Buongiorno dalla mia stanza da letto e anche di giornalismo, non so se andare a Parma per la partenza del Giro d’Italia o di riprendere a dormire perchè stasera vado a Rubiera per la seconda gara di finale per la promozione in serie A1 di volley, Tricolore Reggio è 1-0 su Cuneo, battuta in finale di coppa Italia, mesi fa. E’ alle 20:00 mentre dalle 20:30 c’è l’Olimpia Milano, a Casalecchio e l’accredito è passato, dunque stasera ostrologherò due domande delle mie a Ettore Messina, direi il più grande con Marcello Lippi che abbia intervistato, in 32 anni di giornalismo, non di sponsor o di empatia.
Ettore, il più grande, anche giornalista, opinionista per il Corriere della Sera, durante olimpiadi, grazie a Flavio Vanetti.
Su Skysport24 ho appena visto Brescia-Sassari, 1-1 nella serie, con la voce di Pietro Colnago, ho sentito gente che ho assaporato, Logan fu nello scudetto sardo, Stefano Gentile è un amico, Della Valle non ama i video all’uscita ma è pure un mio sodale. Non conosco, purtroppo, gli americani, del resto non guardo le partite.
Colnago in ogni partita mostra il saluto a fine partita fra gli allenatori, secondo me è spazio perso, perchè il saluto è nulla, rispetto al coefficiente di spettacolo di certe giocate.
Un gigante, per me, è Piero Bucchi, classe ’58, numero di panchine da record dall’84, non sapevo fosse bolognese. E’ serenità e classe, dentro e fuori il campo, nello youtube perso, quando allenava Pesaro, mi concedette di affacciarmi al Best western classic, verso Modena, a filmare un paio di minuto della squadra a cena, unico.
Piero Bucchi vanta 4 promozioni in LBA, 2 coppe Italia, una supercoppa, una coppa Italia di A2, a 64 anni resta una certezza, una persona seria, pochissimo in vista. Avete presente Mourinho e le sue battaglie con tutti? Piero non le farebbe mai. Non è mai la guerra di Piero, da una canzone di Fabrizio de Andrè. In un mondo di esaltati, di ricchi scemi, di bellissime contesissime, di bellissimi che lavorano nel marketing o alle vendite – ieri sera ero ai 25 anni di Schiatti class, concessionaria di auto di lusso, un mito, a Reggio, difatti c’era il marketing della Reggiana, calcio – Piero è unico, potrebbe fare il presidente e il ds, con lo stesso stile, sobrio e a bassa voce, un lusso per il nostro sport. Con Bucchi davvero in medio stat virtus.
Brescia aveva inanellato una serie da record, di 14 vittorie di fila, poi la sequenza è diventata normale, con 4 vittorie in 7 gare, comunque quell’abbrivio non è un sufficiente per garantire una semifinale, Sassari resta più esperto, non solo per Bucchi.
Sabato ero allo stadio Mompiano, a vedere la doppia rimonta delle rondinelle sul Perugia, su quelle curve vertiginose e dal tifo splendido, volevo restare ma per l’accredito al basket era tardi e naturalmente Alessandro Pediconi ha ignorato la richiesta. E’ romano, viveva a Reggio, negli anni di Menetti, e ora abita vicino allo stadio, Mario Rigamonti, per l’esattezza.
Volevo dedicare un pezzo ad hoc su Attilio Caja, mi ricorda Dado Lombardi, per le sortite dialettiche, è strano che litighi regolarmente con le società, Varese e poi Reggio Emilia. Ovvero, fa valere il suo pensiero, l’esperienza, è un trascinatore, un bel professionista, è un privilegio averlo. Non capisco perchè abbia mai allenato una nazionale, stessa cosa Piero Bucchi.
Vedo che ha guidato anche l’Affrico Firenze, che non conosco, di sicuro basket di terzo piano e anche solo per questo merita un encomio. Preferisco la gente vera, come noi, a falsi sorrisi, a bellissimi e bellissime che riducono la società solo a una ostentazione di fisicità e fascino. Bucchi mi ricorda mia moglie, Silvia Gilioli, giornalista pubblicista e per anni direttrice generale di un centro medico, con la volontà di passare inosservata come regola di vita. Caja compie 61 anni domani, spero che stasera resti in partita almeno sino a 5′ dalla fine.
Stasera vorrei una Unipol arena esaurita, a Casalecchio di Reno. Nel ’95 il pubblicista Enrico Boni mi vendette due polizze vita Unipol, di 25 anni per me e di 15 per Silvia, caddi nel tranello di un amico, mai gliel’ho perdonata. Detesto i venditori, anche amici. Un giorno vorrei collaborare con una società sportiva, ma nessuno vorrebbe mai un guastatore, si cercano solo celebratori e bellissimi e furbissimi. Neanche con un pezzo al giorno starei dietro alle mie idee.
Stasera, per esempio, c’è l’Eurolega, per un anno e mezzo l’ho scritta per Il Messaggero, di Roma, con qualche puntata sul cartaceo, quando Carlo Santi andò in pensione, poi giurerei che proprio Pediconi avvisò Maurizio Bezzecchi che mi ero presentato a Brescia senza accredito, per Milano, e filmai il palazzetto e raccontai personaggi. Casualmente da allora ho scritto appena due pezzi per il sito, in 4 anni. L’accredito con Pediconi è passato una sola volta e, purtroppo, non mi sono presentato.
Faccio approndimento, per me la partita non esiste, non penso alla bella immagine e neanche a tattica e tecnica, ma potrei fare videoracconti più tecnici, a caldo è impossibile. Vado a Bologna solo perchè è vicino, preferirei sempre cambiare, Addirittura non è passato l’accredito da freelance a gara3 di finale scudetto femminile, alla Virtus. Sapete che disturbo, filmando tanto, e i diritti di immagine c’entrano zero. E’ che il personaggio va tutelato, non si può concedermelo per tanti minuti.
Ah, a Graziella Bragaglio chiesi a quanti uomini disse di no, sul lavoro. Di no, non di sì, sorrise e rispose: “A tanti”. E’ l’emblema del perchè Bezzecchi, Pediconi e molti altri non mi accettano l’accredito, perchè non sono domande professionali. Mi ispiro anche a Piero Chiambretti e a Marco Mazzocchi, a radio2, radio cazzeggiatissima, giorno e notte, ma per scherzare con lo sport mica serve l’autorizzazione degli uffici stampa. Le domande sulla partita le lascio ai tanti che vorrebbero vivere di giornalismo e invece hanno sempre vissuto di altre attività.
Un saluto a Claudio Limardi, dal figlio di Claudio Pea, virtuale. Dal Gianfranco Civolani di Modena e Reggio, definizione di Antoine Nanni, lo speaker storico di Modena volley. Ah, non amo Pierpaolo Zucchetti, il bellissimo e strepitatore, quando Reggio Emilia gioca in casa, non amo gli urlatori. Mai. Meglio Bucchi e Caja.