Quezon (PHI), 01 settembre 2023 – Deja vu in salsa filippina stamane a Quezon dove l’ Italbasket ha confermato di essere la bestia nera della Serbia portando a casa un match che nei pronostici della vigilia sembrava chiuso.
La partita per gli azzurri è iniziata nei migliori dei modi, con un Marco Spissu in versione Berlino 2022 che guidava i compagni con sicurezza e capitan Melli pronto a dirigere una difesa che metteva in ambasce la squadra balcanica. La pacchia, però, sembrava durare poco perché il play sardo veniva lasciato troppo solo da Polonara che è entrato in una buca da inizio Mondiali, e che sembra non trovare le forze per uscirne, da Simone Fontecchio, apparso svagato ed un po’ superficiale e con Tonut che non sembrava ritrovare la verve delle prime gare.
A queste condizioni i nostri avversari piano piano trovavano la forza di rientrare grazie ai rimbalzi offensivi e all’ottimo primo tempo di Ognjen Dobric e, nonostante l’ottima percentuale nel tiro da tre Bogdanoivc e compagni chiudevano il primo tempo sul +2 con l’unica bomba del match del n°7 serbo. Primo parziale, dicevamo, dove molti azzurri hanno fatto troppa fatica, compreso un Datome che sembrava essere arrivato a questi mondiali con le energie praticamente esaurite.
Al rientro dagli spogliatoi è sembrato di assistere al terzo quarto della gara contro la Repubblica Dominicana, con gli avversari che riuscivano a ritrovare la loro pallacanestro, riuscendo a sfruttare lo strapotere di Milutinov e con l’ Italbasket che sembrava aver perso completamente il bandolo della matassa: chiusure difensive tardive, palle perse banali e un attacco che non riusciva a trovare gli spazi per i tiri comodi che avevano caratterizzato la prima parte di gara con gli azzurri che forzavano tiri senza senso.
Con queste premesse la Serbia prendeva il largo e, a poco più di 4 minuti da fine parziale, si portava sul +16 mettendo un’ipoteca pesantissima sul risultato finale. I balcanici, però, non avevano fatto i conti con il cuore e la volontà di questa Italia, Datome rientrava in campo con lo spirito di Douglas McArthur del 2 febbraio 1945, che in un batter d’occhio metteva a referto ben 8 punti, dando fiducia e coraggio a tutti i compagni che con un parziale di 15-2 riaprivano completamente il match andando all’ultimo riposo sul -3. L’ultimo parziale ha un solo, enorme, immarcescibile protagonista: Simone Fontecchio.
L’ala pescarese ha giocato un ultimo quarto fantastico, caricandosi sulle spalle tutto il peso dell’attacco azzurro, canestri da tre, step back, tutto il catalogo dei suoi pezzi forti sciorinato con una continuità che era mancata nelle prime esibizioni di questa spedizione asiatica.
L’Italbasket ha difeso su ogni possesso come da tempo non si vedeva, gli uomini di coach Pesic sono riusciti a trovare punti solamente dalla lunetta, ma hanno completamente perso il filo del gioco non riuscendo più a servire il totem Milutinov e forzando conclusioni in modo parossistico e scomposto, e quando Luca Severini ha avuto la freddezza di mettere la bomba del +5 tutta l’Italia cestistica ha sentito nel profondo che l’impresa era fattibile.
Nel finale, fra il dentro e fuori dalla panchina della coppia Bogdanovic/Milutinov e lo 0/2 ai liberi di Davidovac i ragazzi del Pozz hanno acquisito sempre più fiducia, e neanche la bomba di Guduric per il -2 ha impensierito gli azzurri che, con un altro canestro di Fontecchio tornavano sul +4 per poi chiudere a +2 grazie ad un’ultima azione difensiva praticamente perfetta.
Come sempre l’Italbasket riesce a dare il meglio di sé quando parte da sfavorita ed è con le spalle al muro e anche quest’oggi ne abbiamo avuto la conferma. Ora sarà compito di tutto lo staff fare tabula rasa di quello accaduto oggi, ricaricare le pile e prepararsi alla sfida di domenica contro Portorico che in caso di vittoria nostra e della Serbia potrebbe darci il primo posto nel girone.
La partita per gli azzurri è iniziata nei migliori dei modi, con un Marco Spissu in versione Berlino 2022 che guidava i compagni con sicurezza e capitan Melli pronto a dirigere una difesa che metteva in ambasce la squadra balcanica.
La pacchia, però, sembrava durare poco perché il play sardo veniva lasciato troppo solo da Polonara che è entrato in una buca da inizio Mondiali, e che sembra non trovare le forze per uscirne, da Simone Fontecchio, apparso svagato ed un po’ superficiale e con Tonut che non sembrava ritrovare la verve delle prime gare.
