La Virtus fa festa davvero, questa vota. Forse per la prima volta in stagione. Senza se e senza ma. Arriva la vittoria che serviva contro Reggio Emilia. Da Trento arriva il risulta che si sperava. Cade anche Sassari. Domani, addirittura, in tre casi su quattro si chiuderà il girone d’andata al sesto posto. Male che vada settimi. Insomma, la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia, primo obiettivo stagionale, è raggiunto.
E arriva con una partita che ha avuto un avvio da brividi (20-6 Reggio con una pioggia di triple per Markoishvili, 25 punti alla fine con 6/10 da dietro l’arco), ma che da lì in poi ha visto la Segafredo che i tifosi vorrebbero sempre vedere. Rabbiosa in difesa (14 palle perse forzate), lucida a sufficienza in attacco (18 asissts a fronte di 8 palle perse) per scalfire le resistenze di una Grissin Bon che, alla lunga, ha dovuto arrendersi alle proprie manchevolezze. Ingigantite dall’infortunio a partita in corso di Chris Wright, che ha gettato tutto il peso della manovra su Leonardo Candi e fatto risaltare ancora di più la confermata scelta di lasciare Llompart in tribuna.
I padroni di casa se la sono davvero vista brutta, con quella partenza che aveva fatto partire i mugugni del pubblico. Alessandro Gentile in enorme difficoltà, prima di tutto contro sé stesso. Attacco sprecone anche nelle cose più semplici. E di là una Reggio che sembrava volare. Poi gli aggiustamenti. Fuori il numero zero dentro Umeh. Fuori Lafayette, scatenato in difesa ma falloso in attacco, dentro Stefano Gentile. Dentro Baldi Rossi, fattore decisivo. Poi Lawson, in coppia con Slaughter. Aradori ruotato nel ruolo inedito di ala piccola. Energia ritrovata. Corse in campo aperte. Triple a ripetizione, soprattutto grazie a Umeh. Reggio a rispondere con Markoishvili e le magie di Julian Wright ma già rimontata sul -1 (41-42) all’intervallo con canestrone da metà campo di Lafayette.
Inerzia cambiata e che si trascina di peso nel secondo tempo. Aradori e Gentile danno subito il vantaggio ai bianconeri. E da lì la strada si mette in discesa, ma soprattutto per meriti propri. A partire dalla difesa, che morde, spende qualche fallo evitabile, ma rende difficile tutto agli avversari. E in attacco non ci sono punti di riferimento. Segnano un po’ tutti. Fa la parte del leone Filippo Baldi Rossi, ma lotta come un leone Slaughter, trova canestri un Alessandro Gentile rientrato in campo con un altro spirito. E il vantaggio si dilata fino alla doppia cifra del trentesimo, sul 69-59.
Chiusa? Neanche per sogno. Perché la caratteristica della Segafredo è di avere passaggi a vuoto in attacco. E allora Reggio si riavvicina, ancora con Markoishvili, con Julian Wright e Mussini. Ma la difesa Virtus non si scompone. Aradori continua a francobollare un Della Valle tenuto totalmente fuori partita (2/8 dal campo e 5 perse), davanti è Slaughter che si prende il proscenio e chiuderà una partita totale (15+9, 3 assists, 4 falli subiti, 29 di valutazione). Il canestro della staffa è di Stefano Gentile, un ex, da tre punti. Che manda al tappeto la Grissin Bon e fa partire la festa bolognese. Sugli spalti e in spogliatoio.
Reggio Emilia, in fin dei conti, ha fatto il possibile. Andando finchè l’ha portata un incredibile Manuchar Markoishivili. Ma contro una Virtus che ha voluto veramente la vittoria, alla lunga, forse non c’era molto altro da fare. Cervi ha giocato sette ottimi minuti nel primo tempo ma poi nel secondo non è potuto entrare per il riacutizzarsi di problemi fisici. Rotazioni già accorciate dall’infortunio di De Vico. Llompart e Nevels in tribuna per rotazione. Candi e Mussini non sono riusciti a mantenere lucida la circolazione di palla.
Una sconfitta che ci sta. Il peccato lo si è commesso domenica scorsa contro Brindisi. E resta ora un girone di ritorno in cui conquistarsi una salvezza possibilmente non troppo problematica.
VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – GRISSIN BON REGGIO EMILIA 85-75
Tabellini
MVP: Marcus Slaughter e Filippo Baldi Rossi.
WVP: James White.