Dopo la debacle clamorosa in gara 1 e il mezzo miracolo di gara 2, l’Olimpia Milano vola ad Istanbul per affrontare gara 3 e 4 contro i campioni in carica dell’Efes.
Nelle ore precedenti al match si è dibattuto se fosse meglio per Milano concentrarsi su gara 4 tentando di vincere quella partita dato che Datome e Rodriguez erano in dubbio e non certo al meglio per questa gara 3.
Direi che i dubbi sono stati fugati fin da subito, i biancorossi ci hanno provato e ci proveranno anche dopodomani e se non sarà sufficiente si faranno i complimenti alla squadra di Ataman. Un atteggiamento che tutto sommato è coerente con la gestione Messina e con tutto il suo percorso fatto a Milano fin qui.
Nel giudicare questa partita come si può non citare le assenze? I piani dello staff ad inizio anno erano ben altri a questo punto della stagione. Queste partite avrebbero dovuto giocarle Melli e Mitoglou sotto canestro, non certo Ricci e Tarczewski se non per qualche comparsata, e Delaney con la palla in mano oltre magari a Kell a dare una mano dalla panca.
E si contava anche di portare Hines e Rodriguez in buone condizioni fisico/atletiche: invece, tra Covid e altri intoppi vari i due hanno riposato in campionato giusto lo stretto necessario. Ovvio che con Delaney e Melli arruolati costantemente i due veterani sarebbero arrivati più sani e più freschi a questo appuntamento.
Invece come può succedere dopo una stagione lunghissima che conta ad oggi una sessantina di partite all’appuntamento clou europeo i milanesi ci arrivano pieni di problemi anche se con 12 giocatori senior a referto.
Questo per dire della lunghezza semi infinita del roster milanese, ovvio che i vari Biligha, Baldasso e Alviti non vengano considerati da Messina pronti per entrare nelle rotazioni in Europa.
Anche l’Efes per amor di verità contava l’assenza di Simon (ma a conti fatti e considerando anche le partite precedenti è stato un brutto affare per i biancorossi), e di Beaubois anche se quest’ultimo per scelta tecnica.
Questa gara 3 tatticamente non è stata poi molto diversa dagli scorsi episodi. L’Efes ha cercato almeno nel primo tempo di evitare di far monopolizzare l’attacco dai due dioscuri Larkin e Micic almeno nelle conclusioni.
A far la differenza era infatti Pleiss che sfruttava uscite e rotazioni sbagliate per infilare con costanza il canestro milanese. I suoi 17 punti saranno infatti la chiave per la vittoria turca, anche perché la metà è stata ottenuta con schiacciate subendo anche fallo e non solo con piazzati da lontano.
Canestri che hanno fatto malissimo a Milano che ha subito oltremodo da vicino al ferro. Durissima espugnare la Sinam Erden Sports Hall concedendo l’80% da due punti.
Nel finale poi i raddoppi su una delle due guardie e la rotazione sull’altra non ha dato i frutti di gara 2. Ataman si è preparato ed ha organizzato bene la squadra per affrontare questa situazione aldilà di un paio di errori da tre dall’angolo. A lungo andare l’attacco ha capito come battere il blitz e ne sono scaturiti tiri facili mandati a bersaglio.
A mio parere invece la differenza in negativo per l’Olimpia l’hanno fatta le triple aperte sbagliate, specie nei primi 20 minuti, dopo attacchi ben bilanciati e costruiti. Tutti quegli errori hanno mandato la squadra di Messina all’intervallo sotto di 7 punti, mentre per la qualità del gioco espressa avrebbe dovuto essere in vantaggio.
Punti che poi mancano a tabellone nei momenti di siccità offensiva che rendono anche più nervosa la squadra costretta sempre ad inseguire. Ed è un peccato che molte di quelle triple sbagliate le abbia tirate Bentil, di solito più preciso e comunque autore di una ottima prova al netto del suo 0/5 da tre.
Per questo non sono stato d’accordo nel vedere Daniels usato 27 secondi e panchinato per un antisportivo causato da un passaggio errato di Rodriguez, non suo. Cambio punitivo che non ci stava affatto, a mio parere, soprattutto perché il buon Troy avrebbe potuto mettere qualche tiro da fuori che avrebbe aperto il campo e l’area alle penetrazioni dei vari Shields e Hall.
Ma ormai siamo abituati a queste scelte di Messina drastiche ed umorali che vanno al di là della mera scelta tecnica, quindi passiamo oltre.
Passiamo oltre e pensiamo a gara 4 di giovedì, perché sarà una gara da win or go home. Vedremo cosa si inventerà coach Messina per cercare di forzare la serie a gara 5.
Spero che lavorerà per evitare cambi difensivi troppo precoci ed evitabili che costringono sempre Hines e Tarczewski a dei miracoli contro Larkin e Micic con il risultato di caricarsi di falli e di concedere comunque dei canestri ai due fenomeni. Meno cambi, più aiuti e recuperi.
