Dopo la convincente vittoria interna contro il Barcellona dall’Olimpia Milano in visita al Pana ad Oaka ci si aspettava molto ma molto di più. Non necessariamente una vittoria, ma nemmeno questo tipo di prestazione, un piattume generale dei 12 biancorossi più tutto il coaching staff da rabbrividire.
Dopo 5 minuti si era già capito che vincere ad Atene non se ne parlava proprio, un apatia generale tale da costringere Messina a scusarsi in sala stampa: meglio pensare quindi a salvare energie perché tra 48 ore c’é l’Efes, anch’esso preso a pallate a Kaunas, da affrontare.
Si era già capito perché non si può venire ad Oaka e lasciare contropiedi primari; non si può avere una transizione difensiva da torneo agostano; non si può nemmeno non avere un piano B nel momento in cui Shields viene francobollato egregiamente dal suo ex compagno Grant e da un game plan impeccabile, e non si può essere titubanti in attacco a volte non accorgendosi nemmeno di essere liberi.
Se poi si inizia la partita con un terzo tempo sbagliato che manco nel CSI, svariati tiri non difficili nel pitturato sbagliati, 1/5 ai liberi, 1/100 da tre punti, azioni in cui i greci prendono 3-4 rimbalzi offensivi di fila, tutto si fa più irto di uno Zoncolan affrontato con una Bianchi del 1952 a scatto fisso!?!!
Aggiungiamoci anche che la gestione dalla panca diciamo che mi ha convinto pochino, ed uso un Eufemismo con la E gigante, non maiuscola. Mai un cambio tattico, né di difesa né di assetto offensivo, quintettone provato lo spazio di un respiro, abbassare il quintetto nemmeno pensato, zero minuti a Tonut per darne 10 a questo irriconoscibile Lo ed 8 ad un Flaccadori che a questo livello onestamente c’entra pochino.
Ma è in buona compagnia, perché questa partita ha messo a nudo questa edizione dell’Olimpia Milano, come una luce wood da discoteca mette a nudo la forfora su un maglione nero. Ha fatto capire a tutti, urbi et orbi, sostenitori del Messina fan club e sostenitori del #Messinaout che questo roster è assemblato male.
Il reparto lunghi per atletismo e fisicità non può competere con il gotha europeo, Lessort sembrava un fisicato 18enne contro implumi 14enni, una differenza atletica e fisica mostruosa e non lo si scopre certo oggi.
La dirigenza non è mai voluta intervenire a riguardo, quasi fosse convinta non servisse. In estate il lungo fisico ed atletico avrebbe dovuto essere Kamagate….Ma sbagliare valutazione ci sta anche (a certi livelli però son errori gravi, bastava osservarlo in amichevole…), non ci sta a mio avviso non metterci una pezza dopo.
Non riapro volutamente il capitolo playmaker con le scelte di Pangos e il ritorno fin qui diverso rispetto all’anno scorso di Napier. Ma sottolineo che io non credo Messina senta sua una squadra dove manca l’anima difensiva che è sempre stato il tratto fondamentale delle squadre di Ettore, almeno di quelle vincenti.
A tratti ci sono in campo Napier, Mirotic e Voigtmann, tre bersagli a loro modo per gli attacchi altrui in Eurolega. Con questi tre in campo non si riesce ad avere un ritmo offensivo tale da poter far pagare nell’altra metà campo agli avversari la loro scarsa consistenza difensiva. Insomma un rebus, al quale Messina pare non riesca a trovare soluzioni, sbagliando di continuo la cura per questa diagnosi piuttosto chiara.
Oggi si è visto che senza creatori di gioco e senza gente con punti nella mani anche contro le migliori difese lontano non si va. L’ingaggio di McGruder lascia quindi perplessi perché anche qui è evidente come non possa essere il buon Rod quel tipo di giocatore, lui ormai 32 enne alla prima esperienza oltre oceano dopo una vita passata a giocare poco nella NBA, e spesso nel garbage time NBA.
