Due settimane di autostop, qui su All-Around.net, sotto il fuoco concentrico di Davide Draghi e soci, della Pallacanestro Reggiana, per la mia linea su Attilio Caja, e poi anche con il direttore, Fabrizio Noto, che mi impone professionalità nel rendere i pezzi pubblicabili, curati, come lunghezza e particolarità tecniche che facciano audience.
Volendo, avrei due temi al giorno, mi sono calmato. Certo, vado all’arma bianca, all’attacco, come ho fatto alla presentazione di Gianmarco Pozzecco, ho chiesto la parola, per ultimo, come sempre, non mi è stata data da Francesco d’Aniello e neppure dal suo secondo, mentre è intervenuto Toni Cappellari, il manager leggenda, ma non giornalista, tantomeno professionista.
Dieci giorni e passa sono trascorsi da quel bel venerdì a Milano, senza multa, con tanto Pozzecco. Perchè, dovete sapere, siamo stati colleghi, su radio105. Avete presente quella bella radio molto energica, molto sprint, molto giovanile, con molte parolacce, da sempre, allo zoo?
Ecco, c’è stato un tempo, mica tanto lontano, direi sino al 2013, in cui in 105 più calcio, con Fabiana, Paolini, di cognome, e Riccardo Este, c’era anche Poz, alternato con Antonio Rossi, portabandiera a Pechino 2008, quando io ero in redazione, a Il Giornale, a Milano, allo sport per due mesi, in sostituzione olimpica, appunto, e lì, a 37 anni, ho capito che l’ansia mi avrebbe precluso le redazioni. Ansia endemica, ma anche da iperlavoro stagionale, partite la domenica, il sabato, con o senza presenza, con o senza firma autentica, su più giornali.
Ebbene, Gianmarco era come l’avete sempre visto, prima e dopo, io magnificavo Romeo Sacchetti, a Sassari e a Capo d’Orlando, dove furono insieme, e lui mi irrideva per la voce, che talvolta somiglia allo stridulare di Mario Giordano.
Veniva con me Silvia Gilioli, moglie da san Silvestro del ’94, sposata in chiesa, a Pieve Modolena, dove siamo nati, lei nel ’73, compleanno festeggiato il 2, da poco, e io l’8 luglio, nel ’71.
Memorabile quando Fabiana e Poz mi chiesero in onda come facessi sesso con Silvia, con quali versi o simili, fatto sta che risposi che a mia moglie piacciono gli animali e allora non so che verso citai, di animali, appunto.
Il sesso, appunto, ho imparato a chiederlo dal Poz, insomma.
E, naturalmente, per contravvenire alle raccomandazioni di Fabrizio Noto, ho filmato senza chiedere prima la moglie, spagnola, che lavora se ho capito bene in casa di riposo o giù di lì, gran messaggio. Naturalmente declina l’intervista, video, e a me fa ricordare quando su radio 105 a Gianmarco citavo l’ex Maurizia Cacciatori.
Sempre il Poz, dunque. A Bologna, era alla Fortitudo, 2018, direi, tutto materiale video perduto, c’era Casale Monferrato, nei playoff di serie A2, e più tardi mi fermai in albergo a raccontare Ramondino, terribilmente bravo.
Andrea Tedeschi, pr della Fortitudo Bologna, mi dà la parola, mal volentieri, perchè vannizagnoli.it è rischio puro, imprevedibile, non sai mai quanti minuti voglia parlare e chi voglia provocare. Ci pensa il Poz, allora: “Vanni, ma tira dentro il… dai pantaloni”.
Ne ho un paio gialli, carini, larghi, fra i pochi che mi vadano ancora bene, con i miei 101 chili, che spero di riportare presto a molto meno, e allora sì cade la cerniera, scende, ma tranquilli non era uscito e del resto non è quello di un americano…
Aggiungo solo che Petrucci doveva licenziare se stesso, non Meo Sacchetti, che gli ho chiesto quanto pensa incida un presidente federale sui risultati di una nazionale, D’Aniello voleva impedirgli di rispondere, lui si è limitato a dire che “…Dipende da tanti fattori, il risultato”.
Certo, il colpo in Serbia di un anno fa è merito suo, non di Meo, come il quinto posto olimpico. A Petrucci spiego la mia delusione: “Il basket dovrebbe dare l’esempio al calcio, che licenzia troppo e a casaccio. L’esonero di Sacchetti sembra uno dei tanti del povero Maurizio Zamparini…”. Egli nicchia.
Gli ribadisco la mia stima, come persona, per la caratura, ma a 77 anni dovrebbe andarsene davvero in pensione.
Domenica ho sentito il mio sodale Artiglio Caja su radio Rai 1, commentare #Gara3 scudetto, richiesto certamente da the voice, Massimo Barchiesi, come lo chiama il correggese Maurizio Bezzecchi. Io vi dico che Ettore non perde due finali di fila, tantopiù dopo averne persa una 4-0, addirittura. Avevo pronostico 4-2 con Luigi Lamonica, intervenendo sul processo di All-Around.net.
Avrei ancora molto da dire, su Reggio Emilia e Veronica Bartoli, su Verona e Frosini che non mi ha risposto e che mi interrompeva le interviste a un Vitali, al Reverberi, e a Pillastrini, a salvezza conquistata, da subentrato a Devis Cagnardi. Mi ha risposto, invece, Alessandro Ramagli, livornese, apprezzato a Reggio Emilia, 15 anni e passa anni fa.
Non vi piazzo qua i video del Poz, li trovate su vannizagnoli.it, youtube, e piuttosto metto link e neretti e tag e seo, via.
Ah, volevo fare cabaret alle finali, ma i dialoghi con il domenicano mio prossimo inquilino e anche restauratore a tempo perso mi hanno fatto perdere le prime due a Bologna, spero arrivino a #Gara7 per profilarmi a Bologna, appunto, al rientro dalla sabbia.
Ho sistemato la macchina, disturbato persone e cambiato avvocato. A presto, su vannizagnoli.it, qua solo il meglio, ciao a tutti, da Pieve Modolena, Reggio Emilia, o da Migliolungo. Ah, ieri ho anche raccontato la vita del nuovo sindaco di Parma, di sinistra. Io sono di destra…