Ed in attacco, stante l’impossibilità di alzare il ritmo per non favorire l’Efes, bisogna continuare ad attaccare comunque già nei primi secondi per far muovere sul parquet una difesa che è composta da molti non difensori. Attaccare i close out come primo comandamento, sperando poi di segnare quelle triple aperte, altrimenti sarà tutto sprecato come successo oggi.
Quindi i vari Daniels, Datome, Ricci, Bentil ma anche Hall e Shields devono raddrizzare la mano pena fine del viaggio europeo. Appuntamento quindi tra 48 ore per gara 4.
IL TABELLINO: EFES ISTANBUL – OLIMPIA MILANO 77 – 65
DIAMO I NUMERI
11 – i punti del migliore in campo nelle fila biancorosse, Jerian Grant. Una bella prestazione la sua, che oltre a fare percorso netto da dietro l’arco, l’ha visto lottare a rimbalzo ed in difesa mettendo una dose di energia consona a questi appuntamenti. Ecco, non scommetterei su una replica in gara 4 di questa sua ottima perfomance data la sua incostanza nel tiro da fuori. Certo è che il suo contributo senza Delaney rimane molto importante nello scacchiere tattico di Milano ed ho l’impressione che se dovesse continuare così potrebbe pure mettere dei dubbi sulla sua riconferma che prima di oggi Messina non aveva (nel senso che le probabilità erano vicine allo zero).
9 – i rimbalzi in più catturati dai biancorossi, ed è una statistica che quasi mai si è verificata in questa stagione specie considerando l’assenza di Melli. State sicuri che Ataman ci lavorerà sopra perché si è accorto anche lui che concedere tutti questi extra possessi è molto rischioso, non sempre Rodriguez tirerà 1/7 da tre, ad esempio. Però è il dato principe che sottolinea il buon bilanciamento dell’attacco milanese, perché dice una legge non scritta del basket che non catturi rimbalzi offensivi se prendi cattivi tiri.
5 – i soli tiri da due punti sbagliati su 25 tentativi da parte dell’Efes. Lo staff milanese deve lavorare su questo dato, troppi canestri facili in penetrazione di Micic, e di Pleiss dopo dei roll dopo il blocco. Punti che hanno pesato e che sono stati decisivi, e che di solito la difesa milanese non concede, anche perché almeno in 3-4 occasioni frutto di disattenzioni non abituali. Il fegato di coach Messina ringrazia…
14 – i minuti di un più che discreto Tarczewski. Mi è piaciuto molto Kaleb, solido e concreto in attacco anche se in difesa ha fatto fatica sui cambi difensivi a contenere Micic e Larkin. Su questa situazione ho già detto quale potrebbe essere il rimedio, volevo però sottolineare che a mio avviso sarebbe auspicabile giocasse di più nel primo tempo il centro ex Arizona. Per levare minuti e soprattutto falli ad Hines, che è già la seconda partita in fila che arriva con 4 falli a 7 minuti dalla fine.
3 – i punti di un irriconoscibile Chris Singleton. A parte la querelle con il Chacho che a conti fatti ha favorito e non di poco i turchi, mi ha dato l’impressione di essere un giocatore in declino che potrebbe anche essere battezzato a volte. Cioè, piuttosto che prendere due punti facili dai due esterni meglio aiutare e lasciare all’ex Barcellona una tripla aperta. Non è in un buon momento, anzi è tutta la stagione che tira malissimo. E’ un ragionamento che si fa a Las Vegas e che ha poco di tecnico (anche perché è un giocatore orgoglioso) ma è una scommessa che farei.
2 – le palle perse banali nel finale che hanno impedito di portare a casa la vittoria. Dopo uno sforzo così profondo per mettere il muso avanti quei due turnover rischiano di pesare tanto anche nelle menti dei giocatori. Ma una grande squadra lavora anche sugli errori che commette e non abbiamo dubbi che questa Olimpia Milano lo sia, anche se dovesse venire eliminata.
SALA STAMPA
Ettore Messina
Prendo in prestito una frase che ha usato il mio collega Ergin Ataman dopo Gara 2. Come loro allora, noi stasera non abbiamo giocato in modo intelligente negli ultimi tre minuti di partita, quando abbiamo coronato una grande rimonta e messo la testa avanti.
L’impegnò è stato fenomenale, mi sono congratulato con i ragazzi per quello che hanno fatto, Rodriguez ha giocato più minuti di quelli che avrebbe dovuto e ci ha aiutato tanto. Certo non è stato il Chacho di Gara 2 ma la sua è stata una prestazione di grande coraggio.
Ora spero che la caviglia non peggiori e possa ripetersi in Gara 4. Spero solo che la squadra non si deprima. Non c’è motivo di farlo, ma qualche volta succede quando fai come diceva il Professor Nikolic ovvero riempi il secchio di latte e alla fine con un calcio versi tutto.
Datome? Ho provato ma non era in condizione. L’unica cose che è mancata sono state le percentuali. Purtroppo abbiamo costruito tanto ma sbagliato tanti tiri aperti. Peccato. La serie è quella che è ma ci riproveremo ancora con quello che abbiamo”.
Cristiano Garbin
@garbo75