Tutto quello che ho scritto comunque passa in secondo piano se alla base non c’è una volontà di lottare, tale per cui si accettano anche gli scherni di Mitoglou (simpatico come una blatta nel tiramisù) e le esultanze “scenografiche” sul +20 di Lessort senza fiatare e chinando il capo.
Mi sarebbe piaciuto avere la possibilità di avere in campo un 40enne Dino Meneghin stasera, a piallare a terra i due sopracitati. Perché la mentalità vincente cozza con l’apatia di questo gruppo dove nessuno reagisce nemmeno di fronte ad un taunting continuo anche se velato (grossolanamente).
Non mi accusate di essere nostalgico, perché al posto di Meneghin vi potrei citare Savic, Reyes o Stonerook o tanti altri protagonisti in squadre vincenti, gente cattiva che piuttosto che venir asfaltato provocava una rissa (altra mancanza di stasera, scaldare gli animi poteva essere una strategia per far innervosire i Verdi e tentare di tornare in partita…).
In questa Olimpia il più “cattivo” è Melli che confronto ai nomi citati poc’anzi è un chirichetto.
Vediamo ora la reazione ad Istanbul, l’Olimpia Milano è spalle al muro perché tornare a casa con un altra sconfitta significa Eurolega finita. Non che sia un male a mio avviso, almeno ci si concentra per la LBA; ma voglio proprio vedere come va a finire, cantava quel tale 40 anni fa, quando ad asse play pivot eravamo messi discretamente…
IL TABELLINO: Panathinaikos 79 – Olimpia Milano 62
DIAMO I NUMERI
13 – il posto in classifica occupato dall’Olimpia Milano. Posizione meritata a mio avviso, al netto dei tanti infortuni. Perché una prestazione come quella di oggi cancella tante altre fatte col cuore ed è sintomo di un germe insito nel DNA di questo spogliatoio che probabilmente non farà vincere nulla a questo gruppo. Spero ovviamente di sbagliarmi, ma come può un gruppo pensare di lottare per vincere se ha un simile body language? Lo scopriremo presto, tra 15 giorni arrivano le Final Eight di Torino, non pensate che sconfiggere Trento, Brescia o la Virtus Bologna sia una passeggiata. Con un approccio sbagliato si perde, e la stagione in LBA è una Polaroid chiara a riguardo.
Oggi la rubrica finisce qua, non credo ci sia altro da aggiungere.
Anzi una cosa c’é, famo anche due: uno, Jerian Grant doveva essere confermato e due, Mitoglou rimarrà nei secoli nei secoli un rimpianto grosso come il suo talento in campo e nell’irridere gli avversari. Stavro, comprami Draymond Green…
SALA STAMPA
Ettore Messina
“Non c’è dubbio che siano stati loro la miglior squadra in campo. Noi abbiamo cominciato in attacco sbagliando anche i lay-up e in difesa commettendo troppi errori, ma soprattutto non abbiamo opposto resistenza.
La nostra mancanza di competitività è stata onestamente imbarazzante. Dobbiamo scusarci con i nostri proprietari e con chiunque sostenga la squadra. Non abbiamo mai avuto continuità nel roster ultimamente e quando recuperi giocatori come Mirotic e Lo tutti devono fare uno sforzo ma lo sforzo va fatto prima in difesa che in attacco.
Qualche volta capita che rientrino dei giocatori importanti e tendi a pensare che adesso abbiamo più giocatori, abbiamo più talento e possiamo segnare di più. Ma non funziona così. Quando vieni a giocare qui contro una squadra che in questo momento penso sia la migliore di tutta l’EuroLeague con il Real Madrid serve un’altra durezza mentale.
Invece abbiamo subito 10 punti in contropiede nel solo primo tempo. Così non puoi competere. Non ci siamo opposti a Lessort sotto canestro e a Hernangomez sul perimetro. Jerian Grant ha giocato una partita fantastica ma noi non abbiamo mai reagito”.
Cristiano Garbin
TW: @garbo75
IG: garbin_cristiano