Sassari, 04 marzo 2023 – Una gara dai mille significati e dalle mille insidie tra due squadre che hanno alimentato negli ultimi anni una sana rivalità, Dinamo Sassari – Reyer Venezia non è mai una sfida banale, è quella di stasera non ha fatto eccezione, con i sardi che hanno avuto la reazione decisiva nel quarto conclusivo. Un 90-81 finale che porta a 6 le vittorie dei biancoblu nelle ultime 7 partite di LBA, una macchina ormai perfettamente oliata e capace di passare sopra anche ad una Reyer Venezia che ha retto per 30′, andando anche sul +9, prima di affondare nel finale.
Una partita molto sentita soprattutto dal pubblico di un PalaSerradimigni ricolmo e mai così rumoroso in questa stagione, al di là dell’importanza del match, c’era la voglia di accogliere nel migliore dei modi il ritorno a casa di un figlio della città turritana, quel Marco Spissu andato via per spiccare il volo verso lidi più prestigiosi e tornato stasera per la prima volta da avversario. Evidentemente una sensazione strana in molti dei presenti, che durante la gara hanno persino applaudito dopo il suo unico canestro segnato, nonostante avesse la casacca “sbagliata” e trattenuto il fiato dopo la brutta scavigliata che l’ha tolto definitivamente dalla contesa.
Una Dinamo che vedeva la sfida di stasera come un importante crocevia della stagione, in vista della corsa playoff, con il timore che la sosta potesse spezzare il fluido magico di questo 2023, in cui sono arrivate 6 vittorie su 8 gare complessive, risalendo la classifica con un ritmo incessante.
Timori scacciati via da un Gerald Robinson finalmente tirato a lucido, dopo le settimane passate ai box e nonostante l’influenza degli ultimi giorni, che non hanno intaccato la voglia del play, nativo di Nashville, di tornare ai suoi livelli: una prestazione trascinante da 24 punti, molti dei quali nell’ultimo decisivo periodo di gioco che hanno indirizzato definitivamente il match.
Con coach Piero Bucchi che alla vigilia temeva i chili in più delle batterie di lunghi degli oro granata, con i valori che si sono invece ribaltati sul campo, con una Sassari famelica sotto i tabelloni e capace di dominare il confronto a rimbalzo (43-33), con addirittura 14 dei quali in attacco, fondamentali per la vittoria finale.
Un successo, però, arrivato senza l’arma più temuta dagli ultimi avversari dei sardi, quel tiro da l’oltre l’arco che ha annichilito squadre come Trento, Pesaro e Brindisi che hanno dovuto soccombere davanti alle percentuali irreali dei biancoblu, sempre abbondantemente sopra il 55%.
Il piano partita del neo arrivato coach Neven Spahija era chiaro: impedire alla Dinamo di trovare tiri aperti e limitando in tutti i modi i loro tiratori. L’aggressività sull’arco ha portato parzialmente dividendi, con i padroni di casa capaci di tentare solamente 14 tiri, con appena il 35% di realizzazione; ma abili nello sfruttare i tanti spazi concessi nel pitturato, pasturando spesso e volentieri per i lunghi sassaresi e dominando con un esorbitante 31/56 (55%) dentro l’area.
Una supremazia sotto le plance che porta due nomi ben precisi, quelli di Ousmane Diop (19 punti) e DeShawn Stephnes (12 punti), una premiata ditta, con i suoi 31 punti in combinata, che ha permesso agli uomini di Piero Bucchi di trovare altre soluzioni offensive. Positivi anche un Chris Dowe sempre più dentro al progetto (12 punti e 8 assist) ed Eimantas Bendzius (8 punti), limitato bene dalla difesa lagunare e certamente fiaccato dalle fatiche con la nazionale, ma capace comunque di dare il proprio contributo sia a rimbalzo che in difesa, con 6 rimbalzi e 3, importantissime, rubate.
Per Venezia una sconfitta bruciante, risalita dal -11 del primo tempo, fino al +9 di inizio ripresa trascinata da un commovente Michael Bramos (17 punti) e poi nuovamente sprofondata sul -14, anche per colpa degli infortuni di Marco Spissu (3 punti) e Mitchell Watt (12 punti) che hanno privato coach Spahija di due carte pesanti da giocarsi nel finale di gara.
Una sfida dall’alto tasso agonistico, specialmente nei due quarti centrali, nei quali la terna arbitrale ha fatto quello che ha potuto per non perdere le redini di una gara che rischiava di scivolargli via dalle mani, con alcune scelte discutibili che hanno messo in partita anche il pubblico del PalaSerradimigni, a quanto pare già caldo in vista dei playoff!
