Bologna, 5 dicembre 2024 – Dopo l’indegna esibizione di ieri sera coach Banchi ha detto stop, dando le dimissioni mettendo a nudo tutte le contraddizioni, gli errori e la pusillanimità di chi in questi ultimi 18 mesi ha gestito la società Virtus.
Con questo scarno e laconico comunicato la società bianconera ha annunciato sul proprio sito le avvenute dimissioni del coach grossetano.
Messa al corrente la squadra della sua decisione subito dopo la gara, Banchi si è presentato in sala stampa commentando la gara come se nulla fosse accaduto, ma il suo intento era fermo ed irremovibile tanto che a nulla sono servite le perorazioni dei senatori Belinelli Hackett e Shengelia dal farlo desistere.
L’allenatore della Nazionale Lettone si era reso conto di non riuscire più ad incidere sulla squadra e la serie di sconfitte in serie, tutte uguali gli ha fatto fare un passo indietro, mettendo sul piatto, in modo eclatante, i problemi del roster assemblato dai responsabili societari la scorsa estate.
Già, Luca Banchi ha deciso di pagare per tutti.
Per chi ha preso Clyburn pensando di farne la pietra angolare del progetto tecnico virtussino, denotando un’insipienza cestistica fuori dal comune visto che il buon Will, anche negli anni d’oro, non è mai stato un mostro di continuità, bensì una ciliegina meravigliosa e letale da mettere su una torta di alta pasticceria, e sicuramente non è questo il caso di questa Segafredo.
Per chi ha allestito un reparto lunghi allungando un contratto ad un Cacok che ancora non riesce ad infilarsi le scarpe e ha preso un Grazulis reduce da un’operazione e che ancora non è in grado di tenere il campo lasciando il solo Zizic, con la sua pachidermica velocità, ed il sorprendente esordiente Diouf a coprire lo spot di centro non rendendosi conto dell’importanza che ha avuto Dunston lo scorso anno, lasciandolo andare senza pensarci un secondo, non ascoltando il capitano, che di basket ne capisce, lui, che ne rimpiangeva la partenza.
Per chi ha confermato con contratti faraonici due grandi come Belinelli ed Hackett, che in una società competente avrebbero dovuto avere il ruolo di grandi vecchi da usare col contagocce, come il Chacho e Rudy a Madrid la scorsa stagione e che invece devono dare minuti importanti ed in quantità.
Per chi dai tempi di Punter, non preso da lui, non riesce ad indovinare una guardia americana, da Frank Gaines, non certo il giocatore perfetto a Josh Adams, talmente pronto che non toccò il campo durante i Playoff; o vogliamo parlare di Ty-Shon Alexander, tanto un bravo ragazzo che però lo scorso anno evoluiva in seconda serie greca; altrimenti possiamo parlare di Jaleen Smith, talmente incisivo che è stato accompagnato alla porta per essere sostituito dal carneade Rihards Lomazs.
Ora però passiamo al capolavoro, dopo averlo visto dal vivo in 6 gare, fra stagione regolare e Playoff, è stato annunciato il colpo Rajon Tucker, che per ora si è distinto più per le palle perse e gli smalti che per le prestazioni in campo, e allora se tre indizi fanno una prova sei cosa fanno se non un verdetto di inappellabile condanna?
Sarebbe ingeneroso coinvolgere solamente il management in questo Assassinio nella Cattedrale, quando i primi responsabili di questo sfacelo sono i due proprietari della società, che non hanno ancora chiarito cosa vogliono fare di questa loro convivenza, se lasciarla così nel limbo, come una cottarella giovanile o farla crescere unendosi finalmente in un matrimonio che abbia basi solide ed unità di intenti.
Che il Dott. Zanetti abbia avuto difficoltà con la sua azienda è cosa nota, e nessuno può permettersi di imputargli alcunché: se le risorse sono limitate, non gliene si può fare una colpa. Magari sarebbe carino chiedere al Dott. Gherardi, deus ex machina di un colosso importante e leader mondiale di settore quale CRIF, cosa voglia fare da grande perché se l’intento è vivacchiare e non prendere iniziative importanti ci spiegò, perché questa estate non ha voluto neanche ascoltare le proposte che arrivavano da Israele per l’acquisizione della società.
In Europa è evidente come la mancanza di grosse disponibilità possa essere in parte sostituita dalla competenza ma se dopo errori pacchiani, sotto gli occhi di tutti, come quelli elencati non si è voluti intervenire allora se non del dolo c’è del menefreghismo, anche perché basterebbe guardare cosa è successo la scorsa stagione a Casteldebole, in casa del BFC 1909 quando dopo anni di spese ingenti e risultati non esaltanti è bastato chiamare un mostro del settore per portare i rossoblù in Champions League.
Per rimarcare questa meravigliosa discrasia fra è arrivato da poco il comunicato della società che annuncia l’ingaggio di Dusko Ivanovic come sostituto di Luca Banchi.
Ora, io mi chiedo: come sia possibile, tecnicamente, ingaggiare un santone come il coach montenegrino che è famoso per il gioco in velocità, i suoi metodi duri, gli allenamenti lunghi e fisicamente logoranti quando hai in squadra giocatori datati come Belinelli, Hackett o lo stesso Clyburn? L’unica speranza è che Shengelia e Polonara possano fare da mediatori tra il nuovo coach ed i senatori.
Una risposta che mi sono dato e che dalle voci che girano sotto i portici petroniani avrebbe senso, è che l’allenatore ex Baskonia sia stato l’unico ad aver accettato un contratto solamente con l’opzione di rinnovo e senza pretese di innesti o cambi nel roster, ed allora in questo caso, ma solo in questo, chiedo scusa a chi ci ha messo la faccia.
Coach Banchi buona vita a lei ed un grande in bocca al lupo perché lei si è dimostrato un uomo in mezzo ad ominicchi e quaquaraquà.