Canadian Solar Bologna – Bennet Cantù 68-66
BOLOGNA – Parte bene la Bennet grazie ad buon Marconato che sfrutta gli spazi apertisi nell’ area bianconera a causa delle amnesie difensive di Poeta. La Virtus registra le cose dietro ed in un primo quarto dominato dalle difese riesce a chiudere il primo parziale a +2, grazie ai 6 punti di un Kemp mai così ispirato.
Secondo quarto e Cantù riparte lancia in resta piazzando un parziale di 11 a 0 in cinque minuti che spezza in due la gara. La Canadian Solar sembra alle corde, ma a questo punto, con le briglie un po’ più sciolte, il duo Poeta/Kemp piazza un contro parziale di 17 a 4 che permette alla Virtus di chiudere la prima metà di gara sul +4.
Dopo il riposo lungo la partita riparte in modo equilibrato, con Amoroso da una parte e Leunen dall’ altra che trovano i primi panieri del match. Cantù riesce a prendere 3/5 punti di vantaggio, senza però dare l’ idea di riuscire a scappare, fino al 29°, quando Markoishvili segna il canestro del +7 dopo un a partenza ben più che sospetta. Taurino sente provenire dalla panchina bolognese qualche mugugno di troppo e fischia un fallo tecnico che fra tiri liberi e bomba sulla rimessa frutterà ai lombardi altri 5 punti, firmando un terzo quarto da 29-10.
Nell’ ultimo parziale Lardo prova a cambiare un po’ le carte in tavola schierando per la prima volta Martinoni in un quintetto senza un vero centro di ruolo. La mossa sembra dare i frutti sperati, è infatti il giovane lungo ex Varese a mettere la prima bomba della rimonta bolognese e subito dopo sale in cattedra Viktor Sanikidze che con un ultimo parziale da 15 di valutazione suona la carica per i virtussini con 9 punt, il 100% e 7 rimbalzi. Cantù non si ritrova più, riesce a segnare la miseria di due canestri su azione ed è solamente grazie ai tiri liberi di Green (7/8) che riesce ad arrivare in vantaggio nell’ ultimo minuto. Ultima azione bolognese con Kemp che sbaglia da sotto, ma l’ ennesimo rimbalzo offensivo di Sanikidze permette un altro preziosissimo possesso, ed è l’ ex sassarese che con un penetra e scarica, forse viziato da un fallo di sfondamento, trova Koponen liberissimo in angolo per la bomba del +2, unica giocata di nota per il convalescente finlandese. Trincheri chiama time-out, sulla rimessa Sanikidze ed Amoroso cadono a terra, anche qui più di un dubbio sul modo di liberarsi di Green, il play americano trova Ortner per il più comodo degli appoggi, ma la palla beffa il centro austriaco e dopo aver girato sull’ anello cade nelle mani di Amoroso, con il patròn Sabatini che dopo la sirena entra in campo abbracciando tutta la squadra.
Partita dura e spigolosa dove le difese hanno prevalso sugli attacchi, ma l’ ultimo quarto di Cantù ricorda molto la mucca bosniaca del professor Nikolic, che dopo aver riempito il secchio di un latte che chiama 15 punti di vantaggio, lo ribalta con un calcio. La Virtus è ancora un cantiere aperto, con Koponen molto timido e titubante, Winston e Gaulius acciaccati e Blizzard uccel di bosco. Due punti molto importanti per una squadra tutta nuova.
PLAY OF THE GAME: sicuramente la bomba di Koponen ha deciso la gara, ma quella di Martinoni ha cambiato l’ inerzia della stessa..
Sala stampa:
Lardo: siamo a metà del lavoro e sicuramente ci sono tante cose da migliorare, ma per battere una Cantù che nel precampionato ha perso una sola partita e che ha mantenuto la stessa intelaiatura della scorsa ottima stagione abbiamo fornito una prestazione convincente, altrimenti non ce l’ avremmo fatta. Siamo riusciti a recuperare anche 16 punti di svantaggio perché questa è una squadra che non molla mai, formata da persone con valori umani maggiori di quelli tecnici, altrimenti non ce l’ avremmo fatta. Ho tolto Homan per provare a fare qualcosa di diverso, con un quintetto più piccolo potevamo cambiare su ogni giocatore avversario e allo stesso tempo provare a trovare soluzioni offensive diverse, anche estemporanee. Poeta giocando il suo pick and roll e andando in penetra e scarica ci ha permesso di sfruttare gli spazi che la loro difesa, bravissima a chiudersi sotto canestro, ci ha concesso.
Trincheri: è una sconfitta molto complicata da mandare giù e più passa il tempo meno ci si riesce. In una giornata dove Milano vince a Teramo, e non si sa perché, Siena vince a Cremona, e non si sa perché, lasciare per strada 16 punti di vantaggio in questo modo fa malissimo.
Come si direbbe nel calcio, partita decisa dagli episodi, e tutti e tre quelli decisivi sono andati in un’ unica direzione, dalla bomba di Martinoni, fuori da tutti i giochi, a quella di un Koponen che fino a quel momento aveva giocato per Cantù, al nostro ultimo tiro che migliore di così non si può prendere con la difesa avversaria spalancata modello Mar Rosso. In una partita dominata dalle difese è inammissibile subire 29 punti nell’ ultimo quarto, inoltre noi a tre minuti dalla fine abbiamo smesso di attaccare, volendo gestire, ed infatti in tutto il tempo abbiamo segnato solo due canestri su azione.
Leunen è stato anonimo, ma noi non giubiliamo i giocatori per una brutta partita, ma da domani gli romperò il culo in allenamento.
Canadian Solar Virtus Bologna vs Bennet Pallacanestro Cantù : 68-66
Parziali: ( 12-10; 17-15; 10-29; 29-12)
Progressione: 12-12; 29-25; 39-54; 68-66
Quintetti iniziali:
Canadian Solar: ( all. Lino Lardo )Poeta, Winston, Kemp, Amoroso, Homan
Bennet Cantù: ( all. Andrea Trincheri )Green, Mazarino, Micov, Leunen, Marconato
Statistiche totali: http://195.56.77.210/game/64153.html
MVP: scelta difficile, perché senza Poeta e Kemp Bologna mai e poi mai sarebbe potuta arrivare a giocarsi questa partita, ma l’ultimo quarto di Sanikidze è stato qualcosa di devastante: 9 punti, 100% al tiro, 7 rimbalzi di cui 4 offensivi, compreso quello che permesso a Koponen di segnare il canestro decisivo, 15 di valutazione in una gara che oramai sembrava compromessa per gli uomini di Lardo.
WVP: troppo timido Leunen, gemello tristo del giocatore ammirato la scorsa stagione. Si dice che i grandi giocatori aspettino che la partita vada a loro, anziché andarsela a prendere, ma qui si è assistito ad una riedizione del Deserto dei Tartari, con l’americano nei panni del Tenente Drogo rinchiuso in una Fortezza Bastiani di abulia.
Andrea Cesari