E’ ormai assodato che la dirigenza milanese ha dei clamorosi ritardi satellitari nelle scelte e in questi anni i tanti indizi cominciano a fare una prova. L’attesa convinta che Acker recuperasse dall’infortunio che ha tenuto la squadra senza un americano per due mesi e mezzo (dal 15 novembre 2009 sino al 31 gennaio 2010), salvo poi sconfessare tutto tagliandolo il 16 aprile e apostrofandolo come corpo estraneo alla squadra da illo tempore.
Il sostituto dell’ex Barcellona è sempre stato ad un passo, ma non c’era mai chi convincesse appieno. Risultato: nessuno che sapesse creare dal palleggio e poi l’acquisto al volo di Chris Monroe che, fatto due mesi prima, avrebbe portato un miglior finale di stagione alla squadra e non una sorta di spremiagrumi sui superstiti.
Poi c’è Bulleri che tra il 2007 e il 2008 ha fatto più valigie di Bruce Springsteen durante un tour americano. Prima eletto capitano con grandi responsabilità, poi durante un infortunio spedito senza problemi a Bologna perchè diventato un peso. Tornato ai blocchi di partenza nel 2008 con grandi stimoli, è stato rispedito a Treviso “per il suo bene” permettendogli di fare un buon finale di stagione e riprovare quell’affetto che era mancato nel capoluogo milanese.
Il capitolo giocatori è chiuso con il gaudioso mistero di Petravicius che, quando vestiva la casacca rossonera del Rytas, assomigliava moltissimo ad uno dei lunghi più dominanti d’Europa e sicuramente il migliore nel correre nord-sud per il campo, ma arrivato a Milano si è subito infortunato, ha passato una stagione da via crucis mostrando un’endemica fragilità fisica e nonostante ciò la dirigenza ha voluto continuare a puntare su di lui, ben conscia degli altissimi rischi che il suo fisico presentava.
Al primo risentimento alla schiena si è urlato per l’ennesima volta alla iattura cronica, nascondendosi continuamente dietro alla sua assenza e facendola diventare vero e proprio alibi da Signora Peacock in Cluedo.
Ora è arrivata la notizia che molti dei tifosi aspettavano da tempo. E’ saltata la testa di Bucchi dopo due stagioni e mezzo di continui amore (poco) – odio (tanto) e risultati mediocri se considerato il talento tecnico alla sua corte. Il coach bolognese è una scelta da medio livello in serie A, uno che può farti vincere in regular season, raggiungere un buon piazzamento per i playoffs, ma mai e poi mai farti arrivare in fondo, a prescindere dal personale a disposizione, perchè giova ricordare che la Napoli di Lynn Greer non era affatto inferiore alla Fortitudo di Belinelli e Becirovic.
Quest’anno è bastato un allenatore preparato ad alti livelli, sebbene appena insediato in una squadra (con tutti i problemi che ne derivano) per annullare qualsiasi punto di forza di Milano nella partita che decide una stagione e soprattutto vincere un confronto nel quale Bucchi non è mai riuscito a inscenare una benchè minima contromossa tattica.
E’ bastato anche un grande allenatore dal punto di vista tattico e motivazionale (sul lato personale lasciamo decidere ad altri) con un gruppo dal talento medio assolutamente in linea con la metà classifica, per far segnare a Milano 59 miseri punti dopo un primo tempo da 22. I riferimenti a Pesic e Trinchieri sono fin troppo facili e calzanti per scomodare il santone Pianigiani e il suo 18-0 di record.
Al di fuori della curva milanese (se tale si potrà mai definire) tutto il pubblico del Forum aspettava l’annuncio della rescissione con Bucchi, ma quello che non ci si aspetta è che la scelta del presidente e dei soci possa essere addirittura peggiorativa. Proli ha detto durante l’intervallo della partita contro Siena di quest’anno (sì la famosa sfida “antipasto di scudetto” da -32) che la testa era già allo scontro con l’Efes e alla conquista della qualificazione alle top 16 poi ampiamente ciccata, salvo poi smentirsi nella scorsa settimana dicendo che da dopo quella partita si era cominciato a preoccupare per la piega che la squadra stava prendendo.
Ma vi ricordate se lui era lo stesso che aveva detto che l’eurolega l’anno scorso sarebbe stato un bel campo di allenamento in vista del campionato? Beh allora non possiamo stupirci se al posto di coach Bucchi, con il chiaro intento di traghettare la squadra fino a fine stagione, dando così la sensazione lampante che un altro anno è stato gettato al vento, ci sia Dan Peterson.
Sicuramente dopo questa notizia non potrete pensare: “Fenomenale” come il Lipton Ice Tea di tanti anni fa, ma solo che se il signore da Evanston Illinois (occhio che questa location torna più avanti), riesce a malapena a commentare una partita di basket senza infarcirla di errori, nomi sbagliati o urla da bowling, come potrà allenare una squadra che pare allo sbando, alla veneranda età di 75 anni? Sicuramente i pronostici sono fatti per essere smentiti. Peterson rivolterà la squadra come un calzino facendole vincere il titolo in 7 partite con quella decisiva a casa di Siena e io scriverò un pezzo con il capo cosparso di cenere, ma le scelte vanno sempre valutate nel momento in cui vengono fatte e qui si rischia di rimediare ad un errore con un altro errore.
Mi immagino già la scena: il coach entra in palestra, saluta tutti, fa iniziare l’allenamento e al primo tuffo di Rocca con recupero ferma tutti e dice: “Bravo Mason, tu si che sei un grande giocatore, per forza vieni dall’Illinois come me.”
Eh no…Questo è davvero troppo…
Simone Mazzola