Tornata un’apparente serenità, soprattutto per quanto riguarda quella ambientale, la Reyer si è retta sulle spalle di un Amedeo Tessitori mai così ispirato in attacco come questa stasera (13 punti), colpevole però di molte amnesie dall’altra parte del campo, ma soprattutto su l’atletismo inesauribile di Jordan Park (12 punti) e sul talento di Derek Willis (10 punti), ultimo ad arrendersi insieme a capitan Bramos e autore di una sontuosa prestazione difensiva su Bendzius.
Unica pecca della festa sassarese, se si esclude l’apprensione per l’infortunio di Spissu, è il non aver ribaltato il -10 dell’andata, con il solito Bramos autore della tripla del -9 a 2” dalla sirena che ha conservato il vantaggio negli scontri diretti in favore degli ospiti.
Per la Dinamo Sassari un’altra vittoria che aumenta autostima e puntella una classifica sempre più positiva, agganciando il 4° posto occupato da Pesaro, questo sì più in linea con le speranze di inizio stagione della società biancoblu, rispetto al preoccupante piazzamento di un paio di mesi fa. Sardi che sono attesi ora da uno scontro contro un altro pezzo di cuore: domenica prossima a Scafati contro l’amatissimo ex David Logan.
La Reyer Venezia invece trova un altro stop nel nuovo cammino di coach Spahija, dopo la sconfitta di Coppa Italia contro la Virtus, con una classifica che la vede fuori dai playoff Scudetto, ma ancora in tempo per raddrizzare una barra che rischia di inclinarsi in maniera preoccupante. Ora è attesa dal derby casalingo di Eurocup contro Brescia di mercoledì sera, per suggellare l’ormai imminente accesso alla post season della seconda coppa continentale, obiettivo mai celato dalla società lagunare.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Umana Reyer Venezia 90-81
Parziali: 25-16; 19-27; 18-18; 28-20.
Progressione: 25-16; 44-43; 62-61; 90-81.
Sala Stampa
Neven Spahija, Gerald Robinson e Piero Bucchi
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Jamal Jones 5: non è la sua gara e si vede subito da come il ferro gli sputa via le prime conclusioni. La difesa di Parks fa il resto, facendolo innervosire e commettendo falli banali che lo escludono via via dalla contesa. Nella ripresa parte bene trovando i primi punti, poi forse si intestardisce troppo cercando solamente tiri in isolamento e la Reyer scappa via. Bucchi lo fa sedere e lì lo lascia fino alla sirena conclusiva.
Gerald Robinson 8: e meno male che fino a due giorni fa aveva l’influenza! Gara da assoluto dominatore per l’ex Pesaro, che si carica sulle spalle la squadra facendo registrare una prestazione totale da 24 punti, con 8/10 da due e 2/3 da tre, 4 rimbalzi, 2 rubate, 4 assist e 29 di valutazione. Torna in quintetto dopo più di un mese e fatica a togliersi la ruggine di dosso nei primi minuti. Nel secondo periodo inizia lo show firmando il primo vero allungo della gara (+11). Nella ripresa scuote i compagni dal torpore dopo il sorpasso della Reyer e la Dinamo torna nuovamente avanti proprio con una sua tripla sulla sirena del terzo periodo. La difesa di coach Spahija non sa come leggere le sue penetrazioni, che tagliano in due la difesa, perché non sanno mai cosa potrà fare, se si inventerà un canestro appoggiandosi al tabellone o servire l’assist illuminante per Diop e Stephens per la schiacciata indisturbata. Anche senza il trattore in tangenziale, il buon Gerald è tornato a comandare!
Chris Dowe 7.5: l’ennesima dimostrazione del perché lo staff biancoblu abbia voluto aspettarlo senza condizioni, dopo l’infortunio di inizio stagione. Un’altra prestazione di assoluta concretezza per l’ex Bamberg che legge quasi sempre la miglior giocata da fare. Nel primo tempo si mangia Spissu, portandolo costantemente spalle a canestro e muovendo il proprio tabellino. Nella ripresa fatica a a ritrovare il bandolo della matassa, ma dopo aver sbandato torna nuovamente in carreggiata smazzando assist e dando ordine all’attacco sassarese. Ambasciatore ufficiale de “lo famo strano” si inventa i suoi ormai classici canestri in zingarata, tutti storti e in precario equilibrio, che ammazzano il match nei momenti decisivi. Sfiora la doppia doppia con 12 punti e 8 assist.
Filip Kruslin 6.5: letale nel primo tempo, come ormai c’ha abituato negli ultimi due mesi, segna subito 7 punti, tutti dall’altissimo grado di difficoltà. Nella ripresa si spegne in attacco, ma in difesa continua a ringhiare come suo solito, come nella rubata su Parks, in cui para letteralmente il passaggio, procurandosi anche l’antisportivo dell’ex Napoli che lo trattiene per la maglia per non farlo partite in contropiede, ma i fischietti della gara non sono dello stesso avviso.
