Ragusa, 19/05/2023 – La stagione 2022-23, conclusasi qualche settimana fa con l’ennesimo scudetto vinto dal Famila Wuber Schio (terza squadra più forte d’Europa), è stata decisamente la peggiore della Passalacqua Ragusa, da quando milita nella massima serie.
Le 12 sconfitte in 26 giornate di regular season, l’eliminazione nei quarti di finale dei playoff in sole due gare (contro l’ Umana Reyer Venezia), che ha decretato la fine della propria stagione appena l’11 Aprile, e quella della final eight di Coppa Italia, sono state poco gratificanti.
Eppure le otto giocatrici senior su cui si era costruita la squadra in estate avevano un palmares/curriculum di tutto rispetto (Keisha Hampton si presentava da campionessa di Francia in carica e da vincitrice dell’Eurocup Women e Beatrice Attura aveva vinto lo scudetto con l’Umana Reyer Venezia nella stagione 2020-21, tanto per citarne due).
L’età media alta delle otto atlete, 31 anni, i guai fisici di Francesca Dotto e Chiara Consolini (su cui c’erano già molti dubbi in principio), l’indolenza insita nel proprio DNA (il cambio di guida tecnica, durante la stagione, non ha cambiato l’essere delle cose) si sono rivelati dei seri problemi.
Anche molte delle vittorie sono state “stiracchiate”, e non è un caso che tra le più convincenti ci siano state le prime due partite dell’era Diamanti (contro le due squadre retrocesse Bruschi San Giovanni Valdarno e Brixia Basket), e le prime due dell’era Lardo (in casa della E-work Faenza e contro la Virtus Segafredo Bologna). La scossa sperata non c’è stata, dato che il girone di ritorno è stato un copia e incolla rispetto a quello dell’ andata (7 vittorie e 6 sconfitte).
L’acquisto invernale della lituana Laura Juskaite, vanificato dal suo infortunio nella sconfitta della propria nazionale contro l’Ucraina, nella finestra per le qualificazioni agli europei, non ha cambiato l’ordine delle cose.
Per il fatto che squadre come la Parking Craf Crema, il Fila San Martino di Lupari (miglior prova stagionale per Francesca Russo) e la Gesam Gas Lucca (record di punti, 87, realizzati in stagione con Sara Bocchetti ed Helmi Tulonen mai così prolifiche) abbiano violato il PalaMinardi, qualcuno dovrebbe farsi delle domande e pure un bell’esame di coscienza.
Dopo la conferma di coach Lino Lardo, che sarà coadiuvato da Massimo Romano, bisognerebbe svecchiare la rosa o, quantomeno, ingaggiare giocatrici di “sana e robusta costituzione” e con “la pancia vuota” (le giocatrici, un paio di “cavalli di ritorno”, provenienti da squadre di fascia inferiore potrebbero rispondere all’identikit).
La speranza del popolo ragusano resta quella di ritrovare l’entusiasmo di un tempo ed assistere a partite ben più esaltanti di quelle viste nell’ultimo anno. Prossimamente si conosceranno le scelte definitive e fra 12 mesi si valuterà la bontà delle stesse.
LE STATISTICHE: Passalacqua Ragusa
IL PAGELLONE
Nicole Romeo 6: è stata probabilmente la sua peggiore stagione disputata a Ragusa. Non ha avuto grande continuità di rendimento. Inoltre le giocatrici da lei (non) marcate hanno fatto spesso dei “pranzi luculliani”. Detto ciò, lei, che è stata di fatto la “quinta straniera”, anche in questo campionato ha viaggiato in doppia cifra (sia per punti che per valutazione).
Beatrice Attura 6,5: lei non ha lesinato energie per il bene comune, anteponendo quello della squadra al proprio.
Keisha Hampton 6,5: è andata via via crescendo nell’arco della stagione, ma è stata troppo fallosa, mettendo spesso nei guai la squadra ed il coach. Mezzo punto in più perché da sola (o quasi) è riuscita a portare le biancoverdi vicine all’impresa (e all’overtime) nella final eight di coppa Italia contro il Famila Wuber Schio.
Kristine Vitola 6: al rimbalzo e come “intimidatrice d’area” è stata un buon fattore, specie nel finale di stagione, ma ha sbagliato decine e decine di canestri fatti che avrebbero potuto cambiare, se non l’esito, almeno l’inerzia in molte partite.
Kristine Anigwe 6,5: lei è stata probabilmente l’emblema dell’apatia che attanagliava la squadra. Della serie “potrei ma non voglio”. Nonostante ciò, ha prodotto una doppia doppia di media (sarebbe stato meglio se avesse lavorato alacremente).
Francesca Dotto 5: anche a causa di troppe noie fisiche, non è riuscita a dare un apporto soddisfacente, se non sporadicamente, alla causa. È sembrata lontana parente di quella giocatrice che vinse il titolo con la Gesam Gas Lucca e che fu acquistata dal Famila Wuber Schio.
Chiara Consolini 5,5: anche lei non era nelle migliori condizioni fisiche, dopo un lungo stop, e ha avuto un ruolo marginale, giocando tanto, talvolta, più per necessità che per scelta.
Samantha Ostarello 7: da riserva è entrata in campo sempre con l’atteggiamento giusto. Molto bene anche quando, assente Kristine Vitola, è partita in starting five.
Laura Juskaite s.v.: ha disputato solo 4 partite, prima di procurarsi, il 12 febbraio, la frattura della clavicola sinistra.
Melaine Olodo s.v.
Josephine Di Fine s.v.
Elena Mallo s v.
Elisabetta Salice s.v.
Salvatore Lo Magno
edito da Fabiola Jenco