Una volta tolto di mezzo quello che adesso sta diventando quasi un impiccio – dati i continui infortuni (Gallinari,Datome, Vitali) – e cioè l’Europeo 2017, Romeo Sacchetti assumerà la guida della Nazionale maschile senior che dovrebbe qualificarsi per i Mondiali del 2019 che si terranno in Cina dal 31 agosto.
Come gioca, o meglio, come fa giocare le sue squadre Romeo Sacchetti? In questi anni, soprattutto da quando ha vinto lo scudetto a Sassari nella stagione 2014-15 è stato scritto di tutto. Proviamo a fare un riassunto. E’ un allenatore che avendo avuto un glorioso e vincente passato da giocatore tanto in Nazionale quanto con i club spumeggianti, ama la pallacanestro veloce e nella quale c’è un alto numero di tiri, possibilmente ad alta percentuale di realizzazione. Lui era uno che segnava molto per l’epoca in cui giocava ed alternava il tiro da fuori alle penetrazioni che la sua stazza gli consentiva vicino a canestro.
Nell’anno dello scudetto, ma anche della Coppa Italia e della Supercoppa, la sua Dinamo ebbe un notevole equilibrio fra i tiri da due e quelli da tre: 38 a partita dentro il semicerchio dei 6,75, 29 i tentativi da oltre l’arco. In questa ultima stagione a Brindisi l’Enel di Sacchetti ha tirato 39 volte da due a partita e 26 volte da tre. Questo anche a smentire che il nuovo CT della Nazionale è un “maniaco” del tiro pesante. Dipende dalla squadra che ha dal quintetto che ha in campo in quel momento e dall’estro dei vari giocatori.
Questa è un’altra caratteristica del gioco di Sacchetti: la sua pallacanestro veloce, anche contro la difesa schierata, prevede ritmo sempre, schemi ed organizzazione ma anche giocatori importanti che quando hanno la palla in mano sappiano leggere le situazioni e prendersi la libertà, e la responsabilità, di giocare 1vs1 col proprio avversario. Ecco perché ama avere un lungo veloce che sappia correre il campo “per stressare gli avversari” – come dice lui – nei rientri difensivi ed aprire spazi ed opportunità.
La sua difesa prevede forte pressione sulla palla e possibilmente mai, ma proprio mai la la palla in post basso “la zona più pericolosa del campo per una difesa“. Insomma la pallacanestro di Sacchetti non è quella che viene definita la classica “corri e tira” piuttosto direi “corri e ragiona e appena puoi tira o passa la palla“. Perché una delle caratteristiche che Sacchetti ama molto nei suoi giocatori è quella di saper passare la palla. Anche qui va sfatato un altro luogo comune: Sacchetti gioca con quintetti leggeri. Non sempre, perché come è ovvio perchè anche questo dipende dal roster a disposizione e dalle situazioni in campo.
Dunque certamente vedremo in campo una Nazionale di ragazzi – ed tra qualche riga vedremo anche il perché ma i più scafati lo sanno già – destinati ad una preparazione atletica molto intensa, con esercizi di corsa (per esempio negli allenamenti durante il classico 3vs2 Sacchetti permette il palleggio fino a metà campo poi passata la linea si va a canestro solo con passaggi, intelligenza e gambe) e lettura.
Datome, Melli, Gallinari, Belinelli, Cusin, Pascolo, Hackett, Cinciarini. Bastano questi. Che nelle finestre di qualificazioni ai Mondiali di Cina, non potranno giocare con la Nazionale a causa della…vabbè diciamo incompatibilità – per non dire di peggio cioè la verità – tra la Fiba ed il resto del Mondo su alcune regole. Due impegnati in NBA, gli altri nelle squadre che fanno l’Eurolega. In sostanza è ben più che tre quarti della Nazionale che sta faticosamente andando in Israele – e speriamo anche in Turchia – a giocarsi l’Europeo.
E poichè si tratta di gente giovane/matura non si vede perché Sacchetti non avrebbe dovuto continuare a giovarsi di tali giocatori. Nella conferenza stampa di presentazione ha già detto che per adesso non svelerà nulla sui primi convocati tranne che gli piacerebbe portare in azzurro il talento di Daniel Donzelli, 2 metri per 90 chili classe ’96 e caratteristiche da ala davvero molto interessanti, sin qui sfortunato con gli infortuni ma forse pronto per diventare un protagonista.
Quindi? Facile, Sacchetti andrà a pescare tra quei giovani che hanno frequentato le Nazionali giovanili o tra quei giocatori che fino ad oggi con la Nazionale maggiore per un motivo o per un altro non hanno avuto un buon rapporto, e che il campionato metterà più in evidenza: Flaccadori? O Baldi Rossi, Biligha, Abbass che già fanno parte di questo gruppo in ritiro con Messina, diverranno l’asse portante? Andrea Cinciarini sarà il play titolare?
Aspettiamo, è ancora più facile che fare pronostici.
Eduardo Lubrano