Riga (EST), 24 agosto 2022 – Nel primo match della seconda fase di qualificazione ai Mondiali 2023 l’ Italia di coach Gianmarco Pozzecco ha avuto la meglio su un’ Ucraina che per più di 25 minuti l’ha messa alle strette.
Inizio con le marce basse per gli azzurri che fra difesa dell’area quantomeno rivedibile, e ritmo compassato in attacco sono arrivati anche a toccare il -11 verso la fine del secondo quarto e bisogna ringraziare un monumentale Nick Melli se il passivo non ha toccato vette ancora più preoccupanti, infatti il reggiano è stato l’unico a salvarsi insieme a qualche sprazzo del solito Fontecchio in una prima frazione veramente preoccupante. Neanche l’ingresso dei due grandi vecchi Gallinari e Datome riusciva ad equilibrare una prestazione abbastanza preoccupante, con Spissu evanescente, Mannion frenetico, Polonara e Pajola alla ricerca di sè stessi e Tonut sempre con mezzo giro ritardo.
Negli spogliatoi il Pozz deve aver suonato la sveglia con i suoi modi garbati e mai sopra le righe e l’effetto si è visto subito. Il parziale di 22-38 del terzo quarto è scaturito da un’ Italbasket che metteva finalmente energia su ogni blocco, che non concedeva nulla di facile e che finalmente trasformava la frenesia in aggressività, e chi è stato colui che ha mostrato la via ? Sempre lui, il SuperFontecchio di questi ultimi due anni, oramai vero leader degli azzurri. Mostrata la via tutti si sono adeguati, Spissu ha cominciato a cucire basket, Tonut ritrovava le sue certezze, Nico Mannion la strada per le sue accelerazioni Nord Sud e Giampaolo Ricci legava il tutto con la sua concretezza, il suo saper stare in campo e, perchè no, i suoi gomiti.
Ora l’ Italia è attesa dalla importantissima sfida di Brescia del 27 agosto contro la Georgia che dovrà fare a meno di Tornik’e Shengelia infortunatosi alla spalla contro l’Olanda ed in dubbio anche per gli Europei. Coach Pozzecco dovrà pensare bene all’ultimo taglio da effettuare ed una domanda, secondo me, dovrà porsela: siamo sicuri di poter rinunciare a Tessitori viste le difficoltà avute anche oggi nel controllare i nostri tabelloni?
Spogliatoi
Così il CT Gianmarco Pozzecco:
“Sono orgoglioso dei miei giocatori. Siamo entrati in campo forse troppo concentrati e desiderosi di vincere e l’Ucraina ha approfittato del nostro nervosismo per prendere fiducia. Nel secondo tempo invece abbiamo ritrovato la gioia di giocare e abbiamo prodotto due quarti di alto livello. Abbiamo vinto una partita clamorosamente importante grazie a tutti i miei ragazzi, nessuno escluso. Non sono un coach che difende le sue scelte, sono un coach che difende i suoi giocatori. Fino alla fine”.
Parziali: 19-19; 26-15; 22-38; 22-25.
Pagelle
Ivan Tkachenko 7: è una spina nel fianco per buona parte della gara, pressa e segna dall’arco approfittando delle amnesie azzurre, cala nella ripresa.
Denys Lukashov 7,5: è il migliore dei suoi, dirige e gestisce i tempi con maestria mandando fuori giri l’ Italia per quanto sta in campo, forse qualche minuto in più se lo sarebbe meritato.
Sviatoslav Mykhailiuk 4: era l’uomo più atteso fra i nostri avversari, ma il Raptor tradisce le attese intestardendosi in una inutile quanto sterile sequela di tiri da 3 punti.
Vyacheslav Bobrov 5: tiene decentemente il campo nel primo tempo, ma quando si scatena Fontecchio non sa che pesci pigliare.
Andrii Voinalovych n.g.
Artem Pustovyi 6,5: nel primo tempo è un vero rebus, segna da qualunque parte e spesso con soluzioni molto complicate, nella ripresa si vede meno, ma qualche minuto in più se lo meritava sicuramente.
Alex Len 6+: anche lui sfrutta l’inizio per farsi trovare pronto ad approfittare delle lentezze italiche, nel secondo tempo cala.
Issuf Sanon 6,5: parte dalla panchina, ma quando entra si fa sentire, mette fisicità ed estro, si infortuna a fine terzo quarto uscendo sulla bomba del Gallo che chiude il parziale e non rientrerà più.
Bogdan Bliznyuk 6: sgomita, si getta e protesta, però non fa mancare la garra, forse un po’ troppo utilizzato, ma dà tutto quello che ha.
Dmytro Skapintsev n.e.
Volodymyr Herun 6,5: è il tipico giocatore che non si vede, ma si sente, facilitatore di gioco, fa le cose semplici e lineari che servono.
Illya Sydorov 5: inizia con i fuochi di artifici inventando un paio di canestri molto difficili, ma si monta la testa ed esagera, presuntuoso.
Marco Spissu 6+: inizia male, come tutta la squadra, ma nel secondo tempo comincia a dettare i ritmi e fa entrare la squadra nei giochi con molta più decisione, prova matura.
Nico Mannion 6,5: inizio frenetico nel quale sbaglia ogni conclusione, il riposo gli fa bene ed alla energia unisce raziocinio e furbizia, sfruttando il suo cambio di passo che sembra essere tornato quello del preolimpico di Belgrado, bravo.
Paul Biligha 6: gioca solo 3 minuti, ma non demerita, magari dargli qualche minuto in più per non spremere troppo Melli aiuterebbe.
Stefano Tonut 7-: inizio quasi da paura, sembra un pesce fuor d’acqua, ma nella ripresa infila un tiro forzato dalla media che gli dà convinzione e fiducia, cresce e morde in difesa come da un po’ non si vedeva.
Danilo Gallinari 5,5: la classe c’è, e si vede sempre, ma dietro è sempre indietro di un giro e coi cambi sistematici voluti da coach Pozzecco rischia di sbilanciare la squadra ad ogni azione.
Nicolo Melli 7,5: nel primo tempo tiene in piedi la baracca trasformandosi anche in realizzatore, nel secondo si limita a fare quello che gli riesce meglio: difendere e facilitare, è lui il leader della squadra.
Simone Fontecchio 8+: oramai non ci sono parole per il ragazzo abruzzese, ogni partita è un nuovo step verso un limite che non si vede, è un’ala piccola dominante al di qua dell’ Oceano, ora avrà la prova del 9 al di là, da domandarsi come facevano alcuni guru del basket giovanile italiano a vederlo come play maker…
Giampaolo Ricci 7,5: mr. utilità. C’è da fare un taglio, lo fa; c’è da prendere un rimbalzo, lo prende, c’è da alzare i gomiti, li alza, il calo dell’intensità nel finale non è un caso sia coinciso con la sua sostituzione.
Tommaso Baldasso n.e.
Achille Polonara 6: sfiora la doppia cifra in una partita che lo vede abbastanza ai margini, buon segno di concentrazione e coinvolgimento.
Alessandro Pajola 5: nel primo tempo sembra un pesce fuor d’acqua, nel secondo tempo fa vedere qualche sprazzo dei suoi, ma è ancora indietro.
Luigi Datome 5: inserito come salvagente durante il periodo di maggior difficoltà sembra più una papera da vasca da bagno, ma col suo kilometraggio una pausa può anche prendersela.