di fragilità dalla lunetta inesistente lo scorso anno. Per continuare con i contropiedi e le mezze transizioni in soprannumero da cui l’Olimpia Milano ha ricavato pochi punti e tante perse.
E poi le ultime bizzarre decisioni arbitrali che di certo non hanno aiutato i biancorossi. Detto questo la partita ha fotografato meglio di una Polaroid i pregi e difetti di questa edizione della squadra di Messina.
Messa a confronto con un top team, tra l’altro atipico nella composizione del reparto lunghi e nella maniera di giocare e di difendere, la Messina band ha mostrato di essere certamente squadra, di difendere forte, di avere sincronismi difensivi piuttosto oliati. Ma anche un attacco che troppo spesso si inceppa per mancanza di creatori dal palleggio, ci sono troppi tiratori sugli scarichi che aspettano come un cammello nel deserto l’acqua arrivare da qualche oasi.
E alle oasi principali, Shields e Rodriguez (protagonisti della vittoria di 14 mesi fa), spesso viene riservato un trattamento speciale da parte dei difensori. In buona sostanza manca un Kevin Punter capace di spaccare la difesa in due con le penetrazioni ma anche di punirla dalla media e dalla lunga. E manca soprattutto nei momenti di asfissia che poi producono quarti da 8 punti come il secondo di stasera.
Contro squadre come il Real Madrid significa firmare su un papiro la propria condanna a ritirare il referto giallo a fine partita. Quali i rimedi quindi? Beh, sono mesi che su questi schermi caldeggiamo un ritorno sul mercato senza lesinare sforzi. L’Olimpia Milano arriva costantemente a fare 29 o 30, direi che sarebbe ora di provare a fare 31 (scudetti, magari…)…
Le priorità sono un piccolo ed un lungo per sostituire chi non sta rendendo secondo le attese e segnatamente Jerian Grant e Tarczewski. Non c’è fretta e quindi non mi aspetto certo un ingaggio ora ma lo aspetto però per le F8 di Coppa Italia che è già un crocevia importante della stagione: oppure subito dopo, specie se la Coppa Italia non dovesse percorrere la A14 fino Bologna e la A1 fino ad Assago.
IL TABELLINO : OLIMPIA MILANO – REAL MADRID 73 – 75
DIAMO I NUMERI
8 – i liberi in più concessi a Milano, ed è già il secondo anno consecutivo che accade al Forum contro il Real Madrid. Fa notizia perché siamo abituati da decenni in cui Llull o Rudy erano intoccabili pena sanzione del fallo e conseguenti liberi gratis. E’ proprio il mondo che va alla rovescia…
40 – i secondi di Kaleb in campo. Avete letto bene, secondi. Il suo destino pare segnato, perché prolungare l’agonia? Può essere che sul mercato ci sia poco da prendere, però questo trattamento il lungo ex Arizona nemmeno lo merita secondo me. Lo scrivo qua ad imperitura memoria: in una squadra di medio cabotaggio di Eurolega con un coach che riesca a dargli fiducia Tarcisio tornerà quello di due anni fa e forse anche meglio
42 – la percentuale al tiro da due di Milano. Anche nel basket moderno costellato di triple a go-go non si vince con quella percentuale lì, tanto più che 40 tentativi sono tanti (con 23 tentativi da 3…), contro una squadra così fisica sotto canestro. Non è la prima volta che accade, io credo che questa squadra debba bilanciare meglio il rapporto tra tiri da 2 e da 3, l’impressione è che debbano equivalersi i tentativi. Non siamo squadra da tiri da due insomma, peccato però lo sappiano anche gli avversari…
22 – la valutazione di un sontuoso Yabusele, dimostrazione che le perle a basso costo in giro ci sono da cogliere. Che poi il francese non era propriamente uno sconosciuto dati i trascorsi nella Nba a Boston ma sta di fatto che lo scorso anno all’Asvel aveva già fatto vedere di cosa era capace, quindi brava dirigenza del Real a firmarlo tempestivamente a cifre che non penso siano nemmeno troppo alte.
11 – i minuti di Anthony Randolph, praticamente al rientro dal lungo infortunio al tendine. E’ uno dei miei giocatori preferiti per cui sono di parte ma lui incarna il prototipo del lungo moderno che sa fare tutto, anche spingere il contropiede…Sarebbe stato bello vederlo di fianco a Melli ma temo non accadrà….certo che se si vuole competere ad altissimo livello si deve tenere conto che a Madrid hanno un pacchetto lunghi formato da Poirier, Tavares, Randolph, Thompkins, Yabusele e a Barcellona o a Istanbul sono di poco inferiori. Milano, nonostante gli arrivi di Melli e Mitoglou mi pare indietro parecchio……
3 – i minuti concessi al giovanissimo Nunez. Sembrano pochi ma sono in realtà l’ennesimo segnale che al Madrid i giovani forti giocano, ed è sempre stato così. Una politica che mi piace parecchio, perché forse e dico forse un 17enne in gamba impara di più in 3 minuti di Eurolega che in 3 partite a Brescia o Treviso. Forse non vale per tutti, ma a Madrid questa politica paga, vedremo ora con Bortolani (che non ha più 17 anni), se avrà reso di più mandarlo in prestito.
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75