A Reggio Emilia, in via Mazzoli 5, c’è una sede della redazione di vannizagnoli.it. con camera da letto con due televisori importanti, spesso ne sta acceso solo uno.
Di notte, soprattutto, guardo Sky, di pomeriggio dipende a che ora mi attivo e dalla voglia che ho di stare a casa o di uscire.
Sky, il sogno. Martedì pomeriggio Cristiana Buonamano in conduzione, lancia il ricordo di un campione Nba scomparso, avevo visto la notizia il giorno prima. Dikembe Mutumbo, un nome e cognome che non dimentichi, unico, e che mi riporta alla gioventù, a quando scrivevo tanto di tanto e seguivo tutto.
Dikembe Mutumbo viene ricordato da Francesco Bonfardeci in NBA, che intervistai un decennio fa, ormai, a Sky, uno dei 18mila video irripetibili, nel senso che i colleghi preferiscono non concedersi a me.
Bonfardeci dipinge la storia dell’uomo e del professionista, coniuga la capacità di narrazione della partita a quella di un personaggio. Lo snodo non lo faccio qua, neanche vado a vedere qualcosa, mi resta impressa l’arte della stoppata, il segno con l’indice: “Non si passa”.
La difesa, l’arte della difesa, non è così facile da capire, il timing giusto, a volte una stoppata è talmente netta dal sembrare facile. Sapete che a me piaceva Joe Bryant, il one man show ma il basket è anche one man show in contenimento, rimbalzi, tagliatori, anticipo, deviazione, passaggio sporcato, recupero e lancio, un tuffo, una palla a due, la stoppata, appunto.
Mutombo mi dà l’idea di Zaire, è proprio così, ho controllato ora, ma ero certo, adesso si chiama Congo ma Zaire è decisamente più romantico. Amo quegli stati così lontani, magari poveri, così lontani dalla mia possibilità di incontrare persone di laggiù, a Reggio Emilia e dintorni, sapete che mi presento a tanti stranieri, proprio cercando popoli inconsueti.
Skysport24, Bonfardeci, cita Akeem Olajuwon, nigeriano, lo ricordo meglio, rammento un’estate di finali Nba notturne, Dikembe è stato meno appariscente, resta di un’epoca di quasi 30 anni in cui la pallacanestro era diversa e più fascinosa, per me, che sognavo di debuttare su Superbasket e non ci riuscirò mai.
Dikembe Mutombo, uno scioglilingua, una voce cavernosa, profonda come quella dei super uomini, inteso come dna, come tanti africani, rispetto alla mia tendenza a ingrassare, all’essere, mio e di tanti, poco energico, ancor meno tonico.
Dikembe, anni fa venne a Milano, a Sky, non ricordo se passò dal festival della Gazzetta dello sport. Parliamo di un enorme difensore, sarei stato felice di vederlo in Italia.