Bologna, 19 dicembre 2023 – Don’t ever underestimate the heart of a champion, Daniel Hackett non aveva ancora sette anni quando il grande Rudy Tomjanovich pronunciò queste parole, ma non credo esistano termini più precisi per definire la prova odierna del giocatore di Forlimpopoli.
Sarebbe ingeneroso dare al n° 23 tutti i meriti della vittoria di questa sera perché una prestazione come quella sfoderata nel secondo tempo da tutti i bianconeri scesi sul parquet nasce da una comunione di intenti e da una coesione condivisa e per le quali non si possono non riconoscere i meriti di Luca Banchi che ha ribaltato il carattere di questa squadra.
Inizio gara tramortente per qualità ed intensità da parte dei biancorossi pireoti che indirizzano subito il match nei binari da lei preferiti: controllo dei tabelloni, ritmo controllato e difesa asfissiante e per metà gara il piano partita ha funzionato perfettamente.
La coppia Fall Milutinov ha oscurato il canestro ai bolognesi, Alec Peters si è occupato di Shengelia, togliendolo completamente dalla partita, e la solita fiammata iniziale da parte di Belinelli non è arrivata, quindi una sola squadra in campo, padrona del campo che chiude il primo tempo solamente sul +12, mentre per i padroni di casa l’unico a rispondere presente è stato il solo Cordinier che ha tenuto in vita Bologna, mentre i 3 repentini falli di Hackett ed i 2 di Dunston hanno tolto dalla partita i due veterani. Alcuni dati per definire lo strapotere biancorosso nel primo tempo: 16-63 la valutazione, 16-28 i rimbalzi, 6-12 gli assist.
Il rientro dagli spogliatoi vede rientrare la Virtus Bologna con lo sguardo completamente cambiato, l’aggressività sui portatori di palla è aumentata esponenzialmente, Devontae Cacok ingaggia una guerra impari contro i giganti avversari, giocandola completamente sull’anticipo e togliendogli i rifornimenti, a tutto ciò si aggiunga che Belinelli comincia ad inquadrare il canestro, è rientrata la Segafredo dei secondi tempi, come contro il Barcellona o contro il Maccabi.
In questo rifiorire bianconero l’unico che un po’ ha provato a mettere i bastoni tra le ruote ai virtussini è stato William-Goss che insieme a Canaan ha trovato qualche soluzione, permettendo all’Olympiacos di andare all’ultimo mini riposo ancora sul +8, ma che l’inerzia fosse cambiata era sotto gli occhi di tutti.
Il vero capolavoro la Virtus Bologna di Banchi lo ha compiuto nell’ultimo parziale. Dopo una bomba di Larentzakis a 7 minuti dalla fine, viziata da una sesquipedale infrazione di passi di Brazdeikis, il coach grossetano cerca il fallo tecnico, la Segafredo Arena diventa una bolgia, ed il metro arbitrale cambia repentinamente.
Per l’ennesima volta la squadra del patròn Zanetti trova un nuovo protagonista, è infatti Ognjen Dobric, con 2 bombe quasi consecutive, che trova il primo vantaggio della partita, ma il vero indiscusso mattatore è il capopopolo Daniel Hackett che prima ruba palla e va solitario in contropiede, poi riporta sul +2 Bologna con un jump in mezzo al traffico ed infine subisce lo sfondamento di Walkup a 31 secondi dalla fine che potrebbe chiudere la partita.
L’attacco decisivo, che rivede il rientro in campo di Marco Belinelli, dopo tutto l’ultimo quarto visto dalla panchina, non sortisce effetti, ma anzi, Fall stoppa due volte Shengelia ed apre una transizione che potrebbe consentire ai biancorossi di andar ad appoggiare a canestro, ma inspiegabilmente la palla viene scarica al magnifico Larentzakis di questo ultimo quarto che però manda la palla sul ferro e decreta l’ennesima sconfitta dei greci di questo difficile periodo.
In casa Olympiacos questa sconfitta brucerà sicuramente poiché dà l’idea di una partita cacciata via, ma coach Bartzokas anziché lanciare strali verso l’arbitraggio, invero molto ondivago, dovrebbe magari chiedersi perché non sia riuscito a far recapitare palloni decenti ai suoi lunghi, o perché, con soli 12 punti segnati, l’ultimo quarto non abbia visto la presenza in campo di Canaan o di Papanikolaou, uomo di esperienza e capitano di lungo corso.
