Venezia, 31 maggio 2024 – Nel 26° anniversario del tiro da 4 la Virtus Bologna espugna il Taliercio guidata da un Toko Shengelia inarrestabile e conquista la 4a finale consecutiva contro l’avversario di sempre: l’Olimpia Milano vincente in gara#3 contro la Germani Brescia.
Partita iniziata in controtendenza rispetto ai primi tre episodi della serie con la Reyer Venezia che imposta subito una gara di corsa, cercando di non far mai schierare la difesa Segafredo e con Tucker a fare da apripista alle scorribande oro granata.
Con Dunston e Hackett limitati dai falli la Virtus Bologna sfrutta i suoi giocatori più rappresentativi, Shengelia e Belinelli, per riprendere contatto, ma il quintetto leggero schierato da coach Spahija con Simms e Parks come coppia di lunghi mostra le solite difficoltà della difesa felsinea, e a cavallo dei primi due quarti la Reyer trova il massimo vantaggio.
A risvegliare i bianconeri ci pensa la panchina, che, con l’ingresso di Abass, Polonara e l’inedito Lomazs di questi play off, risponde colpo su colpo, togliendo il respiro all’attacco veneziano e trovando spesso la lunetta grazie ai ribaltamenti e alle attenzioni che i tiratori ospiti attirano sul perimetro, sgombrando spesso l’area.
Venezia fatica a trovare le soluzioni dalla lunga distanza che ne caratterizzano l’attacco, e, perso il flow offensivo di inizio partita, trova un muro insormontabile nella difesa della squadra petroniana che, col rientro di Marco Belinelli, trova anche i punti per portarsi sul +12 a metà gara.
Per l’ennesima volta il rientro dagli spogliatoi è deleterio per la Virtus Bologna che subisce subito la sfuriata di Heidegger, il migliore dei suoi, e vede sfumare quasi subito il lavoro fatto nel primo tempo. Fra palle perse e tiri affrettati l’attacco bianconero anche stavolta segna la miseria di 13 punti in tutto il terzo quarto di cui ben 10 del mostruoso Shengelia di questa sera.
Chi nell’ultimo quarto si aspettava una partita punto a punto è rimasto deluso perché, dopo la bomba di Spissu del 72-73, la Segafredo Virtus Bologna ha piazzato un parziale di 14-0 che ha spezzato la partita in due, facendo svanire gli incubi bolognesi e lasciando aperte le porte dei rimpianti per gara#1 e gara#2 in casa lagunare.
Grande prova di solidità per la Virtus che nonostante la serataccia di Hackett e Dunston, la pessima partita offensiva di Cordinier, l’assenza di Lundberg e l’infortunio di fine secondo quarto di Zizic è riuscita a trovare le risorse, fisiche e mentali, per raddrizzare la gara dopo il solito terzo quarto.
Grandi risposte dalla panchina sono arrivate da Abass e Polonara, e non è una novità, ma soprattutto da Lomazs, preferito, grazie al cielo, a Mickey, che ha portato punti e faccia tosta.
Ora la Banchi‘s Band è attesa all’ennesima finale con l’Armani e sarà fondamentale, per lo staff bianconero, recuperare ad una condizione almeno decente i due grandi vecchi Hackett ed Dunston, oltre a sperare che Lundberg in condizioni accettabili e che l’infortunio di Zizic non sia una cosa lunga.
Stavolta a Venezia non è riuscita la rimonta, ma con uno Spissu da 1/7 al tiro e un Tucker così discontinuo era difficile che l’esito potesse essere diverso, anche se qualche raddoppio su Shengelia poteva essere provato, visto che oltre a non essere fermato, ha caricato di falli tutto il reparto lunghi dei lagunari. Esporre il povero Kabengele, al rientro, ad una figuraccia così è stato impietoso.
In casa Reyer si archivia la stagione con un pò di rimpianti, ma alcune certezze: Heidegger, nonostante alcune fastidiose intemperanze, è un giocatore vero; la coppia Simms e Parks è assolutamente da confermare visto come si completano e la loro intesa, come sicuramente sicuramente merita una menzione la stagione di Amedeo Tessitori, che ha dovuto spesso battagliare da solo con i lunghi avversari per tutta la stagione con ottimi risultati.
Da verificare la posizione di Marco Spissu, che è il vero equivoco delle ultime stagione veneziane: il giocatore sardo non è un vero play ed in queste quattro gare si è constatato ampiamente. E’ incredibile come una società ambiziosa come la Reyer negli ultimi anni non abbia mai coperto in modo soddisfacente il ruolo di play visto che, non ce ne voglia Andrea, il miglior regista della squadra è De Nicolao, ma se si vuole puntare in alto il suo ruolo non può essere che quello di ottimo cambio.
