Dopo aver salutato San Martino di Lupari, protagonista della prima Stazione del 5×5 di questo tour virtuale per le squadre della LBF, la nostra locomotiva si ferma nella stazione 2 in casa della Reyer Venezia
Protagonisti sono il coach, Andrea Mazzon, e la lunga Lorela Cubaj entrambi alla seconda stagione piena in casa orogranata, che in realtà ci hanno fatto un 4×4 al posto di 5×5, ma va bene lo stesso…. Buona lettura!

Andrea Mazzon
L’estate trascorsa con la nazionale U20F, a prescindere dalle soddisfazioni e dai rimpianti, cosa le ha lasciato dentro questa esperienza e in cosa l’ha arricchito?
Credo che sia stata un’esperienza speciale, sono state due edizioni emozionanti con una
medaglia e un quinto posto, sono due ottime sensazioni. È chiaro che sarebbe sbagliato giudicare
una manifestazione per un tiro sbagliato o un errore, se un tiro fosse entrato le ragazze sarebbero
potute arrivare in finale.
Quindi giudicare una manifestazione di quel genere ti lascia la consapevolezza che il lavoro tecnico che hai fatto era ottimo e che hai provato a competere. È evidente che è stato molto complicato anche per le ragazze arrivate dai Mondiali, sono arrivate senza allenamento e ovviamente nel girone hanno fatto un po’ fatica poi dopo sono entrate nei ritmi con le compagne.
Quello che mi ha lasciato è davvero la capacità di resistere, di non arrendersi che le nostre ragazze hanno e questo è un grandissimo punto di partenza per il futuro.
Parliamo di Reyer: avete fatto delle modifiche al roster che cambieranno certi equilibri tattici (uno su tutti, Makurat per Delaere). Vedremo sempre e comunque una squadra frizzante e divertente?
L’obiettivo è cercare di giocare di squadra, se poi questo porta ad essere frizzanti e comunque ad
attirare le persone a vedere le partite è chiaro che ci fa molto piacere. Makurat è una giocatrice
diversa da Delaere, in alcune cose è meglio in altre no perché è molto più giovane. Antonia è la
campionessa europea in carica e quest’anno giocherà in Eurolega, Anna può migliorare moltissimo
nel giro di poco tempo e diventare una della top player in Europa in 2-3 anni, è una giocatrice di
altissimo livello.
Secondo lei la distanza tra voi e Schio e la Virtus, già non molta come dimostrato lo scorso anno, si è ulteriormente ridotta?
Credo che questo sia molto complicato dirlo, bisogna vedere come funziona. Chiaramente il
format del campionato è difficile, noi affronteremo Schio in casa la seconda giornata senza
Shepard e Kuier (oltre che a Santucci) e questo sfalserà il campionato mi sembra chiaro. Mi
dispiace perché ne risente anche lo spettacolo, non ci sono le giocatrici più forti nelle sfide più
importanti.
Il progetto Reyer è a lunga gittata ma dopo l’ottima stagione scorsa l’asticella si è alzata. L’obiettivo è lottare per vincere sia in Italia che in Europa?
L’obiettivo è quello dell’anno scorso ovvero avere un marchio di fabbrica, avere un’identità
tecnica. Questo è quel tipo di Dna che abbiamo e ci ha portato a fare delle grandi partite, grande
campionato e di essere molto competitivi. L’anno scorso realmente in campionato abbiamo
mancato una finale scudetto per due possessi e lo stesso in Eurocup, dove in Turchia per 4
possessi siamo andate sotto. Le differenze sono veramente poche e quelle più importanti derivano
da infortuni, problematiche fisiche che possono stravolgere per noi e per gli altri gli equilibri. È
evidente che noi avevamo il playmaker della Nazionale (Santucci) e l’abbiamo persa per tutto
l’anno e quindi dovremo trovare soluzioni ed equilibri completamente diversi dallo scorso anno.
Lorela Cubaj
Ci racconti come hai passato l’estate, cosa hai fatto e dove sei andata di bello?
È stata una buona estate per me, iniziata con le Atlanta Dream, per poi continuare con la
Nazionale all’Europeo di giugno. Ho avuto del tempo per resettare, e mi
ha aiutata molto dal punto di vista fisico e mentale.
Parliamo della WNBA, non è da tutte giocarci. Il gioco è diverso e lo sappiamo, che tipo di difficoltà hai dovuto affrontare per adattarti?
Decisamente è uno stile di gioco un pochino diverso da quello europeo, sicuramente con un po’
più di fisicità e atletismo. Arrivare e competere a quel livello fisico penso sia la cosa più difficile.
Dopo la delusione in Nazionale parte il secondo anno alla Reyer. Quanto carica ci arrivi, con quanta rabbia in corpo dopo quanto successo in azzurro e che aspettative hai sulla tua stagione?
Il risultato che abbiamo fatto in Nazionale è stato deludente per tutte noi. Ci aspettavamo di far
molto meglio ed eravamo deluse dalla nostra prestazione di squadra. Nonostante la delusione
iniziale, penso che questa possa essere anche fonte di energia per migliorare individualmente.
Sono entusiasta per questa stagione, sono contenta del gruppo e mi trovo molto bene con le mie
compagne. Non vedo l’ora di competere con loro e di migliorare individualmente così da
contribuire di più per la squadra.
Quanto riesci ad imparare e ad assorbire allenandoti con una grande giocatrice come Shepard?
Jessica è una persona che trasmette molta energia e che ha comunque un bagaglio di
esperienze molto importante. Sono molto contenta di riuscire a condividere di nuovo questa
stagione con lei. Vederla ogni giorno in allenamento e durante le partite mi aiuta molto a crescere,
e ovviamente lei è sempre pronta a darmi dei consigli. Sono molto contenta di essere sua amica e
compagna di squadra.
Si ringrazia per la gentilezza e disponibilità l’ufficio stampa e comunicazione Reyer Venezia
Cristiano Garbin
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