Quando si rilegge – dopo averla guardata – una partita di basket, talvolta ci si accorge che i numeri, le statistiche, confermano la prima impressione. FCL Contract Legnano-Virtus Roma, 92-77, rientra in questo caso: Zanelli, Tomasini, Pullazi, Martini, Toscano con l’aiuto di Raivio (fatto scontato) sono stati più bravi dei bravissimi Lee Roberts ed Aaron Thomas. Che come spesso accade quando la Virtus Roma va in campo hanno giocato da soli. Vero è che i due americani di Roma sono i principali terminali offensivi della squadra ma 51 punti su 77 sono davvero troppi rispetto al nulla che producono gli italiani, appena 26 in 8 giocatori entrati in campo.
Mentre Legnano ha avuto un Zanelli super, 29 punti ed una regia illuminata, ed in generale 58 punti sui 92 totali nel cui conto vanno anche i 24 di Raivio ed i 10 di Mosley.
Legnano ha vinto perché ha giocato meglio, con i suoi schemi semplici che prevedono il blocco centrale di Mosley per il movimento di Raivio da uno dei due lati del campo verso il centro col tiro dell’americano che da lì fa sempre canestro, la circolazione di palla molto veloce che crea spesso un tiro non contestabile ad altissima percentuale di realizzazione: 53% da 2 e 43% da 3 per Legnano…
Insomma dopo un primo tempo brillante in attacco per tutte e due Legnano ha provato e trovato il primo strappo verso la metà del secondo grazie a qualche distrazione difensiva di Roma e si è portata sul 46 a 34. Qui però la squadra di casa si è un pò seduta come se avesse pensato di aver chiuso la pratica e la Virtus ha piazzato un parziale di 0-12 che ha rimesso tutto in parità con due minuti e spiccioli da giocare col solito inarrestabile Roberts ma aiutata anche da una tripla di Chessa ben liberato da una splendida circolazione di palla e da Thomas bravo nell’uno contro uno. Arrivata sul 46 a 46 la Virtus si è riaddormentata in difesa ed ha commesso una serie di sciocchezze in serie prima concedendo due triple facili a Zanelli e Pullazi poi con Filloy commettendo il più classico, inutile e dannoso dei falli antisportivi su una palla persa a centrocampo nel tentativo di fermare il relativo contropiede. Due liberi a tempo scaduto ed intervallo lungo sul 54 a 46. Imbarazzante.
All’inizio del terzo quarto sono entrati in scena i tre arbitri sin lì esclusi dalla recita e dunque invidiosi, con tre fischi a Roma in 30″: sia chiaro non hanno influito in nessun modo sull’andamento della partita e sul risultato finale ma hanno fatto saltare i già fragilissimi nervi di Maresca e compagni. Che pure con l’ultimo respiro disponibile si sono portati a meno 3, 54-41 con la seconda tripla di Chessa e due liberi di Roberts. Ma da lì è calata la notte sulla mente dei romani e sulle loro gambe ed è iniziato il vero monologo di Legnano che prima con tre contropiede consecutivi e poi con una serie notevolissima di azioni ben fatte e senza opposizione alcuna della difesa avversaria è andata sul 70 a 53 e tutti abbiamo capito che la partita era finita anche se mancava lo strazio, per Roma di altri dieci minuti.
Che non hanno avuto alcuna storia dunque è inutile anche raccontarli. Conclusione: Legnano è una squadra forte, ben attrezzata – e ieri era senza il suo capitano Maiocco e con Martini e Mosley non al meglio – che può puntare a dei play-off da protagonista. La Virtus Roma è nei guai nonostante Luca Bechi: se gli italiani non cambiano atteggiamento da lunedì 15 gennaio i play-out non solo saranno realtà ma saranno anche molto faticosi.
Il commento di coach Luca Bechi in conferenza stampa al termine del match: “Complimenti a Legnano, oggi si sono viste due squadre in campo: una di grande energia, volenterosa, determinata, con grande applicazione che ha condotto e vinto con merito; e la mia squadra che purtroppo vive di fiammate, fa alcuni minuti buoni ma poi si perde in un bicchier d’acqua. Dopo essere rientrati sul 46-46 non è possibile prendere 8-0 in 40”, questa è purtroppo la cartina di tornasole di cosa siamo oggi. Noi dobbiamo prendere coscienza di tutte queste cose, compresi i break presi nel secondo tempo dopo esserci riavvicinati; ogni volta che abbiamo avuto la possibilità di rientrare definitivamente in partita abbiamo commesso errori banali che ridavano fiducia e inerzia agli avversari mantenendoli in vantaggio. Ora nel girone di ritorno il livello si alza perché tutti giocano per un obiettivo e le partite diminuiscono, e c’è bisogno di cambiare registro: bisogna capire che c’è da giocare con energia, rispettare il piano partita, applicarsi e fare il bene della squadra, perché un solo errore di un singolo rompe l’alchimia e l’empatia della squadra e questo non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo rimanere umili, oggi ho visto una squadra che ha fatto qualche buona giocata ma che gioca con troppa poca attenzione e troppa poca determinazione”.