Highlights:
Sala Stampa:
Gianmarco Pozzecco
“Viviamo per le emozioni e oggi ne abbiamo date tante”. L’ammissione: “Sono un uomo clamorosamente fortunato, per me è semplicissimo fidarmi di tutti, dal presidente Petrucci ai giocatori”. E poi, come un anno fa dopo l’Europeo: “We did it again, we shocked the world! Sono orgoglioso di questi ragazzi. Non mollano mai e insieme ci hanno regalato un’altra serata indimenticabile. Non è stato semplice perchè la Serbia è un top team e il loro basket è sempre di alto livello. Lo dico spesso e lo ripeto, questo gruppo è incredibile”.
Simone Fontecchio dopo la sua gara da MVP
“Mi ringraziate? Ma no, un grazie al pubblico che ci ha supportato nelle prime tre partite. Qualche insulto è arrivato, ma sono molte di più le persone che ci incoraggiano e che ci danno la forza di affrontare sfide come questa. Sotto di 16 punti ho provato a trovare qualcosa dentro di me, poi quando inizi a segnare i primi tiri, il canestro si allarga. Parte sempre tutto da quanta forza ci metti in difesa, se inizia ad andare tutto bene lì prendi fiducia e oggi si è visto. Contro Portorico la vittoria potrebbe non bastare? Intanto vinciamo, che è quello che possiamo fare, poi vediamo. La dedica è per la mia famiglia, la mia moglie e mia figlia, faccio tutto questo per loro.“
Gigi Datome visibilmente soddisfatto
“Avevo fatto schifo finora, ma i tiri si devono prendere se sono buoni e a quanto pare i compagni hanno fiducia in me. Godiamocela perché è stata una grande partita, da Nazionale, contro una grande squadra. In difesa stavamo facendo fatica, ma con equilibrio ci siamo ripresi, non abbiamo più sofferto a rimbalzo, le guardie hanno tenuto bene Bogdanovic, Melli è stato ottimo contro Milutinov. Siamo andati in bonus presto alla fine per colpa di qualche fallo rivedibile, ma alla fine tutti hanno messo il loro mattoncino e, certo, Simone (Fontecchio, ndr) quello più grosso di tutti”.
Parziali: 19-23; 23-17; 20-19; 14-19
Pagelle

#0 Marco Spissu 7: ha un inizio al fulmicotone, poi si spegne e perde qualche palla di troppo. Nel finale di gara ha un sussulto che lo rimette in linea di galleggiamento. Voto generoso, ma il suo inizio ha dato tranquillità a tutta la squadra.
#7 Stefano Tonut 6: la prestazione offensiva è da dimenticare, perde un pò la trebisonda anche lui ad inizio terzo quarto, ma la prova difensiva è stata encomiabile.
#9 Nicolò Melli 8: solo contro tutti, come al solito, ma stavolta, fra i tutti, c’era l’orco Milutinov, e lui ha retto come sempre come un baluardo. Monumentale.
#13 Simone Fontecchio 9: se avesse iniziato più concentrato meriterebbe il 10 con lode e bacio accademico. Impressionante, partita da leader vero che raccoglie il testimone di Datome dopo che questi ha suonato la carica. I tre canestri consecutivi in faccia a Dobric hanno dato un’idea di onnipotenza.
#17 Giampaolo Ricci 5: brutta partita per il Pippo nazionale, sgomita come sempre, ma è scomposto ed anche in attacco va fuori giri prendendosi soluzioni fuori dai giochi.
#18 Matteo Spagnolo n.e.
#33 Achille Polonara 4: partitaccia, sbaglia appoggi elementari, prende stoppate a destra e a manca e ha pure perso fiducia nel suo tiro da tre, speriamo si riprenda, contro Portorico avremo bisogno di lui.
#35 Mouhamet Diouf n.g.
#40 Luca Severini 7,5: partita di rara intensità e sostanza, oltre a mettere una bomba fondamentale recupera un pallone importantissimo, frutto di una grande intelligenza cestistica, il suo +13 è il +/- migliore di tutta la squadra.
#50 Gabriele Procida n.e.
#54 Alessandro Pajola 7,5: partita solidissima per il ragazzo di Ancona. Prende le redini della squadra nel momento di più grossa difficoltà senza mai deragliare, si prende responsabilità offensiva senza tremare e difende come al solito.
#70 Luigi Datome 8: ad inizio gara sembrava la talpa: palle perse, passaggi nei piedi dei compagni e difese quanto meno rivedibili, ma never underestimate the heart of a champion. Nei 5 minuti che sconvolsero il mondo cambia completamente l’inerzia della gara, suona la carica e fa stringere a coorte tutta la nazionale intorno a lui. Capitano o mio capitano.
tromba