In economia il punto di equilibro è il punto in cui i ricavi pareggiano esattamente i costi, evitando perciò perdite; la Dinamo Sassari ha riconfermato il proprio punto rinnovando Filip Kruslin per un altro anno, l’equilibratore dell’ultima stagione dei sardi.
La squadra di coach Piero Bucchi, infatti, ha chiuso la stagione come il secondo miglior attacco di tutta la LBA, 84.7 punti a partita, con così tante bocche da fuoco il ruolo del croato è diventato fondamentale, trasformandosi in un vero e proprio specialista difensivo.
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Queste le parole di un’entusiasta Filip Kruslin rilasciate su Dinamo TV.
Tutti sanno quanto io e la mia famiglia ci troviamo bene a Sassari, ho una grande rapporto e connessione con tutto l’ambiente Dinamo e per me è stata una decisione facile quella di restare. Ho un bel rapporto con il coach e abbiamo fatto una buona stagione, per cui è stata un scelta molto facile.
Abbiamo veramente una bella squadra, forse i tifosi sono dispiaciuti che oggi sia stato annunciato io e non Miro (Bilan), spero vivamente che resti anche lui a Sassari. La squadra che hanno costruito sembra molto versatile, tutti sanno fare qualcosa e vedo molto talento, non c’è la superstar che risolve tutto e penso che possiamo avere una buona attitudine difensiva. Spero che tutto questo ci possa far vincere molte partite.
L’anno scorso, per la prima volta nella mia carriera, ho iniziato molto tardi la stagione, all’inizio ho avuto problemi ad adattarmi, ma il coach e Federico (Pasquini) mi hanno aiutato molto, coinvolgendomi e permettendomi di dare il mio contributo al gruppo. Una volta raggiunti i playoff ci siamo riuniti, eravamo contenti di esserci arrivati, vista la situazione che avevamo all’inizio, ma non volevamo chiudere lì il nostro cammino. Abbiamo fatto una grande serie contro Brescia e ci siamo regalati la semifinale con Milano, dobbiamo essere contenti come squadra per come siamo cresciuti durante la stagione.
Spero che la capienza resti al 100% nei palazzetti, perché giocare davanti ai nostri tifosi è stata un’esperienza incredibile per tutti noi e il loro supporto è stata una delle chiavi della scorsa stagione. Grazie ancora a tutti e ci vediamo la prossima stagione.
Con maggiori compiti difensivi assegnategli dal coach bolognese, Krule ha visto le proprie cifre offensive abbassarsi rispetto all’era Pozzecco, aumentando però quelle difensive, rubando più palloni della stagione precedente, nonostante abbia giocato meno partite, e moltiplicando il proprio plus/minus di otto volte (!) rispetto al 2020-21: con lui in campo la Dinamo subisce meno punti, mentre l’attacco gira a pieno regime sfruttando rubate o rimbalzi difensivi e andando in contropiede.
Dopo il suo arrivo a novembre scorso, chiamato per dare esperienza e carisma ad un gruppo che sembrava essersi smarrito, la Dinamo ha cominciato la cavalcata che l’ha portata fino alla semifinale persa con Milano, battendo però prima una Germani Brescia data da tutti come favorita e regolata invece in 4 gare.
Nella vittoria dei quarti c’è anche il suo zampino, sia in difesa, incollandosi all’MVP del campionato Della Valle, che in attacco, con l’exploit di Gara3 in cui è stato anche MVP del match, segnando 20 punti.
Nonostante gli incarichi difensivi, è riuscito comunque a chiudere la regular season con numeri di tutto rispetto, segnando 8.6 punti di media, 1 palla rubata, 1.8 assist e il 38% da tre.
Con le riconferme di Kruslin, Robinson e Bendzius, oltre alle aggiunte di Dowe e Jones, la squadra è quasi completa, manca solamente uno slot riservato agli stranieri da impiegare sotto le plance per il centro titolare. Tutti gli indizi, oltre che le speranze dei tifosi, portano a Miro Bilan, che ancora non ha sciolto le riserve per la prossima stagione.
Le squadre sulle sue tracce sarebbero molte, ma il GM Federico Pasquini non ha mollato la presa, convinto ancora di poter convincere il croato, l’incontro chiave dovrebbe avvenire questo fine settimana e forse già da lunedì sapremo se la Dinamo Sassari continuerà ad avere, almeno per un’altra stagione, la canotta numero 2 sotto i tabelloni.
Giovanni Olmeo