ROMA – Il rutilante mondo che ruota attorno al basket di vertice romano, incarnato ormai da più di un trentennio ed oltre nella gesta della Virtus Roma, non smette mai di stupire e lo fa spesso e sovente in ottica negativa. Un mondo che però regala adrenalina pura ai propri sostenitori, questo va evidenziato, peccato che questo naturale propellente insito nel corpo umano sia troppo spesso alimentato da sentimenti e situazioni misti di rabbia e di frustrazione. Ma va dato atto alla dirigenza capitolina ultimamente un qual certo senso del drammatico e del teatrale: chi avrebbe potuto raggiungere un accordo consensuale di distacco da Matteo Boniciolli alla vigilia di una sfida così attesa da tutta la tifoseria ed oramai vitale per tenere accesa la flebile fiammella denominata “Finale di Coppa Italia a Torino” come quella di domenica contro la rivale acerrima senese ?
Lottomatica Virtus Roma
Sloveno, nativo di Lubjiana (quelli bravi scrivono Ljubljana), il 6 settembre 1974, head coach dell’orgoglio cittadino e nazionale a soli 29 anni, quell’Olimpia che sfiderà proprio giovedì 20 gennaio prossimo all’esordio nelle Top 16 ha lo sguardo sveglio e, francamente, ci mancherebbe altro diremmo Noi. Nella conferenza stampa di presentazione alla stampa, tenutasi nei locali del Pala Tiziano giovedì 13 gennaio scorso, poche parole, concetti decisi e precisi, poco spazio all’improvvisazione. Tanto lavoro, lavoro duro e l’attenzione a dettagli ai quali ieri forse non s’era dato troppa importanza, forse. I blocchi fatti bene per i compagni, ad esempio, od anche un passaggio in più per il compagno allo scopo di scardinare la difesa avversaria, oppure insieme la voglia di andare a prendere un bel rimbalzo e quella di correre. Sarà, intanto arriva Siena……Siena…..L’anno scorso un piccolo masterpiece di Boniciolli, l’unica fiammata degna di questa nota nella peggiore stagione della Virtus gestione Toti, adesso quindi tocca al giovane coach Filipovski.
L’anno scorso fu un vero squillo di tromba la gara della Lottomatica contro gli Alieni toscani, uno squillo nel grigiore generale: fuga nel primo tempo nel punteggio con una Siena sorpresa dalla veemenza avversaria e lentamente costretta a piegarsi alla Virtus anche grazie ad una difesa dura ed aggressiva. La musica non cambierà se si desidera portare a casa la vittoria ed i reduci dell’anno scorso, il trio italico Vitali, Datome e Crosariol (Gigli è ancora ai box, e non si sa ancora per quanto tempo), se lo ricordano bene. Oggi però le cose sono diverse. Siena all’epoca era stanca ed acciaccata in molti dei suoi uomini-cardine, inoltre oggi nel settore lunghi appare avvantaggiata con Lavrinovic, Stonerook, Ress, Rakovic. Infine, non bisogna dimenticare che al Montepaschi mancherà Bo McCalebb, scusate se è poco, e se nel settore dei lunghi Roma è in deficit di rotazione, è possibile che le nuove geometrie dell’ultimo arrivato in casa Virtus, il play bosniaco Gordic, saranno la chiave offensiva per tenere il passo all’assatanata banda Pianigiani. Ci sarà da divertirsi, con un occhio ed un orecchio anche alle altre partite che potrebbero regalare, i caso di vittoria dell’Urbe, l’insperato traguardo delle Final Eight.
Montepaschi Siena