Dopo la risicata vittoria di settimana scorsa contro Paris Basketball nessuno in casa Olimpia (dentro e fuori dal campo) si è montato la testa, conscio che questo roster non è ancora pronto (se mai lo sarà) per competere con le big europee, e l’Oly è una big con la b maiuscola, dato che ha uno squadrone con l’unico obiettivo in testa, quello di alzare il trofeo a maggio.
Ovvio che per Milano questa rappresentava la classica trasferta da giocare liberi di testa, con tutto quello che sarebbe venuto sarebbe stato tutto guadagnato.
Nessuno però si sarebbe aspettato una prestazione così deficitaria da parte delle due bocche da fuoco principali milanesi, Shields e Mirotic: 4/16 combinato ed una sensazione a cavallo tra la serata storta e l’impossibilità di sfuggire ai difensori di primo livello tipo Walkup, ed alla difesa abbastanza concentrata nel fermare il dinamico (oggi non troppo) duo biancorosso milanese.
Ed è venuta fuori abbastanza prepotentemente una questione offensiva e cioè che, specie negli esterni, non vi sia abbastanza potenza di fuoco per reggere l’urto dei top team di Eurolega. Nonostante per lunghi tratti l’attacco milanese abbia trovato buoni tiri e buone soluzioni.
Ma quando ci si scontra con un team sostanzialmente più attrezzato non basta avere buone trame, perché quelle prima o poi le buone difese le interrompono: occorre avere dei solisti in grado di levare le castagne dal fuoco e/o di segnare a giochi rotti. E Milano in questo difetta clamorosamente.
Poi c’è la questione infortunati. L’assenza di Nebo ha pesato come un macigno nonostante l’ottima prova di Diop. E’ palese a tutti che McCormack non possa essere il cambio di Nebo in Eurolega, paga troppo dazio; è vero che necessita di tempo per crescere, ma ad oggi la situazione è questa.
Quanto sarà disposto Messina a sopportarlo? E quanto sarà disposto il giocatore una volta rientrato Nebo a giocare piccole manciate di minuti ad andare bene? Situazione che a breve potrebbe farsi delicata.
A prescindere comunque dai singoli, mi permetto di fare una riflessione: a me questa squadra ricorda la versione Olimpia targata Repesa, con tanti giocatori di sistema, qualche mestierante ma talento poco, racchiuso al massimo in uno o due giocatori.
Per affrontare l’Eurolega decisamente troppo poco ed infatti quella squadra finì nelle ultime posizioni. In LBA il discorso fu diverso, finale vinta contro Reggio Emilia priva di Aradori il primo anno ma pessima seconda stagione. Ma non è nei risultati ottenuti che mi riferisco ma alla sensazione di inadeguatezza di fronte alla potenze europee, quasi come una squadra di serie A2 quando in prestagione affrontano l’Olimpia o la Virtus.
Anche giocando bene, sai sempre che basta un accelerata o due viti strette in difesa per allargare il divario a 20 punti. Quella sensazione dall’anno delle F4 in poi era sparita, per riaffiorare lo scorso anno ed esplodere ancora adesso. Che obiettivi deve porsi l’Olimpia in questa Eurolega? Vorrebbe lottare per i playoff? Se la risposta è sì mi sa tanto che il ricorso al mercato sia inevitabile, e pure urgente. Se invece la risposta è vivacchiare in attesa di Coppa Italia e playoff allora è un altro paio di maniche…
Si torna subito in campo giovedì e, nonostante mi attenda una reazione anche solo nervosa, credo non sia affatto facile superare uno Zalgiris corsaro a Bologna.
Certo, in caso di sconfitta bisognerebbe prendere atto dello stato dell’arte ed agire di conseguenza, come ho suggerito poc’anzi. Perché negli anni in cui l’Eurolega è diventata un calvario è successo da Natale in poi, farla diventare un supplizio dopo 5 giornate sarebbe troppo, per tutti.
IL TABELLINO: Olympiacos Pireo – Olimpia Milano 89-68
DIAMO I NUMERI
22 – i punti messi a segno sia da Vezenkov che da McKissic. Se il primo è un top player pagato milioni di euro, il secondo sappiamo tutti da dove arriva e quanto sia stato il rapporto costo-rendimento in questi anni. Ecco, l’Olimpia prenda esempio dall’Oly e piazzi colpi di mercato così più spesso, quando è successo (tipo con Punter, ad esempio) sono state sempre stagioni pazzesche.