Kaspar Treier 5.5: Venezia chiude i tiri dall’arco e questo forse lo intimorisce non poco. Sbaglia a non buttarsi in area dove invece gli avversari lasciano buchi invitanti, ma per sua fortuna ci pensa Diop a sfruttare cotanta grazia. In difesa invece fa il suo, mettendo il suo corpaccione contro un cliente scomodo come Willis. Apparso anche lui comprensibilmente stanco, come gli altri nazionali, dopo la settimana in nazionale con l’Estonia.
Massimo Chessa s.v.: appena 2′ sul parquet nel primo tempo, in cui però riesce comunque a smazzare un assist. Non male.
DeShawn Stephens 7: la Reyer si concentra sui tiratori e lascia al numero 13 una piscina vuota in cui sguazzare. Con tutto quello spazio sembra un invito a nozze per la sua verticalità. Confeziona la miglior prestazione stagionale, con 12 punti, 8 rimbalzi dei quali la metà offensivi, 2 assist e persino una rubata. Non è mai il più bello da vedere, ma questa volta è stato certamente uno dei più efficaci.
Eimantas Bendzius 7: sorvegliato speciale dalla difesa della Reyer, gli viene negata qualsiasi uscita da oltre l’arco, chiudendo il primo tempo con zero tiri tentati. Limitato offensivamente, si sbatte come nessuno in avvio, sporcando tutte le linee di passaggio avversarie, rubando ben 3 palloni, convertiti tutti in contropiedi letali. Nella ripresa la Dinamo subisce la rimonta degli ospiti e il lituano si scrolla di dosso la timidezza, trovando il suo primo canestro dal campo che suona la carica ai compagni. Nel quarto periodo è un leone a rimbalzo, strappando palloni dalle mani di Watt, Parks e Willis; il grande impegno profuso a rimbalzo viene premiato dalla sorte con la prima e unica tripla del +14, mandata a segno a 50” dalla sirena. Chiude con 8 punti e 6 rimbalzi.
Stefano Gentile 6.5: in avvio fatica a connettersi con la gara, con uno 0/4 che sembra escluderlo dal match. Nella ripresa però si ridesta, specialmente in difesa con la solita aggressività che lo contraddistingue anche a rimbalzo (6 i suoi rimbalzi), arginando le folate offensive degli ospiti. Folate stoppate soprattutto dalla tripla di puro carattere del campano, che gira l’inerzia del match.
Ousmane Diop 7.5: la sosta non gli ha fatto perdere il filo e anzi fa registrare il suo career high in LBA con 19 punti, terza volta consecutiva in doppia cifra in questo campionato. La difesa lagunare gli concede praterie nel pitturato e lui se le prende senza nemmeno dire grazie a Tessitori e compagni. Le sue rollate frontali sono coltellate nella difesa di una Reyer che fatica a contenere il dinamismo del classe 2000. Unica pecca, l’aver giocato appena 13 minuti, tanto è stato sul parquet prima di commettere il suo quinto fallo. Falli commessi spesso in maniera ingenua, ma frutto della grande intensità profusa in campo.
Umana Reyer Venezia
Marco Spissu 5.5: è la sua serata, la prima volta da ex contro la squadra della sua città e del suo cuore, ma la sfortuna decide di accanirsi su di lui. Già acciaccato ad un spalla nella trasferta in Spagna con la nazionale, si procura una distorsione alla caviglia destra, in avvio di ultima frazione, che lo costringerà ad abbandonare definitivamente il campo, tra gli applausi di tutto il pubblico. Prima dell’infortunio, una gara di alti è bassi per lui. Forse tradito dall’emozione, parte con il freno a mano tirato, sbagliando qualche pallone di troppo, saranno 3 le palle perse alla fine, e trovando il fondo della retina una sola volta su appena due tentativi da oltre l’arco. Nella ripresa la mano resta congelata al tiro, ma sforna assist a profusione per Willis e compagni che rimontano, portandosi addirittura sul +9. La scavigliata lo stoppa anzitempo e forse la gara della Reyer termina in quel momento. Chiude con appena 3 punti, ma 6 assist e 2 rubate.
Amedeo Tessitori 5.5: in attacco sfodera sì una delle sue migliori prestazioni stagionali, segnando 13 punti e portando giù 4 rimbalzi, ma in difesa srotola il tappetto rosso ai lunghi di casa e il -18 di plus/minus è esemplificativo. Non riesce in alcun modo ad arginare l’atletismo di un Diop scatenato e con Stephens non va certo meglio. Difendere sui pick & roll centrali portati dalla Dinamo resta un rebus irrisolvibile per l’altro ex di serata.