Highlights
Sala Stampa
Umana Reyer Venezia vs Virtus Segafredo Bologna 81-96
Parziali: 27-23; 18-34; 21-13; 15-26
Pagelle
Marco Spissu 5: non è stata la sua serie, ha subito la fisicità dei pari ruolo avversari e non ha mai trovato la sua arma, il tiro.
Max Heidegger 7,5: è stato l’anima della Reyer, non ha mai avuto paura, l ha riportata in partita da solo ad inizio terzo quarto, non gli si può rimproverare nulla.
Davide Casarin 5: inizia bene, con una bomba, poi si perde, non prende iniziative, ed anche difensivamente commette delle sbavature che non si può permettere.
Andrea De Nicolao 6: non ripete la gara di mercoledì, mette un paio di bombe ed è l’unico che riesce a far girare la squadra.
Giga Janelidze s.v.
Mfiondu Kabengele 5: al rientro non può avere il ritmo partita, viene esposte a figuracce difensive contro Shengelia e non riesce neanche a rendersi utile in attacco.
Jordan Parks 6: inizia bene, ma lasciato spesso in single coverage contro Shengelia deve spremere troppe energie e falli che ne riducono il minutaggio.
Jeff Brooks n.e.
Aamir Simms 6,5: probabilmente il migliore dei suoi, inizia bene, poi deve fare i conti con la cavalleria leggera bolognese e fa più fatica, ma 15 minuti di impiego mi sono sembrati un po’ troppo pochi.
Kyle Wiltjer 5,5: quando la Reyer riesce a correre ad inizio gara si fa trovare pronto, ma nel prosieguo, quando il campo si restringe, manca troppi piazzati da libero.
Rayjon Tucker 5: se può correre è un trattore, ma se solo deve ragionare contro una difesa fisica e grossa va in crisi e perde molto della sua efficacia, se vuole diventare un giocatore importante deve migliorare il tiro da tre e soprattutto migliorare le letture, il basket non è solo testa bassa e caricare.
Amedeo Tessitori 5: stasera non è stata la sua serata, con gli spazi aperti della sua difesa ha sofferta la velocità degli incursori bolognesi, ma ci sta, è tutta la stagione che tira la carretta da solo.
Marco Belinelli 7: offensivamente partita da 8,5, ma c’è anche la difesa, e non può umanamente essere decisivo anche lì, comunque 22 punti in 18 minuti, alla sua età, chapeau.
Alessandro Pajola 7,5: con Hackett fuori per falli si prende in mano la squadra e la dirige come un’orchestra, la difesa è quella dei bei tempi e stasera si rende anche pericoloso, bravo.
Ognjien Dobric 5: anche stasera quasi spettatore non pagante, cosa è successo al giocatore visto a Manila?
Bruno Mascolo s.v.
Rihard Lomazs 7: alla sua prima apparizione in questi play off si fa trovare prontissimo e mette 6 pesantissimi punti che danno il la al vantaggio Virtus di fine secondo quarto, sveglio.
Toko Shengelia 9: dopo qualche titubanza iniziale prende in mano la squadra e la trascina di peso in finale, nel terzo quarto è lui la Virtus, giocando tutto il secondo tempo da 5, gigantesco.
Daniel Hackett 4: mai in partita, subisce questo calo di forma anche a livello nervoso, facendosi fischiare un tecnico dopo cinque minuti che lo toglie dalla partita, speriamo che questi sei giorni di riposo lo facciano rientrare più pimpante.
Achille Polonara 7,5: attivo, reattivo e roccioso. Nel secondo tempo deve fare anche gli straordinari per ovviare all’infortunio di Zizic, fosforo.
Ante Zizic 6,5: gioca solo 12 minuti causa infortunio, ma la sua presenza si sente ed è molto più pronto negli aiuti difensivi, speriamo possa rientrare per le finali.
Bryant Dunston 4,5: sta facendo fisicamente fatica, e dopo la stagione che ha fatto ci sta.
Awudu Abass 8: gara totale del ragazzo bresciano, doppia doppia ed ha la grande intelligenza di andare spesso in area, vista la serata non felicissima al tiro da tre, scafato.
Isaia Cordinier 6: offensivamente è stato una sciagura, fra palle perse e forzature, ma la partita difensiva che ha fatto su Tucker prima e, quando sembrava un rebus insolubile, su Heidegger, levandolo dalla gara, non potevano valergli l’insufficienza.