10 – malcontati, i minuti in campo (sommati) della coppia Brooks-Tonut. Essendo nello stesso ruolo c’è qualcosa che non va, ad occhio. Per Tonut si parla di condizione fisica non ottimale ma a me pare anche un pò sfiduciato, come se di colpo fosse tornato indietro di due anni nella considerazione di Messina. Capitolo Brooks: farlo giocare così poco non accelererà il processo di affiatamento con i compagni. Eppoi, in una partita così, con dopodomani una molto più importante in casa, io l’avrei lasciato sul parquet a lungo…
14 – i punti di Diop, la vera nota lieta di serata. Guardandolo giocare assomiglia davvero a Biligha, rispetto al quale è molto più reattivo in attacco nel finire gli scarichi e molto meno furbo in difesa (ma ha parecchi anni di meno). E poi è molto timido al tiro, Paul il tiro dalla media se lo prendeva spesso, Ousmane ancora no e per me sbaglia perché la mano è piuttosto educata, potrebbe essere una bella variante al suo gioco interno.
2 – i punti di Walkup, e se un inserviente del Palazzo dello Sport e dell’Amicizia nel mentre delle sue pulizie leggesse un foglio delle statistiche abbandonato penserebbe immediatamente che la gara dell’americano ex Zalgiris non sia stata certamente di livello. Invece si sbaglierebbe di grosso perchè la sua presenza in campo da equilibrio a tutta la squadra, e la sua difesa è sempre da 5 stelle.
4 – gli assenti per l’Olympiacos: Milutinov, Keenan Evans, Williams-Goss e l’ex Mitrou Long, non proprio gli utlimi arrivati. Con i primi tre in campo (Evans ne avrà ancora per molto) la squadra di Bartzokas diventerà ancora più forte e completa ma se posso fare un pronostico non la vedo vincente, e farà fatica anche ad arrivare alle F4. Non so perché ma è una sensazione mia, non vedo e non riconosco quella cattiveria che le squadre vincenti hanno anche ad ottobre, anche dopo poche partite. Ma posso sbagliarmi…
16 – tornando a Milano, il numero di palle perse a fronte dei soli 5 recuperi. Decisamente troppe, e tante banali (all’apparenza) come le infrazioni di passi o 3″, o la doppia persa sul finale del primo tempo. Questione da sistemare immediatamente nella secondaria del Forum perché è un differenziale enorme ed aggiunge dubbi sulla qualità in regia del duo Neno–Leandro. Talentuosi, ma troppo pasticcioni, con la magata o la ca..ta sempre in canna. All’Olimpia servirebbe forse più linearità
LE PAROLE DEL COACH
Ettore Messina
“L’Olympiacos ha giocato bene, era molto concentrata e ha usato tutta la sua esperienza con grande personalità. Noi abbiamo giocato una partita tipica di questo inizio di stagione, schizofrenica, in cui abbiamo alternato momenti molto buoni ad altri in cui abbiamo commesso errori banali.
Faccio qualche esempio: dopo un avvio di gara molto difficile, riusciamo ad andare avanti e in un minuto roviniamo tutto e andiamo sotto di sei; nel secondo quarto torniamo a meno due e ancora in due minuti cancelliamo tutto quello che di buono abbiamo costruito con errori evitabili: nel terzo quarto siamo partiti giocando per alcuni minuti veramente bene, muovendo la palla, difendendo, facendo le cose giuste e poi in un attimo abbiamo rovinato tutto.
Dobbiamo lavorare e migliorare in termini di imporre il ritmo giusto alla partita, in termini di avere la pazienza di non forzare il primo tiro disponibile ma andare a esplorare anche la seconda o terza opzione; in termini di aiutarci meglio difensivamente.
Ci sono quintetti che difensivamente sono solidi e altri che sono inesistenti. Lo sappiamo, dobbiamo lavorare e migliorare in fretta e per adesso tornare in capo tra 48 ore e giocare una partita migliore.
L’Olympiacos è una squadra estremamente profonda e questo gli permette, in una competizione come questa, di ovviare meglio agli infortuni, basti pensare che oggi non avevano Williams-Goss e Milutinov. Ma anche così non è facile: oggi McKissic ha dimostrato cosa significa farsi trovare pronto in una squadra di alto livello in cui può capitare che non giochi due gare ma non puoi deprimerti, devi solo sfruttare il tuo momento”