Jordan Parks 6.5: uno dei più continui nelle file della Reyer. Mette la museruola a Jamal Jones, uno dei maggiori pericoli offensivi tra i padroni di casa, mentre dall’altra parte del campo il suo atletismo mette in continua apprensione gli uomini di Bucchi, anche se la serata al tiro è forse troppo ondivaga, nonostante i 12 punti (2/6 da due e 2/5 da tre). Nella ripresa c’è anche la sua firma sul sorpasso reyerino e sul +9 che sembra indirizzare la gara verso la laguna, ma nel finale si esaurisce anche lui come tutti i suoi compagni.
Kendrick Ray 4: è il suo esordio in LBA, dopo i quarti di Coppa Italia persi contro la Virtus, ma sembra ancora un corpo estraneo alla squadra. La sua timida regia fatica a carburare e al tiro è praticamente nullo con un 0/2 dai 6.75, segnando i suoi unici 3 punti tutti a gioco fermo. In difesa poi arrivano i dolori maggiori, dove è costretto a leggere costantemente la targa di Dowe e specialmente di Robinson. Siamo sicuri che questo Ray sia meglio di De Nicolao, restato per 40′ a sventolare l’asciugamano?
Michael Bramos 7.5: Michael l’intramontabile. Il capitano veneziano gioca la sua miglior partita in questa stagione di LBA e forse non è un caso, visto il pubblico caldo delle grandi occasioni e una storica rivale sembra, infatti, di assistere già ad una gara di playoff e il greco d’America si scatena. 17 punti per il numero 6, l’ancora di salvezza per tutti i suoi compagni quando l’ossigeno in attacco inizia a scarseggiare. Con il 4/7 da oltre l’arco tiene costantemente la Reyer in partita e proprio la sua ultima tripla segnata, a 2 secondi dalla sirena finale, limita i danni conservando almeno il vantaggio di Venezia negli scontri diretti.
Riccardo Moraschini 4.5: Spahija gli concede appena 7′, ma l’ex Olimpia non fa nulla per far ripiangere la scelta al suo allenatore. Mette a repentaglio la stabilità dei ferri del PalaSerradimigni, spesso cercando conclusioni difficili in isolamento, e in difesa le cose non migliorano di certo.
Jayson Granger 6: certamente il più continuo tra gli esterni oro-granata. Nel primo tempo è decisivo con i suoi punti (7 e così resteranno fino alla fine) a ricucire il primo allungo dei padroni di casa, portando la gara in perfetto equilibrio, grazie anche alla sua ottima difesa. Nelle ripresa però i tanti fischi della terna lo innervosiscono e forse lo deconcentrano, perdendo parecchia lucidità offensiva. Nell’ultimo quarto tenta di riprendersi, ma è troppo tardi. Chiude con 7 punti, 5 rimbalzi e 6 assist.
Jeff Brooks 4.5: gara a dir poco opaca per uno degli eroi dello storico Triplete sassarese e dire opaca è fargli un complimento. Fatica ad entrare nel match e quasi non ci entra, restando perennemente ai margini, con difese non degne del suo nome e perse sanguinose che lo gettano nello sconforto. Nel finale avrebbe la possibilità di riscattarsi con due triple frontali completamente aperte che avrebbero tenuto in piedi la Reyer, ma tutte e due sono inesorabilmente troppo corte per essere accolte dal ferro.
Derek Willis 7: la serata al tiro non è delle migliori per l’ex Brindisi, saranno 10 i suoi punti finali, ma ha una presenza offensiva che mette la difesa sarda in costante apprensione e i suoi 4 rimbalzi offensivi sono lì a dimostrarlo. Ma il vero capolavoro lo fa in difesa, negando costantemente il tiro da fuori a Bendzius e costringendo il lituano a zero tiri tentati nei primi 20 minuti, avete sentito bene: ZERO! La sua attenzione non cala neanche nel finale, nonostante l’unica tripla segnata dal rivale che porta la Dinamo sul +14, l’americano era comunque sempre lì, a 8 metri dal canestro a contestargli il tiro.
Mitchell Watt 6.5: paga la differenza di dinamismo con Stephens e Diop che lo costringono a muoversi costantemente per toglierlo da sotto il tabellone. In attacco forse viene cercato troppo poco dai compagni, che si ostinano a tentare quasi sempre la conclusione da fuori, ma quando arriva la palla a lui è come metterla in banca: o arriva un canestro o un fallo della difesa. Nel quarto conclusivo è sfortunato, Diop gli cammina su un piede e con la gamba colpisce il ginocchio del numero 50 che fa un movimento innaturale. A 5′ dalla sirena è costretto a chiedere il cambio, non rientrerà più. Chiude con 12 punti, 17 di valutazione, la migliore nella Reyer, e la sensazione che con lui in campo nel finale la partita sarebbe stata più in bilico.
Giovanni Olmeo