Capisco l’impiego in funzione anti Belinelli, ma così mi è sembrato un po’ troppo esagerato inoltre vorrei ricordargli come lo scorso anno, in presenza di sviste ben più decisive e conclamate di quelle di stasera, dell’arbitraggio lui non ne abbia parlato…
Cosa dire di questa Virtus Bologna? Oramai gli aggettivi si sprecano, ma il secondo posto in solitaria non si può più considerare un caso. Quattro vittorie consecutive, il rifiuto assoluto della parola sconfitta come imperativo categorico del gruppo, altrimenti certe partite non si potrebbero vincere.
A differenza della scorsa stagione, dove dopo la prima spallata la squadra si faceva travolgere come una foglia nella tempesta, questo gruppo non molla mai, ognuno tira fuori qualcosa di diverso e di nuovo dal proprio repertorio, dalla difesa di Belinelli su Papanikolaou, sul finire del terzo quarto, ai canestri di Dobric nel finale, fino alla lotta contro i giganti di Cacok.
Tutto questo ha un nome ed un cognome, Luca Banchi: ha saputo rivitalizzare giocatori che sembravano essere stati messi da parte dalla precedente gestione; gestisce ogni partita come fosse una finale NBA, basti pensare al quintetto piccolo di stasera e nel secondo tempo la Virtus Bologna ha preso 10 rimbalzi in più degli avversari, o al tecnico cercato alla maniera di Dan Peterson, riesce sempre a trovare il giocatore giusto, sempre diverso, dal quale tirare fuori il meglio, MVP.
Highlights
Sala Stampa
Il commento di Giorgios Bartzokas alla sconfitta di questa sera
“Congratulazioni alla Virtus. Hanno lottato fino all’ultimo possesso. Abbiamo comunque controllato la partita per 39 minuti, giocando bene e prendendo buone decisioni. Nell’ultimo quarto però tutto è cambiato, soprattutto la nostra psicologia dopo 1-2 tiri sfortunati.
Abbiamo perso la fiducia, ci sono mancati tanti tiri da tre aperti di grandi tiratori. Abbiamo tirato meno del 30% da tre e per questo abbiamo segnato 27 punti nel secondo tempo. Da questa situazione la Virtus ha preso fiducia, è tornata in partita e alla fine tutto era contro di noi. Non ho nient’altro da dire. Ancora complimenti alla Virtus. Dobbiamo alzare la testa e concentrarci sulla prossima partita.
Alec Peters? Sta giocando davvero bene. È difficile per me in questo momento analizzare cosa è successo dopo una partita persa. Non avevamo Peters nella partita precedente contro il Valencia, dato che sua moglie ha partorito durante la partita. Oggi il suo impegno è stato molto buono, soprattutto nel primo tempo, ma nella ripresa lo abbiamo perso.
Anche Alec era 0/4, nonostante fosse libero. Ma non voglio concentrarmi su un giocatore in particolare. Giochiamo da squadra sia in fase difensiva che offensiva, quindi serviva qualcosa in più. Non so cosa sia. È spirituale? È fisico? Dobbiamo analizzare come abbiamo perso una partita che avevamo controllato per 39:30 minuti”.
Le parole di Coach Luca Banchi nel dopo partita
Virtus Segafredo Bologna vs Olympiacos Piraeus 69-67
Parziali: 17-19; 11-21; 19-15; 22-12
Pagelle
Iffe Lundberg 5+: come al solito se sbaglia il primo tiro potresti mandarlo a cambiare, però ha fatto un paio di cose importantissime: l’assist a Dobric, ma soprattutto il canestro in transizione subito dopo la bomba di Larentzakis che ha provocato il tecnico di Banchi.
Marco Belinelli 6,5: quando sei il pericolo pubblico n° 1 è facile che si trovino più difficoltà, ma ha la caparbietà di non mollare mai la partita, e dopo un primo tempo di stenti con i tiri tutti corti sul primo ferro nel terzo quarto dà un po’ di continuità all’attacco virtussino e difende anche come quando era agli esordi, Capitano.
Alessandro Pajola 6,5: nel primo tempo soffre anche lui la qualità avversaria, ma nel quintetto iniziale del terzo quarto lui c’è, e la pressione sui piccoli avversari la porta lui, probabilmente non è ancora al 100% ed infatti, quando cala si perde un paio di scarichi, poi entra Satanasso Hackett e tutto va a posto.
Jaleen Smith n.e.
