Podgorica (MNT), 24 luglio 2022 – Come in ogni rassegna continentale giovanile, l’ultimo giorno è dedicato alle finali. Finali per tutte le posizioni, per stabilire un ranking per nazioni, con previste retrocessioni e promozioni dalla Division B. Un ranking che direbbe tanto sul movimento della palla a spicchi nel paese classificato. L’Italbasket Young, con una serie di vittorie su Repubblica Ceca, Germania ed ultima la Slovenia, si classifica al 9° posto. Un posto spesso idealizzato come “il primo nella colonna di destra” ovvero la migliore delle “mediocri”.
La partita non ha dato molti spunti: ha mostrato come Okeke, Klavzar, Canka e Ciani possono essere pronti per un salto di qualità, nelle giuste proporzioni. Che gente come Bartoli, Vincini, Virginio, per citare gli italiani, debbano invece ancora “mangiare pastasciutta” per raggiungere lo step successivo. Poi ti trovi Jurkovic e Boglio, che con caratteristiche poco indicate per il basket moderno, diventano quasi match decider. Tutto deciso nel finale, col mini sprint dell’Italbasket Young, ancora però troppo fallace dai tiri liberi.
Nazionale Italiana U20 di Basket – Nazionale Slovena U20 di Basket 81-78
9° posto. E’ reale come posizione finale?
Per storia e CV di alcuni giocatori sarebbe da considerare come bugiardo il risultato finale. Eppure il risultato raggiunto sa tanto di verità. Le velleità scarse di qualche giocatore “esperto” che rifiuta tiri, l’eccessivo ego di qualche altro, la paura della lotta di qualcuno han portato a ciò. Tecnicamente ci si poteva aspettare di più, vero, ma queste carenze ne han condizionato di molto il cammino. Principalmente contro la Croazia, cui unica arma era aggredire l’Italia. Così fece, così vinse, per appunto demeriti derivanti dalla scarsa vena combattiva italica.
Insomma, siamo mancati dove ci siamo sempre contraddistinti: nel Cuore. Quel Cuore che ci ha sempre portati lontano, anche oltre i nostri limiti, le nostre possibilità. Non è che magari avevamo aspettative troppo alte? Può essere, ma non è una giustificazione a farsi sopraffare da una nazionale più o meno alla pari. Quel Cuore che è mancato anche dalla panchina, quale coach Alessandro Magro non è riuscito ad orchestrare alcuna soluzione ai problemi evidenziati in campo. Troppo spesso poco ed anche troppo spesso tardi.
E’ un buon punto per ripartire?
Assolutamente Sì! Anzi, forse il migliore, perchè il materiale c’è, va solo cesellato a dovere. Porterei lo stesso discorso anche nelle altre selezioni, quelle ancora più giovani. Solo che nei più piccoli il problema sono i formatori, qua invece servono solo persone che sappiano coinvolgere, che sappiano anche trattare con i club, affinchè si possa ottenere la “migliore” selezione.
Ho scritto apposta tra virgolette perchè le skills individuali non bastano per vincere. Serve coesione, unità d’intenti, essere squadra, a partire dai vertici. Urge porsi il problema per trovare con calma la soluzione, che duri nel tempo. Giovani prospetti li abbiamo, devono maturare però nelle migliori condizioni possibili, non lasciarli in mano ad eventi esterni all’azzurro. Sennò li si perde, senza possibilità di replica.
“LO SVILUPPO PARTE DAL NULLA, DAL TUTTO TROVI SOLO STALLO. LA PERFEZIONE A VOLTE E’ UN LIMITE”
Luciano Lucio Pizzi
@Lubos10