Milano perde, come ampiamente preventivabile in quel di Istanbul, ma è prima doverosa una divagazione extra cestistica sulla qualità del servizio di Sportitalia.
Tutti gli appassionati e i tifosi sono obbligati a seguire l’eurolega sulle reti di Sportitalia, ma lo spettacolo offerto questa sera ha veramente dello scandaloso.
La telecronaca offerta dal duo Gandini-Bagatta è stato un continuo susseguirsi di errori, valutazioni sbagliate, topiche sulla decifrazione delle infrazioni e chi più ne ha più ne metta. La voce guida durante il secondo tempo ha continuamente preso abbagli sulle segnalazioni arbitrali spiegando dei passi su falli in attacco (azione in post basso di Nachbar), tiri da due al posto che da tre con arbitro in piena inquadratura (la tripla di Hawkins del secondo tempo dal mezzo angolo) e confondendo continuamente Gonlum con Nachbar, solo per fare alcuni esempi. Da par suo Bagatta ha pontificato su ogni decisione presa dai giocatori in campo, dicendo che sarebbe stato meglio fare questo o quell’altro per segnare. Poi ha chiuso replicando la famosa perla di qualche tempo fa dove aveva parlato per minuti di Sato all’Olympiacos per sostituire Kleiza (si il Sato ex Siena e i reds di Atene). Due minuti di monologo sulle avversarie milanesi nel gruppo, citando Valencia ed il “suo playmaker” ex Siena Terrell McIntyre che avrebbe accettato i grandi dollari spagnoli, salvo poi trovarsi con una squadra mediocre alle spalle. Non è stato un lapsus freudiano in cui esce dalle labbra il nome sbagliato quando si confonde un giocatore con un altro, bensì una vera e convinta paternale basata sulla superficialità. Giunti a questo punto mi sembra quasi oltraggioso per gli appassionati doversi sorbire un servizio di tale qualità per la competizione più importante del basket continentale.
Torniamo al basket giocato che sicuramente ha più valenza. Milano si presenta in emergenza lunghi con l’acclarata assenza di Pecherov e quella formale di Petravicius (che nonostante tutto pare in timido miglioramento). Questo apre ampi spazi per Nicolò Melli che non appartiene a questo livello nonostante qualche iniziativa di buona fattura e per momenti di Maciulis da quattro tattico soprattutto in concomitanza con la presenza di Nachbar dall’altra parte.
Jaaber parte fortissimo tenendo a galla Milano con uno show personale e del tutto privato in attacco, ma dall’altra parte l’Efes domina sotto le plance, serve con buona regolarità Gonlum e fa malissimo nel tiro pesante con Rakocevic e Thornton sugli scudi. Milano nel primo tempo si nasconde dietro l’alibi della mancanza di lunghi, ma gioca una partita offensivamente confusa e difensivamente svogliata anche nei suoi uomini simbolo come Rocca e Mordente (al momento decisamente deleterio per i suoi).
Nel terzo quarto si sveglia la forza d’animo milanese con una difesa finalmente arcigna ed una buona quantità di campo aperto, ricuce lo strappo sino al -3 con Hawkins e Finley in grandissimo spolvero. Mordente ha la tripla aperta con metri di spazio per pareggiare i conti, ma l’errore al tiro è verosimilmente la condanna alle speranze di vittoria milanese, pur con più di un quarto da giocare. Da quel momento l’Efes si giova della grande folata di Akyol (che il suo zampino contro Milano lo mette sempre) e di due grandi triple di Roberts fuori dai giochi per ristabilire la doppia cifra abbondante di distanza. Rakocevic è immarcabile dietro ai blocchi e perde sistematicamente i suoi difensori, trovando anche canestri di pregevole fattura, ma nonostante tutto Milano ha solo sei punti di disavanzo con 22″ da giocare e palla in mano. Con l’idea di provare prima a rimettere in sesto la partita e poi l’eventuale differenza canestri, Milano tenta la tripla, sbaglia e Jaaber inspiegabilmente commette fallo su Tunceri a 8″ dalla fine regalando così il +8 finale all’Efes che poteva tranquillamente essere un +6. Come ci insegnano le ultime edizioni (Siena l’anno scorso è uscita alle top 16 per un singolo punto) anche un errore che oggi può sembrare una banalità, potrebbe avere un peso devastante sulla differenza canestri tra qualche mese.
Con questa rotazione Milano se la può cavare in campionato (non è detto che ci riesca sempre), ma sicuramente non può nemmeno lontanamente competere in Europa e proprio per questo bisognerà correre ai ripari quanto prima sul mercato, sperando di non emulare l’immobilismo dell’ “affaire Acker” dell’anno scorso. La situazione classifica si fa difficile e settimana prossima la trasferta di Valencia sarà cruciale per il prosieguio dell’avventura, considerato che poi arriva il Panathinaikos.
Simone Mazzola