Ogni partita che passa è sempre più difficile dare valutazione e fare commenti e, ridendo e scherzando, siamo al turno 13 e per Milano siamo a quota 9 sconfitte in fila.
Già da un pò si è andati sull’esoterico, pensando che qualcuno abbia fatto un maleficio sul Forum e sull’Olimpia in generale o che, come in Space Jam, invisibili cartoni animati abbiano rubato il talento dei biancorossi siano essi giocatori, allenatori o dirigenti.
Perché va bene gli infortuni, va bene le difficoltà tecniche, va bene tutto ma essere avanti a metà terzo quarto con inerzia e partita in mano e poi perdere per l’ennesima volta è veramente inspiegabile. Specie contro una squadra che, a differenza del Panathinaikos incontrato settimana scorsa, non ha nella difesa e nella concentrazione una peculiarità ma ha talento sufficiente per battere molte delle squadre di Eurolega.
A ben vedere comunque, qualche indicatore o qualche spia che segnala problemi generici si è accesa da tempo; nello specifico lo strumento diagnostico dovrebbe averlo in mano Messina, sempre che le istruzioni siano leggibili, e a quanto pare non lo sono.
Da parte mia potrei copia incollare qualche pezzo di articoli precedenti, la solfa non è cambiata granché. Mi limito ad aggiungere che: siamo passati in sei mesi dal Qi cestistico del Chacho e Shields a quello di Mitrou Long e Cabarrot.
Come passare, più o meno, da una Ferrari di F1 (veloce, ma non vincente però) ad una Panda 30 del 1984. E siamo passati dalla tigna e dalla combattività di Bentil alla faccia da giocatore dei Washington Generals di Voigtmann e dall’atletismo anni 2020 di Grant a quello anni ’70 di Baron.
Sono tutti downgrade rispetto al recente passato, l’obiezione è che è facile dirlo adesso.
Si è facile, ma lo dico perché mi sto convincendo sempre più che questi passi indietro (soprattutto il primo), hanno fatto capitolare giù, molto giù in classifica Milano. E tutti gli upgrade che ci dovevano essere? Beh, non stanno avendo impatto, nemmeno quelli evidenti tipo il passaggio tra Davies e Tarczewski.
Anzi, forse il buon Kaleb era più funzionale di Brandon a cui oggi nulla si può rimproverare nel primo tempo: entrato in campo con voglia e ferocia, punito con i falli, dimenticato in panca da Messina anche a causa di una prova fuori categoria di Hines in difesa.
E gli altri upgrades? Pangos un oggetto misterioso ma dallo stipendio chiarissimo a tutti, Thomas che pare all’ammazzacaffé anche se cerca di rendersi utile per quanto possibile quando chiamato in causa con fortune alterne.
Morale della favola? Mercato sbagliato in pieno. Come ci si sistema? Senza sistemarsi. Sono e rimarranno questi tutto l’anno praticamente (ma io non ci credo, l’ultimo ingaggio e conseguente visto verrà speso a Pasqua, per me).
Il Maccabi dal canto suo non ha rubato nulla, solo approfittato della situazione drammatica in casa milanese. Ovvio che con l’Olimpia Milano di 12 mesi fa questa partita sarebbe finita 101-77, di questo ne sono convinto. Ma serve a poco, adesso arriva la Stella Rossa, anzi bisogna farle visita e se non si cambia registro una nuova scoppola potrebbe essere in arrivo sul binario 4.
Se debacle sarà anche giovedì mi aspetterò cambiamenti anche decisi da parte di Messina (me li aspettavo già oggi a dire il vero, ma tant’è…). Di uomini no perché non si può, ma rotazioni, gerarchie e uso del personale si. E di parecchio anche.
IL TABELLINO: OLIMPIA MILANO – MACCABI TEL AVIV 71 – 77
DIAMO I NUMERI
1 – i tiri tentati in 10′ di gioco da Voigtmann, peraltro non a segno. Io ne capisco poco, ma di sicuro non è lo stesso giocatore che ho ammirato in maglia tedesca anche ai recenti Europei né quello devastante in maglia CSKA. Passa tiri aperti e gioca a fare il James Harden in penetrazione…Sempre più perplesso. C’è già chi ne chiede la testa…
2 – a chi invoca le assenze in casa milanese, ricordo che agli israeliani mancavano Baldwin e Poythress, non proprio gli ultimi venuti. Questo per dire ok, Pangos e Shields fondamentali ma da un organico così lungo e profondo si potrebbe anche pensare di tamponare una volta con uno e quella dopo con l’altro. Invece in tanti, tutti gli italiani praticamente, non toccano campo e visti i risultati non mi pare l’idea del secolo…
9 – i liberi sbagliati dall’Olimpia. Tanti, troppi. Giusto per far i conti della serva: nessuno pretende il 100% dalla linea ma almeno l’80 si. E l’80% su 22 tentativi fa 18,5 in più di quelli segnati….In una sconfitta di 6, capite bene che una qual certa importanza l’hanno avuta (e come dico sempre, cel’hanno ad ogni partita).
13 – la differenza a rimbalzo tra le due squadre: anche questo un dato pesante da accettare. Il Maccabi non ha un Tavares sotto canestro ma una batteria di lunghi atletici che possono (e lo hanno fatto) indirizzare la partita con qualche giocata di atletismo (unita al talento). Milano, dopo Melli ha Hines che sappiamo tutti età e statura e Davies che nasce come ala forte più Voigtmann che è un 2 nel corpo di un 4. Non so dall’inizio della stagione quante volte Milano abbia prevalso a rimbalzo, mi sbilancio e dico forse 1 o 2, le eccezioni che confermano la regola.
30 – i minuti che i giocatori milanesi vorrebbero durasse una partita di Eurolega. Perché sarebbero in zona playoff ma nelle prime 4, se la sirena finale suonasse al 30′ di gioco. Anche stavolta invece, ennesima rimonta subita e non è un caso. Quando gli avversari alzano la pressione difensiva la squadra di Messina va in tilt, non avendo un costruttore di gioco né una mente pensante. Da lì si vedono i peggiori errori, sbagli banali, cali di concentrazione etc etc...
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75
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