La sesta di campionato risulta fatale a ben tre allenatori del secondo campionato italiano.
Il blitz di Rimini a Verona costa caro a Walter De Raffaele, “tradito” ancora una volta da Trepagnier e Waleskowski, proprio nella gara che aveva visto il risveglio del fin qui abulico Abrams (25 punti, 33 di valutazione e ben 7 recuperi).
In sua sostituzione la Tezenis ha deciso di affidarsi alle cure di Franco Marcelletti, alla sua terza reincarnazione scaligera dopo quelle dal 1992 al 1996 e dal 1998 al 1999.
Stessa sorte per Piero Coen che, dopo la sconfitta casalinga subita contro Pistoia, lascia la panchina ad Alessandro Finelli.
Un vero peccato che un coach esordiente e dal curriculum rispettabilissimo venga immolato per calmare i malumori della piazza; Coen ha dimostrato in tutta la sua carriera di sapersi adattare e cavare il meglio dal materiale umano a propria disposizione, ma in LegaDue diventa impossibile vincere se gli infortuni ti tolgono prima Slanina e poi Kudlacek.
Eppure gli anni passano ma le cattive abitudini restano, si caccia l’allenatore anche quando non ha colpe evidenti e persino quando ha delle scusanti grosse come un palazzo di 15 piani.
Discorso simile anche per il terzo esonerato, Franco Ciani, che lascia le redini della Mazzeo San Severo nelle mani di Maurizio Bartocci.
Gli sbagliano in pieno la squadra, passando dal setting con l’impresentabile Holland a quello con Childress, e gli danno pure il benservito dopo sole due gare con l’ex-Varese in cabina di regia.
Mi si dirà che è così da sempre, che è nel gioco delle parti, che costa meno cambiare il coach piuttosto che tre giocatori…tutte balle…quando le cose non vanno bene bisognerebbe cominciare a far saltare i manager anziché gli allenatori.
Stefano Pozzi