Katastrofa. Lo diceva un ex allenatore della Virtus Roma quando perdeva male una partita, Svetislav Pesic. Katastrofa dico io, chiedendo in prestito a quel grande della panchina la sua espressione dopo Npc Rieti-Virtus Roma. E non tanto per la partita persa dalla Virtus per 97-84 quanto per il fatto che questa sconfitta sancisce anche se non in modo ancora matematico, la partecipazione della squadra capitolina alla fase del campionato per non retrocedere in serie B. Playout si chiamano.
Perché a sette giornate dalla fine con sei punti da recuperare sulle quattordicesime e con un po’ di conti da mettere a posto nei doppi confronti, riuscire a non prendere parte a questa lotteria avrebbe il sapore di una cosa “che voi umani non potreste nemmeno immaginare” per fare un’altra citazione, questa volta dal mitico film Blade Runner. Anche e soprattutto per quello che non ho visto a Rieti. E cioè una squadra unita con gli attributi al loro posto. Una fotografia della partita mi ha spaventato: si era nel quarto periodo e grazie ad un inizio di quarto davvero di gran foga, i giocatori di Bechi avevano ridotto lo svantaggio dal 79 a 65 al 79 a 74. A 3’48 dalla fine della partita sull’84 a 78 parte una transizione per Roma, Parente ha l’opportunità di tirare da tre ma la rifiuta e passa la palla a Chessa che può tirare da tre ma rifiuta e passa a Thomas dall’altra parte del campo mentre il numero 25 si sta muovendo verso il canestro. L’americano riceve il pallone e cerca la penetrazione ma commette violazione di passi. Palla persa. Di là Hearst fa 86-78.
E’ con questo spirito che la Virtus andrà ai playout? No così si rischia grosso. Manca ancora un po’ ma sarebbe bene cominciare a mettere a posto la testa di questi ragazzi prima che le questioni tecniche.
La partita era iniziata anche bene col vantaggio di 10 a 18 per Roma ma qui Rieti si è ritrovata dopo un time out di coach Rossi ed ha iniziato a giocare di squadra grazie all’idea del suo allenatore di fare a meno nella circostanza dei suoi due stranieri, Olasewere ed Hearst non prontissimi ad entrare in partita. Risultato: parziale di 15 a 0 per Rieti ed inerzia completamente ribaltata oltre al punteggio che da quel momento non è mai stato in discussione.
La Npc ha trovato tanti protagonisti. Casini ed il neo arrivato La Torre nel primo quarto. I due stranieri nel secondo, ben aiutati da Carenza, Marini, Tommasini gran cucitore del gioco e da Gigli, prezioso sotto canestro. La Virtus ha vivacchiato con le fiammate di Thomas e Roberts, con la gara da ex di Parente, unici tre a segno nel secondo quarto…
Poi il terzo quarto. Rieti prova ad andarsene ancora con le tante penetrazioni fino al ferro addirittura con la difesa di Roma schierata e prende dieci punti di vantaggio, 65-55. Bechi gioca senza americani e Landi e Parente dimezzano 65-60. Ma qui si scatena Hearst che fa il vuoto, da fuori e da sotto: 10 punti per lui, 3 di Tommasini ed uno di Carenza chiudono il terzo quarto sul +14 per la Npc, 79 65. E’ fatta?
No perché la squadra della Sabina si rilassa e gioca i primi tre minuti dell’ultimo quarto come se fossero gli ultimi 20 secondi della partita e Roma ne approfitta e piazza il parziale di cui sopra con Thomas, Maresca, Chessa e Baldasso: 79-74. Coach Rossi è una furia chiama due time out e sembra volersi mangiare i suoi. Lo aiuta, ed aiuta la sua squadra dopo un’azione pensata, La Torre che mette una tripla scacciapensieri per l’82 a 74 e si ricomincia con il botta e risposta. Fino a quando la stanchezza sembra tagliare le gambe ai padroni di casa quando Lee Roberts con due liberi ferma il tabellone sull’88 ad 82 ad 1’54”. Ci pensa però Claudio Tommasini a mettere i punti esclamitivi su una partita davvero importante per lui e la sua formazione, prima con una penetrazione e poi con una tripla allo scadere dei 24” ancora più straordinaria perché Aaron Thomas gli sta addosso con le mani davanti alla faccia. 91 ad 82 a 54 secondi, la partita è vinta. Rieti guarda ai playoff con pieno merito. Roma ai playout che purtroppo si sta meritando a sua volta.
Luca Bechi
”Abbiamo avuto un discreto approccio andando avanti 10-18, poi ci siamo disuniti alla reazione di Rieti perdendo ritmo per rimanere attaccati alla partita e soprattutto concedendo troppi canestri. Abbiamo alternato zona e uomo per rallentarli ma abbiamo concesso troppe penetrazioni al ferro, abbiamo provato anche con quattro piccoli visto anche un piccolo infortunio di Landi alla caviglia. Con l’assetto piccolo siamo stati più aggressivi ma comunque a strappi, nei momenti in cui siamo tornati sotto dovevamo essere più bravi e lucidi. Nella sosta contiamo di recuperare i nostri infortunati e di mettere in ritmo chi è stato fuori e lavoreremo per preparare al meglio il rush finale del campionato e ritrovare gli equilibri. Ma il vero passo in avanti che dobbiamo fare è sull’attitudine, ora le gare diventano sempre più pesanti e noi dobbiamo crescere nelle fasi del gioco con un atteggiamento che sia consapevole del momento difficile ma allo stesso tempo giocare con positività per avere un approccio che sia più costruttivo”.
Parziali: 25-21; 51-43; 79-65; 97-84
Eduardo Lubrano