Ognjien Dobric 7,5: ci si potrebbe fossilizzare solo sulle sue bombe, ma il lavoro difensivo che fa è mostruoso, ruba palloni, chiude la strada alle penetrazioni e sull’ultima bomba di Larentzakis a chiudere la visuale c’era lui, giocatore tanto importante quanto poco appariscente.
Devontae Cacok 6,5: partita molto difficile per lui, ma dopo un primo tempo molto difficoltoso trova la forza mentale per reagire e farsi trovare pronto sugli scarichi, commette ancora qualche leggerezza, ma spesso riesce a porvi rimedio.
Toko Shengelia 6+: partita difficilissima per Toko. Primo tempo da rabbrividire con palle perse ed errori non da lui, negli spogliatoi ritrova la grinta perduta e pur non incidendo come sempre ricomincia ad essere l’arma aggressiva di sempre dando respiro ai compagni, cattura anche 9 rimbalzi che visti gli avversari sono un bottino ragguardevole.
Daniel Hackett 8,5: messo fuori partita dai falli, quando rientra riposato a fine terzo quarto mostra tutto il suo lato migliore, leader a 360° decide la partita in un ultimo minuto da leggenda, se questa Virtus ha un’anima questa si chiama Daniel Hackett.
Achille Polonara 6: entra nel momento peggiore di tutta la partita e fa quello che può, segna un canestro importante e porta giù anche un paio di rimbalzi, da aspettare.
Bryant Dunston 7: anche lui ad inizio gara viene subito condizionato dai falli, ma al rientro ricomincia a dispensare basket a destra e a manca, non prende molti rimbalzi, ma perché taglia fuori mezza squadra avversaria e poi riesce ad aprire voragini con i suoi blocchi.
Awudu Abass 6: non segna, ma prende i tiri che deve, la sua mobilità manda in crisi la circolazione di palla avversaria, non a caso è in campo col quintetto d’assalto che toglie l’ossigeno all’ Olympiacos, mezzo voto in meno per quell’appoggio mancato nel primo tempo in piena crisi realizzativa di tutta la squadra.
Isaia Cordinier 7,5: se la Virtus Bologna non affonda nel primo tempo molti meriti sono i suoi, è l’unico che trova il canestro con continuità, poi anche lui nel secondo tempo difende come non ci fosse un domani, e con i suoi garretti sono gatte da pelare per gli avversari.
Thomas Walkup 5: sbaglia tutto quello che può sbagliare, nel finale fra sfondamento e scarico è deleterio, si salva per la difesa che oggettivamente ha applicato per tutto l’incontro.
Nigel William-Goss 6,5: sbaglia molto dalla distanza, ma è l’unico che crea gioco per i compagni.
Isaiah Canaan 6: anche lui non ha medie eccezionali, ma nel terzo quarto è uno dei pochi a trovare il canestro dalla lunga distanza, nell’ultimo quarto…Chi l’ha visto?
Giannoulis Larentzakis 7,5: è una spina nel fianco, pressa difende e nell’ultimo quarto segna 2/3 dei punti greci, viene lasciato solo.
Moustapha Fall 7,5: chiude l’area a doppia mandata, tira col 100% e stoppa qualunque cosa passi dalle sue parti, se però non gli recapitano un pallone decente nel secondo tempo poco può fare.
Kostas Papanikolaou 6,5: viene impiegato, con successo, solamente in funzione anti Belinelli e poco altro, completamente dimenticato nell’ultimo quarto, mah…
Ignas Brazdeikis 5,5: anche lui scompare nel secondo tempo, difendere difende, ma ogni tanto guardare anche il canestro, non dà l’idea di trovarsi benissimo nel gioco moviolato di questo Olympiacos.
Alec Peters 6,5: cancella per buona parte di gara Shengelia dalla partita, ma da tre punti non la mette mai, anche lui nell’ultimo quarto prende un solo tiro, un po’ poco.
Filip Petrusev 5: gioca dei discreti minuti nel secondo e poi viene reinserito nel finale, non è mai stato un cuor di leone, la difesa perde colpi, in attacco si nasconde e la Virtus ringrazia.
Nikola Milutinov 5,5: doppia doppia, vero, ma ha inciso sul match molto poco, scomparso letteralmente nell’ultimo quarto, sembra che al centro serbo l’utilizzo che ne fa il coach non piaccia tantissimo.
Luke Sikma n.e.
Shaquielle Mckissic n.g.: spero che non stesse bene, altrimenti 3.32 minuti di gioco sono abbastanza incomprensibili.
tromba